ANNUARIO 2002
TRABIA

Mahall, borgo arabo

L'oasi dove non manca mai l'acqua
La chiamano sorgente dell'acqua dell'Oro. Il prezioso liquido che ne scaturisce è, semplicemente, l'acqua. Se prelevata a 500 metri sopra il livello del mare è un'acqua oligominerale in grado di prevenire le malattie tiroidee, utilizzata anche per favorire la cura delle stesse malattie. Più a valle è semplicemente acqua potabile e già questo non è poco in Sicilia. Proprio utilizzando quest'acqua, anticamente, a Trabia si preparavano gli spaghetti. Ma pasta ed acqua non sono le uniche ricchezze di Trabia: "Stiamo avviando una vera e propria programmazione che permetterà, nel medio termine, al nostro comprensorio, di vivere una crescita sociale, turistica, ambientale, culturale e, da ultimo ma non per ultimo, economica - dice il sindaco Giuseppe Di Vittorio -. Abbiamo ereditato un Comune che necessitava di tanti interventi ad iniziare dalle Opere Pubbliche. Così abbiamo ottenuto finanziamenti per ben 900.000,00 euro, che per noi sono una bella cifra. Li utilizzeremo per la riqualificazione della costa, valorizzando il nostro litorale. Madre natura è stata benigna con il nostro territorio. Golfi, insenature, spiagge, mare pulito, ci sono mille motivi per i quali i turisti possono scegliere Trabia". Ed in effetti è così. Tedeschi, americani, svizzeri, olandesi, scandinavi sono di casa in questa zona della Sicilia. Vengono a passare le proprie vacanze da aprile fino ad ottobre. Chi giunge a Trabia se ne innamora, sia per il mare pulito sia per tanto altro. C'è il castello dei Principi Lanza di Trabia risalente al 1400 e che porta ancora le tracce del rifacimento del 1600. "La valorizzazione della costa non è l'unico intervento che stiamo portando a termine - continua il sindaco Di Vittorio -. Il piano delle opere pubbliche prevede anche la realizzazione della scuola materna che a Travia non esiste. Un servizio in più, importante nel territorio, già apprezzato per i suoi porticcioli turistici".

Sulla dominazione normanna a Trabia ancora non si sono avute notizie, comunque sicuramente l'attuale castello nelle sue principali strutture, è di quel periodo. Nel castello di Trabia si ritrova infatti questa particolarità; ha una forma quadrata (struttura più antica) di mt. 50 circa per ogni lato ed ha il mastio centrale e una torre quadrata all'interno, che era l'ultima difesa del signore del luogo. Nei vari piani, vi erano distribuite le camere del signore, le prigioni, ed eventuali passaggi segreti per potere fuggire in caso di necessità. È certo quindi che i normanni ristrutturarono l'antica fortezza araba adeguandola ai loro sistemi bellici. Durante la dominazione sveva ed angioina (1200-1375) in tutta l'isola si creò un radicale mutamento nella struttura degli insediamenti. Infatti da un territorio intensamente popolato ancora in epoca normanna o dai piccoli borghi indifesi (i casali), abitati in massima parte dai contadini, si passò al concentramento della popolazione in pochi centri (città fortificate) date le continue scorrerie che questi eserciti effettuavano continuamente in tutto il territorio.

Anche Trabia, senza dubbio, dovette trascorrere degli anni bui che dettero un duro colpo all'economia del piccolissimo borgo, ma il centro, con l'avvento degli Aragonesi (come del resto tutta l'isola), ricominciò la propria ascesa che non ebbe più fine. Nel secolo XIV da un privilegio di Federico III d'Aragona si rileva che in quel tempo vi erano uno o più mulini della Regia Curia dati in concessione a Bertino Cipolla e ceduti alla sua morte dallo stesso re a Lombardo Di Campo. In detta concessione si legge infatti "Al medesimo Lombardo siccome benemerito, ed ai suoi eredi da lui legittimamente discendenti, concediamo in perpetuo il predetto molino di Trabia con tutti i diritti, terre, regioni e pertinenze sue che una volta teneva un certo Bertino, nonché il diritto di altri molini censuali della nostra curia di siti e posti nella detta terra e nel territorio della stessa, sotto il servizio di un solo balestriere il quale servizio il detto Lombardo deve fare gratuitamente per se e per i suoi eredi". Nel 1410 la concessione del territorio passò a Guglielmo Tricotta e poi a Bernardo Tricotta che nelle sue disposizioni testamentarie la legò al Convento del Carmine di Palermo. L'anno successivo il convento lo passò a Bernardo Di Bartolomeo. Da un atto del notaio termitano Antonino Bonafede si evidenzia che il 31-12-1444 i Giurati di Termini concessero in enfiteusi a Leonardo Di Bartolomeo, protonotario regio, per tre once annuali, il territorio di Trabia, con mulini, e castello, per potere esercitare l'industria delle cannamele. L'unica nipote di questo, Aloisia, sposò Blasco LANZA (1466 - 1535), barone di Galati (l503) e di Randazzo (1507), portando a questo, in dote, le terre della Trabia.

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