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La curva del "Celeste" a Messina
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Così il gigante di cristallo crolla, i presidenti non possono pagare
profumatamente i loro gioielli e scoppia il caos. In un momento in cui esiste
un principio di recessione e soldi liquidi non ne scorrono poi tanti, ecco che
chi prende centinaia di miliardi per stare in mutande a dar calci ad un pallone
non ci sta più, incrocia le gambe e spegne le tv. Un calcio incomprensibile
per chi ha vissuto momenti esaltanti di questo sport, fatto di campioni veri che
fecero sognare gli italiani della mia età in Spagna nell'82, quando venne
inventato il silenzio stampa.
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Tiforeria rossazzurra allo stadio "Angelo Massimino"
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Allora sembrava incredibile quella presa di posizione e si criticarono elementi
del valore di Zoff e Scirea, di Paolo Rossi e Cabrini, di Conti e di Ciccio Graziani,
oggi vice presidente del Catania. Quei campioni autentici che forse guadagnavano
troppo già allora, ma che avevano pur sempre qualcosa da dare ai tifosi
oltre alle parole e alle promesse. Non si chiamavano Ronaldo, ma giocavano spesso
e bene, erano e sono uomini veri e come tali hanno fatto sognare.
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Riccardo Gaucci
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Un calcio diverso, d'altri tempi, della nostra gioventù e forse anche
per questo ricordato con maggiore affetto. Stranamente però le tre siciliane
di B di quest'anno con quel calcio hanno un qualcosa in comune. Oltre Graziani,
danno infatti le emozioni di chi sembra deciso a lottare, da vaso di coccio, perché
in un campionato di B che somiglia piuttosto ad una A2, fra tanti vasi di ferro.
Società dal passato glorioso quali Napoli, Verona, Sampdoria, Genoa, Venezia,
Vicenza, Bari, Cagliari, Lecce, sono sicuramente rivali difficili e stare con
loro, alla pari, magari con qualcosa in più da gettare nella mischia, inorgoglisce
e fa sognare tempi eroici. Ecco cosa hanno in comune con i campioni di Spagna
'82. La sfida a miti apparentemente inavvicinabili. E chissà che anche
stavolta non si ripeta il miracolo e a fine stagione non si possa festeggiare
il ritorno di una siciliana in serie A. L'ultima impresa simile riuscì
venti anni addietro al Catania del presidente Angelo Massimino e del tecnico Gianni
Di Marzio. Sembra lontana anni luce quell'impresa, ma al tempo stesso sembra oggi
a portata di mano. Dunque perché non crederci? Sogniamo stando vicini ciascuno
alla propria squadra e a fine anno, comunque vada, brindiamo se una siciliana
si ritrova nell'Olimpo del calcio. Perché sarà una vera festa siciliana.
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