ANNUARIO 2002
SIRACUSA

Itinerari Aretusei

Siracusa ha segnato la storia della civiltà mediterranea. La si scopre, oggi, sin dalla visita del parco archeologico, testimonianza viva della cultura greca e romana: qui si possono ammirare l'Anfiteatro romano (II sec. d.C.), secondo per dimensioni soltanto a quello di Verona; il Teatro Greco (III sec. a. C.) che, per la sua posizione naturale, riesce a sfruttare scenograficamente luci, colori e ambiente; le Latomie (antiche e profonde cave di pietra), usate dai tiranni siracusani come prigioni. Delle numerose Latomie è possibile visitare quella del Paradiso dove c'è il famoso "orecchio di Dioniso", dalla forma simile ad un padiglione auricolare: il nome fu attribuito dal pittore Caravaggio, impressionato dalla sensibilità dell'eco. Dalle Latomie l'itinerario continua verso l'isola di Ortigia, cui si giunge attraverso un ponte. Qui è d'obbligo la visita al tempio di Apollo: il più antico, in stile dorico, della Sicilia. Dopo i ruderi del tempio si arriva in piazza Archimede, dove si trova la fontana della dea Diana.

Passeggiando per la via Matteotti si arriva a piazza Duomo, una delle più belle d'Italia: vi si affacciano la Cattedrale, che sorge sull' athenaion (antico tempio dorico), la Galleria numismatica (sede del più ricco patrimonio di monete antiche, divise per città e per colonie, che racconta la storia della Sicilia dal VI sec. in poi), il palazzo Beneventano. Scendendo verso la zona costiera di Porto Grande si incontra la Fonte Aretusa, che forma i due porti di Siracusa, il Piccolo e il Grande. Raggiunta la punta estrema dell'isola si può visitare anche il castello di Maniace. A circa otto chilometri da Ortigia, controllava le incursioni nemiche da terra, il castello Eurialo: la più imponente fortezza che l'antichità ricordi; voluto da Dioniso il Vecchio nel 401 a.C., il castello Eurialo era capace di accogliere fino a 3.000 fanti e 600 cavalieri. La visita a questo gioiello dell'architettura militare offre anche la possibilità di godere di un bellissimo panorama sulla città.

La rinascita di Ortigia
È l'isoletta incastonata nel mare, la cittadella medievale, avamposto della Siracusa terrana. Dappertutto l'atmosfera è magica. Splendida la Piazza del Duomo: e poi il monumento di Nicolò Palma, nonché palazzo Beneventano del Bosco.

La Fonte Aretusea

La Fonte Aretusa
È una sorgente di acqua dolce che sgorga da una grotta a pochi metri dal mare, simbolo di Siracusa sin dai tempi antichi. Nel 1847, la fonte ha assunto l'aspetto che ha oggi, centro di un invaso ricco di papiri, anatre e ancora pieno di pesci, circondata da alte mura sormontate da ringhiere. Questa mitica fonte fu cantata da molti poeti, tra cui Virgilio, Pindaro, Ovidio, Milton, André Gide, D'Annunzio, affascinati dal luogo incantevole ma anche dalla leggenda di Aretusa, che testimonia il profondo legame fra le colonie greche e i loro fondatori.

La ninfa Aretusa, ancella della dea della caccia Artemide, fu vista dal dio fluviale Alfeo (figlio di Oceano) che se ne innamorò e tentò di sedurla contro la sua volontà. Per salvarsi Aretusa fuggì in Sicilia, dove Artemide la tramutò in una fonte nei pressi del porto di Siracusa, ad Ortigia (sacra ad Artemide). Zeus, commosso, mutò Alfeo in un fiume della Grecia, vicino ad Olimpia, permettendogli così di raggiungere Aretusa scorrendo sottoterra. Ancora oggi sul lungomare Alfeo ad Ortigia, nei pressi della celebre fonte, sgorga una sorgente detta l'Occhio della Zillica, che la tradizione popolare ha identificato nell'innamorato Alfeo. Da allora, narrano i poeti greci, quando ad Olimpia si sacrificavano degli animali lungo il fiume Alfeo, la Fonte Aretusa si tingeva di rosso.

Il fiume Ciane
Scenario di miti e leggende, è uno dei luoghi più suggestivi del territorio siracusano. Noto in tutto il mondo per la bellezza dei suoi papiri simili a quelli presenti nel fiume Nilo, è l'insediamento di papiri Cyperus Papyrus Linneo più importante d'Europa. Il nome Ciane deriva, probabilmente, dal greco "Cyanos", che significa verde azzurro, e richiama il colore particolare delle acque e del papiro di queste zone. La mitologia greca narra che il fiume nacque da una giovinetta, Ciane, che fu trasformata in fonte perché tentò di ostacolare il rapimento di Proserpina. In queste acque, sulle quali scorre e si perpetua il mito, il rigoglioso papiro è circondato da frassini ondeggianti mossi dalla lieve brezza marina, da pioppi e da salici. In mezzo a questa lussureggiante vegetazione acquatica trovano rifugio molte specie di uccelli stanziali e migratori. Per gli appassionati di canoa il fiume Ciane è il luogo ideale per una rilassante pagaiata.


Vendicari

La Riserva Naturale di Vendicari
Tra Noto e Pachino, è una vera e propria oasi di pace e ristoro per molte specie di uccelli. Il parco è una pianura caratterizzata da dune, coste rocciose e dai tre pantani (Pantano Piccolo, Grande e Roveto) separati l'uno dall'altro da poche decine di metri e dal mare. Tra i tre solo il Pantano Piccolo nei periodi di siccità, non si prosciuga mai grazie alla presenza di sorgenti di acqua salmastra. Pantano Roveto è, invece, il più esteso e la foce che lo collega al mare è solitamente interrata. La vegetazione sommersa, la microfauna, le particolari condizioni di salinità fanno di questi luoghi un'area prediletta dall'avifauna migratoria. La riserva di Vendicari è considerata, infatti, "l'albergo degli uccelli": un luogo di sosta dove riposarsi e alimentarsi prima di raggiungere le coste africane. Qui s'incontrano ogni anno migliaia di uccelli di Paesi diversi. Passeggiando nella riserva si possono ammirare splendidi paesaggi. Il complesso del castello svevo del XV secolo, le case dei pescatori, gli stabilimenti per la lavorazione del pesce e la settecentesca tonnara con la sua alta ciminiera che vigila sull'area protetta.

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