"L'attenzione e le risorse che abbiamo dedicato alla cultura,
in ogni articolazione e forma espressiva, sono riscontrabili nell'intensa attività
svolta, che, pur avendo avuto il fulcro a Catania, non ha tuttavia trascurato
le aree più decentrate e periferiche. Una politica culturale che ha seguito
diverse coordinate: l'organizzazione di grandi eventi, la creazione di nuove strutture,
la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-architettonico, l'erogazione
di servizi e la realizzazione di condizioni ottimali per una adeguata fruizione.
In questo quadro si inseriscono Le Ciminiere, divenute il tempio delle arti e
della cultura in grado di lanciare Catania nei più importanti circuiti
di manifestazioni nazionali ed internazionali; la rete museale provinciale; il
primo Salone del Restauro, e numerose altre iniziative su tutto il territorio".
 |
Le Ciminiere
|
È l'esempio tangibile
di come le strutture originalmente industriali possano trasformarsi in sede di
cultura e di comunicazione. Con i suoi 25 mila metri quadrati di estensione, il
Centro "Le Ciminiere", un'ideale vetrina sul Mediterraneo e sul mondo
per attività espositive, fieristiche, congressuali, culturali e didattiche,
gestito dalla Provincia regionale di Catania, è diventato il perno sui
cui ruotano alcune delle più importanti manifestazioni della città:
la rassegna estiva "Le Ciminiere e le stelle", la mostra "Artigianato
alle Ciminiere", la mostra "Etna, mito d'Europa", il salone sulle
opportunità del mondo del lavoro e della formazione "Job Sud"
e, più di recente, la "prima volta" a Catania dello "Smau",
il salone milanese dedicato alle tecnologie. All'interno del Centro di viale Africa,
riscoperto anche come studio televisivo dalla trasmissione "Insieme",
trovano spazio una fornita galleria d'arte e il Teatro dell'Opera dei pupi, inaugurato
con uno spettacolo portato sulla scena dai fratelli Napoli. Molte le iniziative
pronte a decollare. Tra queste anche il "Museo dello sbarco 1943", che,
attraverso foto, documenti, armi e uniformi, proporrà uno spaccato dei
giorni compresi tra lo sbarco, il 10 luglio, e l'armistizio di Cassibile, l'8
settembre. |
L'Amministrazione Musumeci si è caratterizzata in questi
anni per aver riportato un clima di fiducia generale, presupposto indispensabile
per la ripresa dell'economia e per ridare impulso e vigore agli investimenti sul
territorio. "Istituti di ricerca demoscopica che hanno compiuto indagini
in questo senso hanno rilevato più volte questo aspetto molto importante
e significativo. C'è un tasso attivo costante nel rapporto tra imprese
che nascono e altre che cessano l'attività. È un dato che deve costituire
un punto di partenza: bisogna continuare a lavorare per una ripresa economica
che noi comunque riteniamo possibile, valorizzando le ingenti risorse umane ed
ambientali di cui la nostra Terra dispone. Catania deve pensare al suo sviluppo
insieme a quello di tutta la Sicilia, secondo precisi obiettivi, in una logica
di programmazione avviata solo da qualche anno. Nel contesto di tale logica il
nostro Ente sta svolgendo un ruolo di grande protagonista: basti pensare al tavolo
di concertazione creato a Palazzo Minoriti, che ha è riuscito a definire
le coordinate per Agenda 2000."
Una Provincia moderna, insomma, attenta alle esigenze ed alle
vocazioni del territorio
"Si, che si pone anche questioni e problematiche
di sviluppo a medio e lungo termine, come quelle riguardanti le grandi infrastrutture
da realizzare, per arrivare puntuali alle sfide di un mercato sempre più
esigente e selettivo. Ad esempio avvertiamo la necessità di dotare il nostro
territorio di un aeroporto più ampio e funzionale, in grado di soddisfare
un traffico che nel prossimo decennio è destinato a raddoppiare. Fontanarossa
non potrà più svolgere questo ruolo e sin d'ora bisogna lavorare
nella direzione di una nuova ubicazione, che - secondo uno studio di prefattibilità
che abbiamo già presentato - potrebbe sorgere nella Piana di Catania."
Tra pochi mesi il suo mandato si concluderà. Cosa sente
di poter dire? "Che è stata un'avventura affascinante ed esaltante
che non potrò mai dimenticare. Sino all'ultimo giorno lavoreremo per non
lasciare incompiute e per consegnare a chi verrà dopo di me un Ente tra
i più moderni d'Italia: informatizzato, con un alto grado di sviluppo tecnologico
ed un'immagine nuova e vincente. Si può e si deve fare ancora tanto e sono
certo che farà meglio di me chi verrà dopo".
|