L'oasi dove non manca mai l'acqua
|
La chiamano sorgente dell'acqua
dell'Oro. Il prezioso liquido che ne scaturisce è, semplicemente, l'acqua.
Se prelevata a 500 metri sopra il livello del mare è un'acqua oligominerale
in grado di prevenire le malattie tiroidee, utilizzata anche per favorire la cura
delle stesse malattie. Più a valle è semplicemente acqua potabile
e già questo non è poco in Sicilia. Proprio utilizzando quest'acqua,
anticamente, a Trabia si preparavano gli spaghetti. Ma pasta ed acqua non sono
le uniche ricchezze di Trabia: "Stiamo avviando una vera e propria programmazione
che permetterà, nel medio termine, al nostro comprensorio, di vivere una
crescita sociale, turistica, ambientale, culturale e, da ultimo ma non per ultimo,
economica - dice il sindaco Giuseppe Di Vittorio -. Abbiamo ereditato un Comune
che necessitava di tanti interventi ad iniziare dalle Opere Pubbliche. Così
abbiamo ottenuto finanziamenti per ben 900.000,00 euro, che per noi sono una bella
cifra. Li utilizzeremo per la riqualificazione della costa, valorizzando il nostro
litorale. Madre natura è stata benigna con il nostro territorio. Golfi,
insenature, spiagge, mare pulito, ci sono mille motivi per i quali i turisti possono
scegliere Trabia". Ed in effetti è così. Tedeschi, americani,
svizzeri, olandesi, scandinavi sono di casa in questa zona della Sicilia. Vengono
a passare le proprie vacanze da aprile fino ad ottobre. Chi giunge a Trabia se
ne innamora, sia per il mare pulito sia per tanto altro. C'è il castello
dei Principi Lanza di Trabia risalente al 1400 e che porta ancora le tracce del
rifacimento del 1600. "La valorizzazione della costa non è l'unico
intervento che stiamo portando a termine - continua il sindaco Di Vittorio -.
Il piano delle opere pubbliche prevede anche la realizzazione della scuola materna
che a Travia non esiste. Un servizio in più, importante nel territorio,
già apprezzato per i suoi porticcioli turistici". |
|
Sulla dominazione normanna a Trabia ancora non si sono avute notizie, comunque
sicuramente l'attuale castello nelle sue principali strutture, è di quel
periodo. Nel castello di Trabia si ritrova infatti questa particolarità;
ha una forma quadrata (struttura più antica) di mt. 50 circa per ogni lato
ed ha il mastio centrale e una torre quadrata all'interno, che era l'ultima difesa
del signore del luogo. Nei vari piani, vi erano distribuite le camere del signore,
le prigioni, ed eventuali passaggi segreti per potere fuggire in caso di necessità.
È certo quindi che i normanni ristrutturarono l'antica fortezza araba adeguandola
ai loro sistemi bellici. Durante la dominazione sveva ed angioina (1200-1375)
in tutta l'isola si creò un radicale mutamento nella struttura degli insediamenti.
Infatti da un territorio intensamente popolato ancora in epoca normanna o dai
piccoli borghi indifesi (i casali), abitati in massima parte dai contadini, si
passò al concentramento della popolazione in pochi centri (città
fortificate) date le continue scorrerie che questi eserciti effettuavano continuamente
in tutto il territorio.
 |
Anche Trabia, senza dubbio, dovette trascorrere degli anni bui che dettero
un duro colpo all'economia del piccolissimo borgo, ma il centro, con l'avvento
degli Aragonesi (come del resto tutta l'isola), ricominciò la propria ascesa
che non ebbe più fine. Nel secolo XIV da un privilegio di Federico III
d'Aragona si rileva che in quel tempo vi erano uno o più mulini della Regia
Curia dati in concessione a Bertino Cipolla e ceduti alla sua morte dallo stesso
re a Lombardo Di Campo. In detta concessione si legge infatti "Al medesimo
Lombardo siccome benemerito, ed ai suoi eredi da lui legittimamente discendenti,
concediamo in perpetuo il predetto molino di Trabia con tutti i diritti, terre,
regioni e pertinenze sue che una volta teneva un certo Bertino, nonché
il diritto di altri molini censuali della nostra curia di siti e posti nella detta
terra e nel territorio della stessa, sotto il servizio di un solo balestriere
il quale servizio il detto Lombardo deve fare gratuitamente per se e per i suoi
eredi". Nel 1410 la concessione del territorio passò a Guglielmo Tricotta
e poi a Bernardo Tricotta che nelle sue disposizioni testamentarie la legò
al Convento del Carmine di Palermo. L'anno successivo il convento lo passò
a Bernardo Di Bartolomeo. Da un atto del notaio termitano Antonino Bonafede si
evidenzia che il 31-12-1444 i Giurati di Termini concessero in enfiteusi a Leonardo
Di Bartolomeo, protonotario regio, per tre once annuali, il territorio di Trabia,
con mulini, e castello, per potere esercitare l'industria delle cannamele. L'unica
nipote di questo, Aloisia, sposò Blasco LANZA (1466 - 1535), barone di
Galati (l503) e di Randazzo (1507), portando a questo, in dote, le terre della
Trabia.
|