Valverde, posizionata
sulle pendici sud-orientali dell'Etna, a 350 metri sul livello del mare, ha avuto
storicamente un'importanza di primo piano. Le prime notizie sul territorio risalgono
alla metà del XII secolo, quando, in seguito ad un avvenimento ritenuto miracoloso,
fu costruita una chiesa (poi diventata santuario), menzionata già al tempo di
Federico III. Il borgo si formò intorno al santuario e fu concesso con privilegio
di Carlo II a Luigi Riggio, che lo cedette, successivamente, a Luigi Gaetani.
Nella prima metà del XVIII secolo vi esercitava la giurisdizione il principe di
Palagonia. Il comune divenne autonomo nel 1951, anno in cui si staccò amministrativamente
da Aci Sant'Antonio. Comprende la frazione Maugeri (3 chilometri a nord dell'abitato),
e le suggestive borgate Carminello, Belfiore e Fontana. Gli antichi edifici sono
in prevalenza di architettura barocca, arricchiti con particolari di chiaro gusto
siciliano. Notevoli sono la Chiesa Madre (del 1696), che custodisce un pregevolissimo
dipinto ritraente la Madonna di Valverde, ed il palazzo Riggio Carcaci, del 1755.
Non v'è dubbio che una successione di avvenimenti ha lasciato segni indelebili
nel territorio. Segni dal valore linguistico, segni strutturali, segni occupazionali:
basta ricordare l'ex stabilimento della birra che per circa un trentennio ha fatto
lavorare centinaia di valverdesi. E i segni hanno lasciato la consapevolezza che
il passato non deve essere considerato avulso dal presente. Altro segno il senso
della giustizia e della legalità proclamato solennemente con la proiezione del
film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana. La manifestazione ha visto la gradita
presenza dell'attrice protagonista Lucia Sardo che nel film ha interpretato il
ruolo di Felicia Bartolotta, l'ottantaquattrenne madre di Peppino Impastato, il
giovane barbaramente ucciso dalla mafia di Cinisi alla fine degli anni Settanta.
Il segno della musica di Vincenzo Bellini ha tracciato un solco profondo nella
Valverde culturale in occasione del bicentenario della morte. Ma c'è anche il
segno della presenza fisica del Cigno catanese che ha soggiornato intorno al 1832
in una casa di Maugeri, l'attuale Istituto "Nostra Signora di Fatima": l'avvenimento
è oggi ricordato da un busto e una lapide.  | La
piazza principale dov'è sito il Santuario. |
E c'è il segno della Valverde politico-amministrativa. Un opuscolo, "A conti aperti",
che l'amministrazione distribuisce ogni anno ai cittadini per far conoscere il
"cuore" delle risorse comunali, i progetti, le cose realizzate e da realizzare.
"A conti aperti - spiega orgoglioso il sindaco Scandurra - rappresenta il massimo
aspetto della nostra trasparenza nell'amministrare la cosa pubblica." Ci sarà
il segno che lasceranno gli otto miliardi di lire destinati al completamento delle
opere di urbanizzazione in zona Peep (Piano di edilizia economica popolare). "Questo
intervento della Regione - spiega il primo cittadino - ci permetterà di completare
i lavori su una specifica zona e di attuare inoltre una serie di infrastrutture
come il verde attrezzato, i tanto agognati campetti da tennis e di calcio, una
sala culturale multimediale, ritrovi per giovani e anziani". Le "Gru d'oro" simbolo
di Valverde sono il massimo "segno" di una città votata alla cultura e all'impegno
sociale. Quest'anno sono state consegnate a Vittorio Franceschi per la nuova drammaturgia
e a Lucilla Morlacchi per il teatro, ma anche a due medici missionari: Marilena
Pesaresi, impegnata nella cura e nell'assistenza delle persone più deboli e a
Giorgio Noera, volontario in prima linea a favore dei bambini africani e albanesi. |  | Il
Sindaco Scandurra incontra la comunità valverdese. |
"Nei
suoi lunghi spostamenti migratori la gru sbircia anche sui mari per coglierne
l'antica malìa: rivede lotte di pirati su tappeti di acque, battute di pesca,
sbarco di genti... il Mediterraneo canestro di voci, richiami, rimandi; di sogni,
speranze, abbandoni; di arrivi e spartenze... E sulla terra, dal tempo dei tempi,
popoli diversi ne hanno assorbito i riflessi. Abbiamo immaginato un tragitto su
queste onde per ritrovare, per ritrovarci fra i canti e gli inganni delle sirene.
Attraversando la notte, mio figlio davanti ai Faraglioni di Trezza esclama: la
luna è posata sul mare! Sembra uno spezzone di film, invece è sequenza di vita;
alchimia di radici e profumi".
Angelo Scandurra |
(Foto
Sorbello)
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