Agricoltura e turismo. Come dire: la forza della tradizione e le (legittime)
tentazioni della modernità. Licodia Eubea "sfida" la sua dimensione
di piccolo paese di un hinterland sin troppo isolato e arretrato. E intende farlo
con le migliori armi a sua disposizione, frutto della generosità della
natura e della laboriosa mano dell'uomo. Oggi - inutile negarlo - l'economia licodiana
è soprattutto basata sull'agricoltura e sulla viticoltura in particolare.
Una secolare "vocazione", quella di coltivare e vendere la gustosa uva
da tavola, che si modella sul vorticoso e pittoresco saliscendi dei vigneti che
"abbracciano" la piccola cittadina licodiana. Ma oggi la qualità
del prodotto di per se stessa non basta:
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"Bisogna pensare in grande, associarsi per trovare dei mercati ancora
inesplorati", sostiene il sindaco Nunzio Li Rosi (nella foto). Ed è
stato proprio lui a rompere quella sorta di "tabù" che voleva
Licodia in una posizione di rottura con i "cugini" di Mazzarrone. Ha
teso una mano al sindaco mazzarronese Nunzio Busacca, ha collaborato fattivamente
alla riuscita di un'unica manifestazione promozionale, la terza "Vetrina
dell'uva".
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Festeggiamenti della Patrona del paese
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In questo modo s'è scongiurata la "cristallizzazione" in tante
sagre e feste varia, in direzione di un'unica valorizzazione dell'uva. Tutto ciò
ha anche una ragione pratica ancora più significativa: l'entrata del territorio
licodiano nel marchio di qualità Igp "Uva da tavola di Mazzarrone",
che comprende anche Caltagirone e i centri iblei di Acate, Chiaramonte Gulfi e
Comiso. Il futuro è la cooperazione: un grosso compratore non può
andare a trattare le piccole quantità di uva con centinaia di produttori,
ma deve avere un unico interlocutore che li rappresenti tutti.
Stiamo movendo passi concreti per trovare i giusti contatti, ma adesso devono
essere anche i nostri imprenditori a saper rischiare, a modernizzare il loro modo
di fare marketing. Basti pensare che con un ordine di un grosso mercato tutti
i viticultori possono programmare l'intera stagione e vivere serenamente per un
anno". Ma l'agricoltura di Licodia è anche olio d'oliva e prodotti
tipici, come l'ormai mitica "patacò", una farina di cicerchia
che rappresenta un vecchio cibo "povero" oggi riscoperto in tutte le
sue suggestioni, fino a diventare la protagonista dell'omonima sagra organizzata
con il contributo della Provincia.
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