1669 I
segnali della grande eruzione del 1669 iniziarono con una serie di terremoti,
lievi dapprima, più accentuati in seguito, fino a diventare fortissimi il giorno
in cui, una profonda spaccatura si apriva da Nicolosi formando quelli che oggi
sono chiamati Monti Rossi. Ben presto la fenditura fu teatro di esplosioni furiose,
di detonazioni assordanti e di proiezioni di colonne di cenere e di sassi infuocati.
Nella parte bassa di questa fenditura, che si allungò per circa 15 km. incominciò
a fluire la lava che investì in seguito anche la città di Catania. 1886 Questa
eruzione mise in pericolo il paesino etneo di Nicolosi, dal quale si arrestò a
poche centinaia di metri dopo che il Cardinale Dusmet portò in processione il
velo di S. Agata (patrona di Catania). Sul luogo del miracolo oggi sorge una cappella. 1892 Diede
origine ai monti Silvestri partendo dal fianco meridionale della Montagnola. 1910 Questa
eruzione originatasi nei pressi dei Monti Silvestri, arrivò fino a Borrello, frazione
del paesino di Belpasso. 1928 Le
colate di questa eruzione distrussero 770 ettari di terreno coltivati a boschi
e agrumeti, e molti fabbricati del Comune di Mascali. Per quanto breve, durò solo
dal 2 al 20 novembre 1928, è da ricordare tra le più rovinose. 1971 L'eruzione
del 1971, ha interessato in due momenti differenti, prima il versante Sud dell'Etna
partendo da quota 3.000 e poi il versante orientale, con la colata partita da
quota 1.840, sfiorando i paesi di Fornazzo e S. Alfio fermandosi dopo 69 giorni
a 7 km. dal mare. Questa eruzione distrusse la vecchia funivia (di cui si possono
ancora vedere le rovine) e poi l'Osservatorio Vulcanologico. 1983 Una
delle manifestazioni più spettacolari, avvenuta nella primavera del 1983, anticipò
la battaglia contro il tempo che si corse nel '91 per salvare Zafferana. La lava
distrusse parzialmente il rifugio Sapienza e totalmente la stazione della funivia
della quale restano ancora oggi le tracce. Sul lato Est della costruzione del
rifugio Sapienza troverete le indicazioni riguardo l'altezza che raggiunse la
lava in quell'occasione. 1986 Nel
gennaio 1986 ricominciò dal cratere di Nord Est una fase esplosiva dopo che alla
fine del 1985 andò scemando una precedente fase eruttiva. In particolare ci fu
una notevole attività esplosiva sul cratere di Nord Est, accompagnata da emissioni
di gas sul cratere di Sud Est e di ceneri sul cratere centrale. Fino ad aprile
l'attività dell'Etna subì un crescendo di intensità; poi si registrò la quasi
totale cessazione, nel giugno 1986, a causa delle occlusioni provocate dai crolli
delle pareti interne del cratere di Nord Est. Verso la fine di luglio 1986 il
cratere di Nord Est ricominciò a farsi sentire, dapprima con una consistente attività
stromboliana e in seguito, il 14 Settembre 1986, ci fu un trabocco lavico. La
colata non si protrasse per molti chilometri, ma invase ugualmente la pista che
conduceva al cratere di Nord Est. Altri trabocchi lavici si sovrapposero al primo,
l'attività del cratere Nord Est non fu continua ma sufficente a creare un campo
lavico di modeste dimensioni. Il 22 settembre 1986, tre scosse di magnitudo 2.9,
fecero presagire quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Giorno 24 dello stesso
mese, le pareti interne del cratere di Nord Est collassarono, inducendo un'attività
esplosiva in crescendo che culminò alle 16.45 con una gigantesca esplosione, che
diede luogo ad una nube di ceneri alta più di un chilometro. La fase successiva
fu spettacolare, con fontane di lava alte fino a 600 metri che si protrassero
fino in serata. Ad una distanza di 500 metri dalle bocche eruttive, arrivarono
scorie laviche fino ad un metro di diametro. L'aereoporto di Catania, distante
35 km., venne chiuso a causa del riversarsi di cenere in pista. 1991 Questa
eruzione va ricordata soprattutto perché, grazie all'intervento dell'uomo, si
riuscì ad evitare la distruzione di Zafferana Etnea. Una squadra di esperti predispose
un campo base ai bordi della colata, nei pressi del quale si fecero brillare cariche
di dinamite fino a riuscire a deviare il corso naturale della lava che puntava
dritta sul centro abitato. La colata deviò il suo corso, ma non tanto da mettere
completamente fuori pericolo gli abitanti. Per fortuna però la lava si arrestò
a poche centinaia di metri dal paese. Andando a Zafferana Etnea troverete le indicazioni
per vedere i resti della colata del '91, vi renderete conto di quanto vicino sia
stato il pericolo per il centro abitato. |