ANNUARIO 2001
MISTERBIANCO

Il museo della civiltà contadina

LA MAPPA DEL MUSEO:
150 metri quadrati tra stanze ed atmosfere storiche
IL FALEGNAME
Non c'era falegname a Misterbianco che non avesse accanto a sé un altarino raffigurante san Giuseppe (falegname e papà) , la Madonna e il piccolo Gesù. E non c'era "Cona" che non fosse costituita da spine, candele ed arance. Nel Museo troverete anche una Cona da ammirare, come in una qualunque bottega del passato che si rispetti.
IL FABBRO
Il banco di lavoro, l'incudine, la morsa. Persino un nostro concittadino e giovane fabbro, ha dato una mano a Santonocito, donando qualche attrezzo introvabile del passato. L'essenziale per ricreare la bottega di chi per secoli ha lavorato il ferro, si trova già al suo posto.
IL PASTORE
Sapevate dell'esistenza dei "zampitti"? Sono delle poverissime quanto rarissime calzature di pelle di capra che i pastori usavano per portare al pascolo le pecore. In tempi più recenti furono sostituti con copertoni di auto tagliati a pezzi. Tra gli utensili troverete le speciali forbici, le fascelle, la quadàra, e persino la "scocca", mestolo per mescolare il latte, ricavato da un unico ramo.
IL CALZOLAIO
Vi troverete di fronte alle forme di scarpa da donna in legno e alla storica "vanchìtta"; ma anche ai manifesti pubblicitari degli anni 10/15, ai manifesti del film King Kong tenuti vicino la Cona.
LA STANZA DA LETTO
L'alcova era elegante ma povera, di buon gusto estetico ma solida. Appesi al muro i quadri degli antenati (tutti ritratti misterbianchesi "doc") e una culla montata sopra lo stesso letto, lontana dagli attacchi dei topi. Un armadio vecchio qua, un appendiabiti là. E perché no, anche il "circu" utilizzato per asciugare i panni e "u monucu" per riscaldare il letto: una sorta di coperta termica ante litteram.
LA CUCINA
Non poteva mancare il prezioso forno a pietra e le suppellettili, il ventaglio per soffiare sul fuoco e il cannizzu, un silos di canne legato per contenere il grano. Una vera e propria risorsa per la famiglia da tenere in luoghi asciutti e riservati.
ED ANCORA...
L'angolo di botti per il vino, le gigantografie di oggetti scenografici, un carretto ridipinto e tanto altro. Poi le Terme romane (nella foto).

Per visitarlo basta recarsi nei locali dell'ex biblioteca di piazza Indipendenza. Un lavoro curato con attenzione certosina da un esperto di storia patria, Mimmo Santonocito, che continua e perfeziona l'attività di lavoro di raccolta e di catalogazione compiuta negli anni '90 dai giovani della Cooperativa Dimensione Uomo. In quattro mesi di duro e solitario lavoro Santonocito ha risistemato più di 800 reperti. Ma quando in gioco c'è un passato fatto di ricordi, di storia patria e dell'identità di un intero paese, la polvere e la fatica si fanno inevitabilmente avanti. Ed ecco che Santonocito si è trasformato in restauratore, in cercatore di pezzi antichi... "Un lavoro che ho fatto con amore - spiega -. E alcuni pezzi sono stati aggiunti ex novo. Ho cercato di curare l'ambientazione, la scelta e la posizione di oggetti in grado di ricreare quella certa atmosfera..." L'iniziativa è stata curata dal Comune, con la supervisione del sindaco Nino Di Guardo; fino a qualche settimana fa il Museo esisteva già, ma era stato semplicemente "posteggiato" nei locali di via San Nicolò. Gli oggetti ospitati erano stati donati per lo più dai cittadini misterbianchesi, ma anche da qualche "forestiero", appassionato di cose antiche trovate in giro per mercatini o rigattieri. "I nostri avi erano tutti contadini - continua Santonocito -. Si allevava il baco da seta in fondo la via Roma (oggi non a caso via della Seta n.d.r.), il frumento, i cereali. La produzione degli agrumi è relativamente recente". Per capire il Museo bisogna prima di tutto visitarlo e magari leggere (o rileggere) qualche testo storico dimenticato nel cassetto. "I giovani non conoscono le radici, la storia del territorio - conclude lo studioso -. Eppure lo studio del dialetto dovrebbe iniziare già a scuola, altrimenti i nomi degli attrezzi presenti in questa nostra collezione potrebbero persino risultare sgradevoli. Per gli adulti è diverso: ogni oggetto riconduce ad un ricordo, all'identità del nostro passato".

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