ANNUARIO 2003
SAN CONO

UNA SFIDA PER I GIOVANI

 

Il sindaco e la giunta comunale

“Il progetto che abbiamo voluto presentare ai cittadini - dichiara il sindaco Rosa Vallone - mira all’unificazione delle forze politiche e sociali locali e ad impegnare le energie migliori per governare San Cono e fronteggiare la sfida del futuro. Nasce da un’attenta analisi della situazione del paese e delle problematiche locali”.
“La crisi dei Comuni del Mezzogiorno d’Italia non ha risparmiato la nostra cittadina, provocando motivi di seria preoccupazione”.
“È in corso un processo di spopolamento senza precedenti - continua il Sindaco -. I Sanconesi lasciano il paese per cercare lavoro altrove e lo fanno portandosi dietro la famiglia. Questa nuova ondata di emigrazione ha il biglietto di solo andata e chi va via rischia di non tornare più”.
“L’agricoltura è un settore in profonda crisi, il commercio e l’artigianato segnano il passo e l’edilizia è quasi ferma. A questo si aggiunge il disagio degli anziani, ormai diventati la maggioranza. È giusto attivare per loro una politica di sostegno economico e di integrazione sociale. Per i giovani si prospetta sempre più la strada dell’emigrazione. A loro è necessario dare una formazione professionale e culturale adeguata, per renderli cittadini europei; ma nel contempo bisogna offrire concrete prospettive di lavoro nella propria terra”.
“Di fronte a problematiche così complesse ci siamo posti questa domanda: è meglio dividerci come abbiamo fatto finora o è meglio per la nostra comunità unirci e affrontare insieme la sfida del futuro?
Noi abbiamo deciso di unirci”.

 

UNA CITTA', UN SANTO

 

La storia della città di San Cono è indissolubilmente legata alla devozione al Santo. Tutto inizia da un’antica leggenda secondo la quale l’abate Cono Navacita, dell’ordine dei Basiliani, intorno al 1780, si sarebbe presentato ad Ottavio Trigona che qui vi possedeva un feudo e una residenza estiva. Al feudatario il monaco, a cavallo di una bianca giumenta, chiese di vendergli una partita di grano per sfamare i suoi concittadini di Naso (ME) che vivevano un triste periodo di carestia. Ottavio Trigona acconsentì e fece riempire le sue bisacce e quelle degli amici che lo accompagnavano. Ma al momento del pagamento l’Abate, con modi umili e dimessi, confessò di non avere i soldi. Promise però che sarebbe ritornato per pagare il debito e consegnò come pegno il suo prezioso anello d’oro. Ma il feudatario attese invano il suo ritorno. Preso dalla collera e forse più dalla curiosità, volle recarsi personalmente a Naso per rivedere quel frate che lo avrebbe ingannato. Ma quale non fu la sua sorpresa, quando scoprì che il monaco, che si era presentato a lui, era morto da diversi secoli e precisamente nel 1236. Gridò al miracolo e decise di costruire, proprio nel suo feudo, un paese che volle denominare San Cono.
Fu così che nel 1785, lo stesso marchese Ottavio Trigona, discendente di una nobile famiglia di Piazza Armerina (EN), ottenne la licentia populandi e fondò questo piccolo paese della terra di Sicilia. Da quella data inizia la storia di una popolazione che, attraverso mille difficoltà, ha saputo costruirsi un futuro di benessere e di civiltà.


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