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Piazza Stesicoro
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Un altro anno che se ne va, mentre il sindaco di Catania
Umberto Scapagnini chiude il suo terzo bilancio di attività. In
città si fa un gran chiacchierare e certo gli spunti non sono mancati
in quest’ultimo anno. Ma “quando si fa e si lavora è
molto probabile ricevere critiche – esordisce il sindaco –
si sta molto più tranquilli e indisturbati quando si rimane a braccia
incrociate”… e forse è vero. Comincia così,
la lunga chiacchierata con Umberto Scapagnini. La domanda iniziale non
è, certo, tra le più leggere. Sarà stato, forse,
il massiccio battage pubblicitario, che vede il sindaco in grandi manifesti
sparsi per tutta Catania, ma si va subito al nocciolo di uno degli argomenti
più delicati, i grandi lavori di riqualificazione viaria e, carta
e penna alla mano, contiamo insieme i cantieri aperti, dal centro alla
periferia. Così, chilometro dopo chilometro ripercorriamo la via
crucis dei catanesi, automobilisti e pedoni compresi, a cominciare dalla
Via Etnea. La ripavimentazione del salotto di Catania, procede secondo
tabella di marcia; d’altra parte, i risultati conseguiti fino a
questo momento, da Viale XX Settembre a piazza Stesicoro, rinfrancano
l’animo dei catanesi che allo shopping tra transenne e ruspe non
ci fanno più così tanto caso. Da dicembre a febbraio, poi,
la Via Etnea sarà totalmente libera per consentire a commercianti
e cittadini di trascorrere al meglio il lungo periodo di vacanze che va
dal Natale a S’Agata. I lavori per l’ultimo tratto, dai Quattro
Canti al Duomo, dunque, riprenderanno solo a marzo per concludersi in
un paio di mesi.
Quando si parla di traffico e commercianti del centro storico, però,
la faccenda diventa più seria. E se per piazza Stesicoro il pericolo
è ormai scongiurato con la riapertura di fine ottobre che ha dato
ossigeno ad una circolazione ormai allo strenuo delle forze, boccheggiante
di fronte ad avvilenti gimcane ed improbabili percorsi, non c’è
pace per piazza Duomo! La situazione resta cristallizzata, infatti, di
fronte al braccio di ferro fra amministrazione e commercianti della pescheria
e delle vie Vittorio Emanuele e Garibaldi. Chi vincerà?
- Sindaco, i commercianti continuano ad addebitare la responsabilità
della crisi del settore alla chiusura al traffico di piazza Duomo, lei
non ne è affatto convinto ma alla fine cederà?
“Piazza Duomo non la apro. Tanto per essere chiaro. Sarà
il nucleo da dove nascerà il nuovo commercio di Catania. Se noi
ai commercianti forniamo i parcheggi adeguati, come quello che stiamo
allestendo al porto; se mettiamo a disposizione le navette, come stiamo
organizzando, garantiamo che i clienti tradizionali arrivino comunque
e non ci saranno problemi”.
- I commercianti non sono molto d’accordo, in due anni di chiusura
- dicono - la crisi del settore è cresciuta esponenzialmente…
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Il Sindaco di Catania
Umberto Scapagnini
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“Il settore è in forte crisi, è vero!
Ma imputarla alla chiusura della piazza sarebbe un errore. Sono due anni
che il commercio è in crisi, innanzitutto a causa dell’entrata
in vigore dell’Euro. E poi, c’è un altro problema serio:
la concorrenza dei grandi centri commerciali e gli esercenti del centro
storico dimostrano una certa incapacità nel rilanciare il settore”.
- Qualcuno ha fatto recentemente circolare il suo programma pre-elettorale,
Sindaco, evidenziando il punto in cui lei si è impegnato al rilancio
economico delle vie Vittorio Emanuele e Garibaldi, è ancora così?
“L’ho detto: sarà il nucleo dove nascerà il
nuovo commercio di Catania. Noi dobbiamo attirare nuova clientela. Dobbiamo
fare sì che come succede nelle grandi città, la gente vada
per vedere le bellezze, e nello stesso tempo a fare gli acquisti …
insomma, i gioiellieri di Ponte Vecchio a Firenze non si lamentano affatto
che la zona sia chiusa al traffico!
D’altra parte, noi abbiamo il dovere politico di pianificare e di
guardare agli interessi della maggior parte della città”.
- A proposito di pianificare e programmare, Sindaco, lei prima ha parlato
del parcheggio del porto. Ma i 13 parcheggi scambiatori che darebbero
davvero respiro alla città e la metropolitana, valido strumento
alternativo al mezzo privato, a che punto stanno?
“Per quanto riguarda i parcheggi, il primo a partire sarà
senz’altro quello di Nesima, mentre gli altri sono nella fase degli
stanziamenti. La metropolitana, invece, procede e verrà completata
Si è conclusa la prima metà; ora, sono stati fatti tre bandi,
finanziati grazie al nostro personale intervento a livello del Ministero
delle Infrastrutture, che permetteranno entro due anni il completamento
della metropolitana, dal congiungimento alle ferrovie sino all’aeroporto.
Dal centro storico, passando per i cantieri delle dodici piazze cittadine
in fase di rifacimento - valgano come esempio piazza Palestro e piazza
Cutelli ancora transennate - si arriva ai cosiddetti grandi lavori di
riqualificazione urbanistica. Si tratta di opere che rientrano nel master
plan della città - continua il sindaco - di quel piano di riassetto
urbanistico globale che si affianca al piano regolatore generale”
- A proposito Sindaco, e il Piano Regolatore Generale?
“Il Prg è ormai in una fase di elaborazione finale per il
passaggio al consiglio comunale. A partire da ottobre, quindi, sono state
avviate alcune delle tante opere che rientrano, appunto, nel master plan
della città. Prima fra tutti la trasformazione della circonvallazione
di Catania che da Nesima a Cannizzaro diventerà una via cittadina
a traffico lento ma continuo, con aree pedonali a verde e rotonde, che
sostituiranno incroci e semafori. Collegati a questi lavori ci saranno
l’abbattimento del ponte del Tondo Gioieni, struttura ormai vecchia
e non rispondente più ai criteri di sicurezza sismica, e l’eliminazione
del cavalcavia di Ognina, che tra le altre ragioni, restituirà
nella sua originale bellezza il porticciolo del borgo marinaro. Rientra
nel piano anche il rifacimento del lungomare Ognina in strada di passeggio,
e il trasferimento sulla Via Alcide De Gasperi del traffico veicolare”.
- Sindaco, su quale logica si basa il master plan?
“L’idea è quella di eliminare una vecchia cintura di
castità fra il centro e quella che ormai non può più
chiamarsi periferia (via Galermo, Fasano, Villaggio Dusmet) e costituire
un sistema viario moderno ed efficiente. Catania è, tra l’altro,
una città anomala perché se gli abitanti sono trecentocinquantamila,
durante il giorno per strada se ne contano almeno settecento mila! Non
solo, Catania è stata riconosciuta come città a forte rischio
sismico e il riassetto urbanistico risponde a precisi requisiti di sicurezza”.
- In virtù del riconoscimento di Catania come città a forte
rischio sismico le sono stati recentemente conferiti i poteri speciali
quale commissario straordinario per le emergenze traffico e terremoto,
questo ha dato una accelerazione ai lavori?
“Certamente, i poteri hanno permesso di scavalcare alcune procedure
e iter burocratici che avrebbero rallentato di almeno quattro volte la
realizzabilità. Tutto questo rappresenta una svolta per Catania”.
- Senza entrare nel merito delle opere da realizzare, e limitandoci ad
un aspetto puramente programmatico dell’apertura dei cantieri, lei
riconosce come questi lavori stiano creando il caos in città, mandando
in tilt traffico e cittadini?
“Certo che lo riconosco! Ma se i catanesi vogliono vivere bene nel
futuro devono cominciare a capire che si devono fare i sacrifici. E la
maggior parte dei sacrifici, tra l’altro, sono stati già
affrontati, in quanto il rifacimento del centro storico è stato
completato. I cantieri grandi, adesso, sono all’esterno e non interferiscono
in maniera pesante sul traffico e infine, vorrei dire, i cantieri sono
‘lavoro’. La cosa più importante è che si riaprano
i cantieri, che si vedano le gru, che la gente e i nostri giovani ricomincino
a lavorare. Se è vero, infatti, che Etna Valley è una ricchezza
per tutti è anche vero che è più rivolta alle categorie
specializzate mentre noi dobbiamo trovare lavoro anche per chi fa il manovale,
e questo significa “cantieri”… E allora, la gente sopporti
un po’ di più il fastidio del traffico perché fra
qualche mese il traffico sarà normale ed avremo decine di migliaia
di posti di lavoro in più… Tutto questo non serve a niente?
Guardiamo al futuro!”.
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