ANNUARIO 2001
VALVERDE

Appunti... storici

Valverde, posizionata sulle pendici sud-orientali dell'Etna, a 350 metri sul livello del mare, ha avuto storicamente un'importanza di primo piano. Le prime notizie sul territorio risalgono alla metà del XII secolo, quando, in seguito ad un avvenimento ritenuto miracoloso, fu costruita una chiesa (poi diventata santuario), menzionata già al tempo di Federico III. Il borgo si formò intorno al santuario e fu concesso con privilegio di Carlo II a Luigi Riggio, che lo cedette, successivamente, a Luigi Gaetani. Nella prima metà del XVIII secolo vi esercitava la giurisdizione il principe di Palagonia. Il comune divenne autonomo nel 1951, anno in cui si staccò amministrativamente da Aci Sant'Antonio. Comprende la frazione Maugeri (3 chilometri a nord dell'abitato), e le suggestive borgate Carminello, Belfiore e Fontana. Gli antichi edifici sono in prevalenza di architettura barocca, arricchiti con particolari di chiaro gusto siciliano. Notevoli sono la Chiesa Madre (del 1696), che custodisce un pregevolissimo dipinto ritraente la Madonna di Valverde, ed il palazzo Riggio Carcaci, del 1755. Non v'è dubbio che una successione di avvenimenti ha lasciato segni indelebili nel territorio. Segni dal valore linguistico, segni strutturali, segni occupazionali: basta ricordare l'ex stabilimento della birra che per circa un trentennio ha fatto lavorare centinaia di valverdesi. E i segni hanno lasciato la consapevolezza che il passato non deve essere considerato avulso dal presente. Altro segno il senso della giustizia e della legalità proclamato solennemente con la proiezione del film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana. La manifestazione ha visto la gradita presenza dell'attrice protagonista Lucia Sardo che nel film ha interpretato il ruolo di Felicia Bartolotta, l'ottantaquattrenne madre di Peppino Impastato, il giovane barbaramente ucciso dalla mafia di Cinisi alla fine degli anni Settanta. Il segno della musica di Vincenzo Bellini ha tracciato un solco profondo nella Valverde culturale in occasione del bicentenario della morte. Ma c'è anche il segno della presenza fisica del Cigno catanese che ha soggiornato intorno al 1832 in una casa di Maugeri, l'attuale Istituto "Nostra Signora di Fatima": l'avvenimento è oggi ricordato da un busto e una lapide.

La piazza principale dov'è sito il Santuario.

E c'è il segno della Valverde politico-amministrativa. Un opuscolo, "A conti aperti", che l'amministrazione distribuisce ogni anno ai cittadini per far conoscere il "cuore" delle risorse comunali, i progetti, le cose realizzate e da realizzare. "A conti aperti - spiega orgoglioso il sindaco Scandurra - rappresenta il massimo aspetto della nostra trasparenza nell'amministrare la cosa pubblica." Ci sarà il segno che lasceranno gli otto miliardi di lire destinati al completamento delle opere di urbanizzazione in zona Peep (Piano di edilizia economica popolare). "Questo intervento della Regione - spiega il primo cittadino - ci permetterà di completare i lavori su una specifica zona e di attuare inoltre una serie di infrastrutture come il verde attrezzato, i tanto agognati campetti da tennis e di calcio, una sala culturale multimediale, ritrovi per giovani e anziani". Le "Gru d'oro" simbolo di Valverde sono il massimo "segno" di una città votata alla cultura e all'impegno sociale. Quest'anno sono state consegnate a Vittorio Franceschi per la nuova drammaturgia e a Lucilla Morlacchi per il teatro, ma anche a due medici missionari: Marilena Pesaresi, impegnata nella cura e nell'assistenza delle persone più deboli e a Giorgio Noera, volontario in prima linea a favore dei bambini africani e albanesi.

Il Sindaco Scandurra incontra la comunità valverdese.

"Nei suoi lunghi spostamenti migratori la gru sbircia anche sui mari per coglierne l'antica malìa: rivede lotte di pirati su tappeti di acque, battute di pesca, sbarco di genti... il Mediterraneo canestro di voci, richiami, rimandi; di sogni, speranze, abbandoni; di arrivi e spartenze... E sulla terra, dal tempo dei tempi, popoli diversi ne hanno assorbito i riflessi. Abbiamo immaginato un tragitto su queste onde per ritrovare, per ritrovarci fra i canti e gli inganni delle sirene. Attraversando la notte, mio figlio davanti ai Faraglioni di Trezza esclama: la luna è posata sul mare! Sembra uno spezzone di film, invece è sequenza di vita; alchimia di radici e profumi".

Angelo Scandurra

(Foto Sorbello)
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