ANNUARIO 2003
INTERNET

<< e-Government>> cos'è?

di Enrico Escher

L’e-Government è uno dei punti chiave nell’attuale fase di sviluppo del nostro paese. È decisivo sia per cambiare il rapporto tra cittadino e istituzioni, sia perché può mettere sul mercato risorse economiche importanti che fungono da volano per l’economia del sud, attirando investimenti di importanti aziende dell’Information technology e facendo crescere quelle di casa nostra.
Il governo elettronico è, come detto, una delle facce che può assumere il rapporto tra cittadini ed istituzioni. È la via europea alla democrazia elettronica. Le tecnologie, quelle nuove così come quelle vecchie, sono tecnologie di potere, aperte ad esiti che possono però essere molto diversi l’uno dall’altro. Nel mondo anglosassone si è puntato a rafforzare il centro della comunità, a dare alle tecnologie un uso civico. I cittadini si ritrovano nella piazza telematica, dove si scambiano esperienze e messaggi, dove discutono, dove possono dialogare con le istituzioni.
In Europa è il Pubblico, sono gli Enti, a prendere in mano i fili dello sviluppo telematico. Lasciano intoccati i modelli di democrazia intervengono sulla reperibilià delle informazioni e sulla facilità di accesso ad esse. In pratica l’azione dell’amministratore diventa visibile a tutti.
Come si vede la democrazia elettronica e l’e-Government sono nodi centrali nel dibattito sullo sviluppo e sul ruolo degli enti locali. Un settore che ha visto il varo di un piano nazionale e di uno regionale.

Alla Regione siciliana tocca il compito di realizzare le infrastrutture e i servizi delle reti d’area regionale, mantenendo il coordinamento delle iniziative degli enti locali. Garantendo altresì la coerenza delle azioni con lo scenario nazionale ed europeo. Un piano ambizioso che prevede anche lo snellimento delle procedure amministrative, la riduzione degli adempimenti richiesti, l’individuazione di centri di responsabilità.
La Regione siciliana ha da tempo avviato un cammino per l’e-Government. L’assessore Alessandro Pagano fa il punto sulla situazione attuale.
“In questo momento - dice - abbiamo fatto partire una serie di bandi che riguardano alcuni settori molto importanti. Il primo è sul cablaggio, che abbiamo ad un certo momento ritirato e poi ripresentato dopo aver apportato gli ammodernamenti necessari. Un altro bando riguarda il protocollo informatico che ci consente di velocizzare l’intero iter burocratico. Un terzo bando è sul mandato informatico che accelererà in maniera sostanziale la velocità dei pagamenti. Il passaggio tra funzionario, dirigente, ragioneria, assessorato, approvazione, tesoreria, diventerà assai più rapido grazie alla trasmissione digitale dei dati. Infine c’è il bando sulla società mista, che rappresenta un po’ la madre di tutto. Con la SESI attiviamo la capacità per la Regione di comunicare on line. È un passaggio fortemente voluto per una gestione più dinamica, che venga affidata alla società con i migliori requisiti. Attualmente ce ne sono 8 in lizza, si tratta di aziende di livello mondiale. Quale di loro vincerà ci darà gli strumenti per superare un gap che attualmente è rilevante”.

Perché sono importanti questi processi di e-Government?
“Perché si tratta di una grande opportunità per la Sicilia. Noi abbiamo infrastrutture di base inadeguate. Questa iniziativa ci consentirà di accorciare il divario con le regioni più evolute, facendo viaggiare file, idee, per dirla con Negroponte non atomi ma bit. Le infrastrutture classiche rallentano, qui gli obiettivi sono raggiungibili in tempi relativamente brevi”.
Ma per il cittadino quali sono i vantaggi reali?
“Si tratta di vantaggi concreti. Quando il sistema sarà a regime i rapporti tra i cittadini e la pubblica amministrazione, tra i cittadini e le scuole, tra i cittadini e gli enti locali diventeranno molto più agevoli e trasparenti. Nei prossimi giorni metteremo in moto il cammino per realizzare le Reti civiche. Stiamo creando le condizioni perché i siciliani possano diventare cittadini elettronici con tutti i diritti. Anche la messa in gara dello sportello unico accessibile da casa sarà un altro passo importante. Stiamo portando avanti questa rivoluzione tenendo ben presente che al centro di tutto deve esserci la famiglia con tutte le sue esigenze concrete. Ci vorrà un anno per espletare tutto e fra due o tre anni avremo finalmente il grande portale unico”.
Il Governo nazionale, da parte sua, ha dato il via alla seconda fase del processo di E-Government (la pubblica amministrazione elettronica). Il decollo avverrà con una dotazione di 209,5 milioni di euro di risorse statali e, soprattutto, con una novità che fa ben sperare per il successo del progetto di ammodernamento innovativo e digitale del Paese: per la prima volta Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità Montane sono in grande sintonia e hanno una “visione condivisa” dell’e-Government.
“La più grande ‘azienda’ italiana di servizi - ha spiegato il ministro per l’Innovazione Lucio Stanca - ossia lo Stato, ha deciso di riorganizzarsi profondamente spostando la maggior parte dei suoi processi decisionali e gestionali dal centro al territorio. Da questo possono derivare grandi benefici in termini di efficienza e di economicità solo se la riorganizzazione coincide con una radicale innovazione delle tecnologie di processo, di servizio e di gestione”.
Per sostenere i 134 “cantieri digitali”, aperti con la prima fase dell’e-Government, il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha sinora concesso co-finanziamenti per oltre 118,8 milioni di euro, il 44% dei quali assegnati ai Comuni, il 33% alle Regioni, il 19% alle Province e il 4% alle Comunità montane; disponibilità che, assommata alle risorse degli enti locali, ha determinato un investimento globale senza precedenti di 492 milioni di euro. Una fase che ha dimostrato sia la capacità di innovazione di Regioni, Province, Comuni e Comunità montane in stretta collaborazione con il Governo, sia l’utilità del coordinamento delle Regioni sul loro territorio.
Stanca ha anticipato che la seconda fase dell’e-Government dispone di finanziamenti statali per 209,5 milioni di euro, cui si aggiungeranno (come nella prima fase) le risorse degli Enti locali ed i fondi comunitari. Sono previste 7 linee d’azione: sviluppo dei servizi infrastrutturali locali (56 milioni di euro); diffusione territoriale dei servizi per cittadini e imprese (71 milioni di euro); espansione territoriale e completamento dei servizi per lavoro e sanità (10 milioni di euro); inclusione dei piccoli comuni (-5 mila abitanti) nell’attuazione dell’e-Government (29 milioni di euro); avviamento di progetti per lo sviluppo della cittadinanza digitale, l’e-Democracy (10 milioni di euro); promozione dell’utilizzo dei nuovi servizi presso cittadini e imprese (4 milioni di euro); formazione e assistenza per gli enti locali (14,5 milioni di euro), compresi 15 milioni di euro ancora da destinare.

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