"Non c'è alcuna evidenza scientifica che possa far pensare,
almeno per i prossimi trecento anni, alla trasformazione dell'Etna in un vulcano
cattivo. Le ipotesi allarmistiche sono destituite di fondamento". Lo ha sostenuto
ad Erice il professor Enzo Boschi, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica
e Vulcanologia. Secondo Boschi "simili ipotesi di studio devono rimanere all'interno
della comunità scientifica". L'allarme, assolutamente ingiustificato, è saltato
fuori dalla pubblicazione di una ricerca condotta da italiani e francesi, secondo
i quali analizzando la composizione chimica della lava fuoruscita dall'Etna, è
stato evidenziato un cambiamento. "Le variazioni di alcuni parametri - ha assicurato
Boschi - potrebbero far prevedere dei cambiamenti di comportamento, ma solo a
lunga, lunghissima scadenza, dai quattrocento ai cinquecento anni". L'Etna, come
ogni altro vulcano, è una struttura in evoluzione, ma costantemente sotto controllo.
"L'istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia - dice il presidente - sta monitorando
il vulcano, 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, impiegando il massimo della più avanzata
tecnologia. Oggi
siamo in grado, con largo margine di anticipo, di poter stabilire se l'Etna, come
pure un altro vulcano, stia raggiungendo uno stato di energia abbastanza elevata,
tale da scatenare un'eruzione. Questo, ed in Italia abbiamo acquisito una buona
esperienza, ci consente di allertare in tempo utile le popolazioni interessate".
Una serie di fenomeni precursori, di natura chimica, fisica, meccanica ed elettromagnetica
"funzionano da campanello di allarme". Secondo Boschi, "è scorretto creare il
panico fra la gente, come è stato recentemente fatto: un conto sono le previsioni
a breve scadenza, un altro quelle riferite ad ere geologiche. Poi quando si parla
di centinaia o migliaia di anni, si può dire quel che si vuole, tanto nessuno
potrà mai confermare oppure smentire le previsioni". Contrariamente a quanto avviene
per gli eventi sismici, dove le previsioni sono ancora molto difficili, fortunatamente
"i comportamenti dei vulcani, grazie anche alla conoscenza della loro localizzazione,
sono oggi di grandissimo interesse e, riferendomi all'Etna, posso assicurare che
possiamo stare tranquilli". Boschi, tuttavia, considera lo studio italo-francese
"interessante" per avviare una "discussione scientifica seria". Le
escursioni sull'Etna sono molto varie, esistono sentieri naturali tracciati dalla
forestale, percorsi fotografici, trekking fra i boschi e trekking su per i sentieri
ad alta quota. Alcune di queste escursioni si rilevano particolarmente indicate
per una gita, altre sono un po' più tecniche e per gente un po' più esperta. Purtroppo
molti tracciati in alta quota, che prima erano percorribili, adesso sono stati
distrutti dall'ultima eruzione 2001 e le vie per giungere alle colate sommitali
sono molto più impervie. Ricordate di essere sempre molto prudenti e di non avventurarvi
da soli. Ecco cosa non dovete dimenticare di portare con voi:  |
Scarpe da trekking (possibilmente in goretex o altro materiale impermeabile);
Zainetto leggero con le provviste per mangiare e l'acqua da bere, (non caricate
lo zaino con roba che non vi serve, farete solo più fatica e inutilmente);
Macchina fotografica e/o videocamera (si consiglia di portarle con uno zaino e
non con le tipiche borse monospalla);
Giubbotto impermeabile imbottito. Jeans e magliettina vanno bene d'estate, ma
in inverno o se si ha intenzione di pernottare, meglio attrezzarsi di: calzettoni,
maglia, berrettino copriorecchie (c'è quasi sempre vento freddo in quota), torcia
elettrica, sacco a pelo e tenda;
Comode, ma non strettamente indispensabili se non avete intenzione di avventurarvi,
sono le cartine dell'I.G.M; Crema
solare (con alto fattore di protezione dai raggi UVA e UVB);
Altra cosa importante da portare con se è un telefonino cellulare, anche se la
ricezione non è ottima la copertura è quasi totale sull'Etna. |
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