ANNUARIO 2003
INTERNET

Basta"SPAM"!

 

Quante volte abbiamo aperto la nostra casella di posta elettronica trovando decine di messaggi inutili, fastidiosi o imbarazzanti? A tutti sarà capitato di fare i conti con le e-mail indesiderate, con il cosiddetto spam. Di che si tratta? Sono messaggi pubblicitari di servizi, materiali, oggetti, etc. di cui non avevamo espressamente richiesto l’invio. È certamente il mezzo più abusato per trasmettere pubblicità commerciale e non ad una vasta schiera di utenti. Solitamente i mittenti (spammer) utilizzano server di posta elettronica non facilmente tracciabili (open relay) per evitare conseguenze spiacevoli. Costoro, inoltre, mantengono (ed a volte si scambiano) liste contenenti centinaia di migliaia di indirizzi e-mail raccolti in rete che rappresentano i destinatari dei loro invii. È molto più di un fastidio. La ricerca “McAfee Americans and Spam Survey” ha evidenziato che il 49% degli americani passa oltre 40 minuti alla settimana per cancellare la posta indesiderata, mentre il 14% rivela di impiegare circa 3,5 ore alla settimana - o 7,5 giorni all’anno - per liberarsi dallo spam. La cosiddetta “posta spazzatura” è stata identificata come la tecnologia N. 1 in termini di spreco di tempo (49%) con un ampio margine rispetto ad altre “seccature” tecnologiche come i sistemi di risposta automatica (24%) e connessioni Internet lente (19%). Escludendo la pornografia, la forma più frequente di spam, la ricerca ha evidenziato che i messaggi più diffusi sono relativi a offerte di finanziamento (30%), opportunità di credito (27%) e prodotti per il miglioramento delle prestazioni sessuali (27%).
Un nemico contro il quale da tempo è in corso una guerra senza esclusione di colpi, condotta essenzialmente su due versanti, quello della tecnologia e quello legale.
Nel primo campo ormai la maggior parte dei grandi sistemi che gestiscono la posta sono in grado di bloccare in entrata i messaggi riconosciuti come spam, posta spazzatura. Ci sono poi programmi specifici che aiutano ad evitare di trovare messaggi indesiderati.
Dal punto di vista legale, lo scorso 29 maggio il garante per la privacy è intervenuto nuovamente sull’argomento inasprendo le pene per chi utilizza liste di indirizzi per l’invio di posta non desiderata, aggiornando la legge 675 del 31 dicembre 1996.
Per chi poi desidera una guida pratica di difesa ecco i consigli presi dal sito www.cadabra.it
• non consideratelo come corrispondenza seriachiunque avesse qualcosa di serio da dirvi non userebbe invii massivi di e-mail non sollecitate. Chi lo fa, già si qualifica come spammer.
• assolutamente non rispondete allo spammersarebbe l’errore peggiore in quanto se lo spammer riceve una vostra e-mail (che sia di protesta o, ancora più ingenuamente, di garbato rifiuto dell’offerta prospettata), questo ha per lui un unico valore: gli conferma che il vostro indirizzo di e-mail è valido e che, ad esso, corrisponde una persona che ne legge i messaggi. È quindi probabile che inserisca il vostro indirizzo in altre liste o, come generalmente avviene, che rivenda il vostro indirizzo di e-mail ad altri spammer (un indirizzo la cui validità sia verificata ha un valore commerciale maggiore).
• non seguite mai alcuna istruzione riportata nel messaggio, diffidate in linea di principio da qualunque operazione vi venga richiesto di effettuare, specialmente se in rete. Anche quando venisse prospettata la cessazione dell’invio di e-mail al vostro indirizzo. Se poi si trattasse di un messaggio formattato in HTML, non bisogna cliccare nessun link e nessuna immagine.
• non attuate forme di ritorsione diretta sullo spammer sarebbe un modo sicuro per passare dalla parte del torto. Azioni del genere potrebbero danneggiare, più ancora dello spammer, altri sistemi utilizzati da parecchi utenti che non c’entrano nulla. Gli amministratori di tali sistemi prenderebbero, molto verosimilmente, dei provvedimenti nei confronti di chi avesse perpetrato tale azione, il quale non avrebbe nessuna giustificazione valida.
• segnalate l’abuso al provider dello spammer.

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