E sulla loro potenziale traiettoria si trovano, per fortuna ancora lontani,
gli abitati di Nicolosi, Belpasso e Ragalna. Viene rapidamente messo a punto e
approvato un progetto d'intervento estremamente semplice. L'obiettivo è
quello di arrestare, o in via subordinata di rallentare, l'avanzamento verso valle
del flusso lavico, interrompendone l'alimentazione in prossimità delle
bocche. Il progetto prevede l'apertura, mediante esplosivo, di un varco nel fianco
del canale lavico, in modo da ottenere il deflusso della lava in un canale artificiale,
appositamente predisposto e parallelo a quello naturale ed anche la costruzione
di argini mediante movimenti di terra, che guidino il percorso della lava deviata.
L'eruzione termina il 6 agosto, 84 giorni dopo l'intervento (14 maggio), 130 giorni
dall'inizio. Fu questa la prima volta in cui l'uomo ha dimostrato che è
capace di controllare e dirigere il flusso lavico. Una strada è tracciata
per una più facile convivenza dell'uomo con il più attivo vulcano
d'Europa.
ERUZIONE DEL 1986
E' gennaio quando il cratere di Nord Est inizia una veemente (e costante) attività
esplosiva, mentre il Sud Est emette gas e cenere viene spruzzata dal cratere centrale.
L'attività continua fino a giugno. Una pausa, giacché un mese dopo
il Nord Est torna a farsi sentire, avviando la solita attività stromboliana.
Il 14 settembre il trabocco lavico. Giorno 24 dello stesso mese il collasso delle
pareti interne, la gigantesca esplosione, il fumo alto in cielo e fontane di lava
alte fino a 600 metri. Le scorie laviche arrivano fino a 500 metri dalle bocche
eruttive.
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ERUZIONE DEL 1991-1992
Questa eruzione, scoppiata il 14 dicembre del 1991 a 3.000 m. di quota alla base
del cratere di Sud Est si avvia a diventare l'eruzione dei primati. Non solo per
la durata, oltre 180 giorni, fino al giugno 1992, ma anche perchè ha richiesto,
così come quella del 1983, un elevato numero d'interventi ad opera della
Protezione Civile per evitare che la colata raggiungesse l'abitato di Zafferana
Etnea. L'eruzione seguendo un suo disegno, ha ricoperto una delle più belle
zone dell'Etna, la Val Calanna, una verde e rigogliosa vallata ricca di frutteti
e castagneti coltivata con cura ed amore dai contadini di Zafferana Etnea. Ha
ricoperto, sovrapponendosi ad antiche e recenti colate, le tracce di un sentiero
che costeggiando le alte pareti della Serra del Salifizio conduceva nel cuore
della Valle del Bove. Ha distrutto completamente ciò che rimaneva del vecchio
rifugio G. Menza, uno dei primi rifugi dell'Etna costruito negli anni Trenta.
ERUZIONE DEL 2001
Comincia nella metà di luglio dello scorso anno, dura meno di un mese,
invade il piazzale del Rifugio Sapienza, minaccia Nicolosi, stravolge il panorama
di Pian del Lago.
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