ANNUARIO 2002
INTERNET

Shopping on line

Ancora qualche cifra. Secondo una ricerca condotta da Yahoo e ACNielsen, la fiducia dei consumatori nel commercio elettronico continua a crescere. Questi i dati: nel quarto trimestre del 2001 i consumatori hanno speso online in media 226 dollari a testa; nel terzo trimestre ne avevano spesi 219 a testa. Le previsioni per il 2002 parlano di 15 miliardi di dollari spesi online. Per quanto riguarda le categorie in cui si effettuano il maggior numero di acquisti, i viaggi restano sempre in testa. Fattori che facilitano tale successo sono:
- la capacità di individuare la migliore offerta per il 37% degli interpellati;
- l'abilità nel ricercare online per il 35% degli intervistati.
Ritorniamo così alla nostra spesa on line. È uno dei fenomeni, come abbiamo visto, che sta prendendo piede, al di là delle insofferenze degli scettici. Ogni anno sempre più gente usa Internet per fare degli acquisti. Superando alcune difficoltà che parevano insormontabili, per esempio la diffidenza a dare il proprio numero di carta di credito, o i problemi della distribuzione. Certo non tutto si compra e si vende sul web. Per alcune cose è più divertente fare quattro passi, lo shopping al centro è un'abitudine a cui non si rinuncia facilmente. Tenere su una libreria virtuale può essere molto costoso, ma se alcuni decidono di mollare, per altri la porta del paradiso è vicina. È il caso di Amazon, uno dei pionieri del commercio elettronico, specializzato nelle vendite di libri, cd ed altro ancora, che si avvicina a grandi passi al momento dei guadagni. Il vero boom lo sta vivendo il settore dei viaggi, che marcia ad una velocità impressionante. Ormai i siti di turismo virtuale sono tra i più cliccati. Ed anche nella speciale classifica degli acquisti sono ai primissimi posti. Molte compagnie aeree, prima quelle low cost, ma anche le più grandi e tradizionaliste, vendono via Internet, risparmiando in maniera clamorosa sui costi di gestione. E stiamo parlando soltanto di una faccia della medaglia. In realtà, anche se pochi lo sanno, il vero cuore pulsante del commercio elettronico nel mondo, ed ora anche in Italia, è il cosiddetto B2B, vendere cioè non ai consumatori ( B2C), ma ai venditori. Più dell'80 per cento del fatturato riguarda infatti questi scambi.

Ed ora anche il governo italiano, per gli acquisti delle amministrazioni pubbliche, ha indicato la strada del web che consente enormi risparmi e maggiore efficacia. Per quanto riguarda il B2C, uno dei problemi con cui il commercio elettronico deve fare i conti è quello della sicurezza. Dare il numero della propria carta di credito attraverso Internet non è, come abbiamo detto, ancora una cosa che convince a pieno la gente. Anche se molte diffidenze sono state superate. C'è poi il problema, comune però a tutti i tipi di vendita a distanza, della qualità della merce, che si compra senza, in pratica, averla vista. Per questo sono sorti molti siti per la tutela dei consumatori. L'ultimo grido in fatto di "web marketing" è il matrimonio tra informazione mirata e vendita al cliente. Una strategia portata avanti dai grandi gruppi che mette insieme la gente interessata ad un certo settore offrendo notizie e curiosità su quell'argomento insieme alla possibilità di fare acquisti. Sono almeno tre i campi nei quali questo è già in fase sperimentata di attuazione: quello alimentare, quello della musica e dei libri e quello dell'informatica. Si moltiplicano infatti siti e "portals" dove i navigatori di Internet vengono aggiornati ed incuriositi e, in qualche modo, "spinti" all'acquisto di merci e prodotti. Ha fatto storia l'esperienza di Amazon.com che dalla vendita on line di libri e cd è passata adesso a giocattoli, viaggi e computer. Una strada che in Italia hanno percorso in molti, dal gruppo Espresso, con Kataweb, a Yahoo ad Excite a Mediaste, con alterni risultati. A fronte di alcuni successi ci sono stati anche clamorosi fallimenti. Il futuro, infine. Il futuro, per il commercio elettronico, potrebbe essere a tre dimensioni. A guidare la rivoluzione sarà la Nintendo generation, quella degli ex ragazzi cresciuti davanti ai videogiochi. Gli americani, che di roba da vendere in rete se ne intendono, non hanno dubbi: le rappresentazioni grafiche sostituiranno presto le parole nei processi decisionali e di gestione perché le nuove generazioni sono naturalmente in grado di comprendere le interfacce visive molto meglio del linguaggio scritto. Attraverso la realtà virtuale, sempre più simile al mondo reale, potremo guidare con successo l'azienda, prendere decisioni manageriali in brevissimo tempo e risolvere problemi complessi senza essere necessariamente tecnici del settore. Naturalmente grazie anche all'ausilio di computer sempre più potenti e veloci e allo sviluppo dell'ampiezza di banda che permetterà di spostare megabyte in tutto il mondo senza problemi.

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