ITINERARIO ENOGASTRONOMICO
Sono in tanti a Castiglione di Sicilia a credere fortemente nella possibilità
di creare sviluppo economico legato al turismo. E fra questi l'assessore Cinzia
Bonaventura che, quando il sindaco gli ha chiesto il suo contributo per concretare
il programma politico presentato agli elettori durante l'ultima competizione elettorale,
ha preteso la delega al Turismo, convinta più che mai che solo un impegno
forte in questa direzione possa risollevare le sorti di un paese dalle antiche
tradizioni ed a guardia sia della Valle Alcantara sia dell'Etna, e quindi porta
principale per chi delle due rispettive aree naturalisitiche protette vuole conoscere
aspetti e caratteristiche. Del resto poi, e noi lo abbiamo provato, a Castiglione
non si viene solo per vedere le case, i palazzi, i monumenti, le antiche vie,
il Castello o l'ambiente ma anche per assecondare i desideri, sicuramente meno
nobili ma altrettanto utili, del nostro palato, se è vero che esiste una
tradizione che, nel paese in bilico fra l'Etna e l'Alcantara, trasmettono una
cucina e dei prodotti tipici buoni da morire e unici nel loro genere:
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"Se alle risorse artistiche - ci dice il battagliero assessore Bonaventura
- ed a quelle architettoniche, abbiniamo l'aspetto enogastronomico, possiamo dire
che Castiglione dà una proposta completa sulle tradizioni, gli usi e costumi
di tempi ormai andati, ma tutti da riscoprire". Già perché
qui il vino è una "istituzione" non meno importante di quelle
vere. Esiste la cultura del vino che sfocia quasi in ossessione per la meticolosità
che caratterizza ogni fase di produzione a cominciare dalla raccolta, alla pigiatura,
fino alla conservazione dove le botti devono essere di quelle "giuste"
altrimenti l'intera produzione per i castiglionesi va in malora. "Castiglione
è "Città del vino" - ci conferma l'assessore Bonaventura
-. Pregiati vini DOC esportati in tutto il mondo, fanno di questo territorio l'area
vitivinicola più rilevante della Sicilia orientale. È questa la
zona geografica più incline alla coltivazione dei vitigni rossi, tra cui
il Nerello Mascalese, vero protagonista della viticoltura etnea. Merita una visita
alla mostra permanente che raccoglie prodotti da tutte le migliori aziende vitivinicole
siciliane e una sosta degustazione presso le contrade Rovittello. Solicchiata
e Passopisciaro, che vantano vitigni tra i più rinomati ed antichi della
Sicilia". Seguiremo il consiglio, anche perché, se è vero che
qui il vino è protagonista, in tavola accompagna e serve piatti e prodotti
che a Castiglione, immaginiamo, non mancano. "Certo che no - risponde l'assessore
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I prodotti tipici locali si fondano su un'importante e rinomata tradizione
di qualità. Piatti e ricette che vengono riscoperti oggi dai migliori palati
ma che qui, non sono stati mai dimenticati. Si possono trovare ottimi formaggi,
salumi, assieme ad altri innumerevoli prodotti, come le castagne e le nocciole.
Non sono da meno le conserve: funghi e pomodori secchi sott'olio. Sono prodotti
eccellenti, forti di una tradizione artigianale che a Castiglione ha secoli di
storia". Ed allora Cinzia Bonaventura ci descrive quasi un menù completo,
tanto per farci venire l'acqualina in bocca. "La gastronomia si ricorda anche
per i primi piatti - racconta -. Primo fra tutti i maccheroni caserecci al sugo
di coniglio. Prima ancora della pasta viene pero, il pane: olio, origano e pomodoro
per il più diffuso pane "cunsato" (condito), da consumarsi caldo,
appena sfornato. Tra le tante specialità dolciarie, vi sono delle vere
e proprie prelibatezze. Tra queste spiccano le paste di nocciola e di mandorla
e i famosi "sciauni" una sfoglia di pasta fritta farcita di ricotta,
zucchero e cannella. Insomma - conclude - un itinerario, quello gastronomico,
tutto da scoprire e da gustare per un'indimenticabile vacanza all'insegna del
buon bere e mangiare e poi basta parlare, andate tutti ad assaggiare". E
noi abbiamo accettato il consiglio senza pentirci. Anzi, ritorneremo, piacevolmente
convinti che Castiglione è paese di vacanza, terra tranquilla abitata da
gente semplice, onesta e laboriosa, dove il sole picchia forte per maturare i
chicchi di un'uva buona da mangiare ma con la quale è bello fare, come
si faceva una volta, il migliore vino dell'Etna.
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