ANNUARIO 2003
SAN CONO

La Patria del Ficodindia
FRUTTO DELLA SALUTE

 

pagine a cura di Pino Randazzo

(in collaborazione con l'Ufficio P.R. editoriale)

Il sindaco Rosa Vallone

Il ficodindia (Opuntia Ficus Indica) è una pianta che appartiene alla famiglia delle cactacee ed è diffusa in tutti i paesi tropicali e subtropicali. In Sicilia è diventata una pianta simbolo della nostra terra. Un tempo i contadini la utilizzavano per delimitare i campi e i frutti. Considerati res nullius, potevano essere raccolti da chiunque. Oggi la coltivazione del ficodindia avviene in maniera razionale. Il territorio agricolo attorno a San Cono ha il privilegio, per la posizione geografica e per la natura del terreno, di essere particolarmente vocato alla produzione del ficodindia.

Gli agricoltori sanconesi hanno scoperto da tempo questa peculiarità e hanno voluto scommettere su questo frutto considerato una volta il pane dei poveri e non adatto quindi ai palati più raffinati. Attraverso il metodo della ricerca e della sperimentazione, aiutati in questo anche dalla facoltà di agraria dell’università di Catania, i nostri ficodindiocultori sono riusciti ad ottenere un frutto di ottima qualità. Nei mesi di maggio e giugno viene effettuata la scozzolatura e successivamente la diradatura che sono alcune delle tecniche specifiche per ottenere un frutto inimitabile, dal gusto prelibato e prezioso per la salute. Infatti al ficodindia, fin dai tempi più remoti, sono state riconosciute notevoli proprietà terapeutiche. Nel Messico, sua terra di origine, veniva adoperato come antinfiammatorio e le sue pale venivano applicate su contusioni, distorsioni, traumi e ferite. I medici di oggi gli riconoscono proprietà diuretiche, facilita la diuresi e cura la ipertrofia prostatica. Il suo consumo rallenta il processo di invecchiamento, trovando quindi applicazione anche in dermatologia. Il frutto è ricco di vitamina C, importante per le sue proprietà antiossidanti e di manganese e calcio, particolarmente indicati per la prevenzione dell’osteoporosi. Il frutto possiede eccezionali sostanze nutrizionali e, se consumato allo stato fresco, è considerato dai dietologi un ottimo integratore nella dieta mediterranea. Il ficodindia quindi denominato un tempo il “pane dei poveri”, può essere considerato “il frutto della salute”.

Sopra: Panorama di S. Cono
sotto: Chiesa e Palazzo Trigona

TRE CHIESE E UN’ICONA

Chiesa Maria SS. delle Grazie
Costruita su un lato della splendida piazza Umberto I, è la chiesa più importante del paese. L’inizio della sua costruzione risale al 1838. Fu definitivamente completata nel 1904. All’interno si trovano bassorilievi in gesso di ottima fattura che raffigurano scene del vecchio e nuovo testamento. Sopra ciascuno dei 4 altari laterali troneggiano dei dipinti su tela, di notevole pregio artistico. La statua di Cristo Redentore e quelle dei Santi Pietro e Paolo troneggiano sopra l’altare maggiore.

Chiesa di San Cono
È la più antica del paese. Fu fatta costruire dalla famiglia Trigona. Sopra l’altare maggiore domina un’artistica statua in legno del Santo Protettore. Sul soffitto dell’unica navata centrale sono raffigurati episodi tratti dalla vita di San Cono. In fondo alla chiesa esiste un quadro, di autore ignoto, che rappresenta la Deposizione.

Chiesa del Crocifisso
Costruita agli inizi del ‘900 sul luogo dove sorgeva la cappella del vecchio cimitero, si trova in cima a una lunga gradinata nella parte più alta del paese. Sull’altare centrale domina un grande crocifisso. Sui due altari laterali in marmo si trovano una statua in legno di San Calogero e una della Addolorata.
Sotto l’arco: spingendo lo sguardo dalla piazza Rosario Randazzo, si scorge in alto un sottopassaggio comunemente chiamato sotto l’arco.
Qui vi è un portone di legno sul quale è raffigurato un volto umano con la barba che un’antica tradizione attribuisce a San Francesco.

DATE DA RICORDARE

 

La festa patronale
È la festività più importante dell’anno. Si celebra la seconda e la terza domenica del mese di maggio. Per questa occasione tutto il paese è in festa. Numerosi emigrati ritornano, molti devoti dei paesi vicini vengono per sciogliere i loro voti e per ringraziare San Cono delle grazie ricevute. La statua del santo, al grido di "Viva Diu e Santu Conu", viene trasportata a spalla sopra una “vara” attraverso tutte le strade del paese, senza un percorso prestabilito. Fede e folkore trovano in questa ricorrenza una straordinaria unità. Per questo la festa di San Cono è caratterizzata da una sua originale peculiarità che desta enorme curiosità nei visitatori e suscita momenti di grande fede e devozione nei fedeli.


La Sagra del ficodindia
Si celebra la seconda domenica del mese di ottobre. È una festa popolare con la quale si vuole ricordare la laboriosità e la tenacia degli agricoltori sanconesi che hanno saputo trasformare il ficodindia da “pane dei poveri” in “frutto della salute”. Possiede buone qualità organolettiche e terapeutiche e viene utilizzato anche nel settore dolciario. San Cono è il primo paese in Europa nella produzione di questo tipico frutto di Sicilia e per questo viene denominato meritatamente la “città del ficodindia”. La sagra di quest’anno (nella foto), svoltasi dal 10 al 12 ottobre, ha avuto un grande successo per la straordinaria partecipazione di pubblico e per il consenso unanime per gli spettacoli in programma.

 

IL PERSONAGGIO

La nobile figura del Maestro Giambattista Caponetti, che svolse a San Cono la professione di maestro dal 1921 al 1961 e che ricoprì la carica di podestà dal 1933 al 1939 e quella di primo sindaco dell’Italia Repubblicana dal 1946 al 1956, viene ricordata in un libro di recente pubblicazione dal titolo “Io, il fucile e il mio cane”.
Si tratta di frammenti di storia sanconese conservati in alcuni preziosi manoscritti che lo stesso Caponetti scrisse, con mano incerta ma con memoria lucida, prima della sua morte. È uno straordinario spaccato della storia di San Cono, dagli anni 20 agli anni 50, vista da un personaggio che l’ha vissuta da protagonista nel campo scolastico, in quello sociale e amministrativo.

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