LA
MAPPA DEL MUSEO: 150 metri quadrati tra stanze ed atmosfere storiche | IL
FALEGNAME | Non
c'era falegname a Misterbianco che non avesse accanto a sé un altarino raffigurante
san Giuseppe (falegname e papà) , la Madonna e il piccolo Gesù. E non c'era "Cona"
che non fosse costituita da spine, candele ed arance. Nel Museo troverete anche
una Cona da ammirare, come in una qualunque bottega del passato che si rispetti. | IL
FABBRO | Il
banco di lavoro, l'incudine, la morsa. Persino un nostro concittadino e giovane
fabbro, ha dato una mano a Santonocito, donando qualche attrezzo introvabile del
passato. L'essenziale per ricreare la bottega di chi per secoli ha lavorato il
ferro, si trova già al suo posto. | IL
PASTORE | Sapevate
dell'esistenza dei "zampitti"? Sono delle poverissime quanto rarissime calzature
di pelle di capra che i pastori usavano per portare al pascolo le pecore. In tempi
più recenti furono sostituti con copertoni di auto tagliati a pezzi. Tra gli utensili
troverete le speciali forbici, le fascelle, la quadàra, e persino la "scocca",
mestolo per mescolare il latte, ricavato da un unico ramo. | IL
CALZOLAIO | Vi
troverete di fronte alle forme di scarpa da donna in legno e alla storica "vanchìtta";
ma anche ai manifesti pubblicitari degli anni 10/15, ai manifesti del film King
Kong tenuti vicino la Cona. | LA
STANZA DA LETTO | L'alcova
era elegante ma povera, di buon gusto estetico ma solida. Appesi al muro i quadri
degli antenati (tutti ritratti misterbianchesi "doc") e una culla montata sopra
lo stesso letto, lontana dagli attacchi dei topi. Un armadio vecchio qua, un appendiabiti
là. E perché no, anche il "circu" utilizzato per asciugare i panni e "u monucu"
per riscaldare il letto: una sorta di coperta termica ante litteram. | LA
CUCINA | Non
poteva mancare il prezioso forno a pietra e le suppellettili, il ventaglio per
soffiare sul fuoco e il cannizzu, un silos di canne legato per contenere il grano.
Una vera e propria risorsa per la famiglia da tenere in luoghi asciutti e riservati. | ED
ANCORA... | L'angolo
di botti per il vino, le gigantografie di oggetti scenografici, un carretto ridipinto
e tanto altro. Poi le Terme romane (nella foto). |
 |
Per
visitarlo basta recarsi nei locali dell'ex biblioteca di piazza Indipendenza.
Un lavoro curato con attenzione certosina da un esperto di storia patria, Mimmo
Santonocito, che continua e perfeziona l'attività di lavoro di raccolta e di catalogazione
compiuta negli anni '90 dai giovani della Cooperativa Dimensione Uomo. In quattro
mesi di duro e solitario lavoro Santonocito ha risistemato più di 800 reperti.
Ma quando in gioco c'è un passato fatto di ricordi, di storia patria e dell'identità
di un intero paese, la polvere e la fatica si fanno inevitabilmente avanti. Ed
ecco che Santonocito si è trasformato in restauratore, in cercatore di pezzi antichi...
"Un lavoro che ho fatto con amore - spiega -. E alcuni pezzi sono stati aggiunti
ex novo. Ho cercato di curare l'ambientazione, la scelta e la posizione di oggetti
in grado di ricreare quella certa atmosfera..." L'iniziativa è stata curata dal
Comune, con la supervisione del sindaco Nino Di Guardo; fino a qualche settimana
fa il Museo esisteva già, ma era stato semplicemente "posteggiato" nei locali
di via San Nicolò. Gli oggetti ospitati erano stati donati per lo più dai cittadini
misterbianchesi, ma anche da qualche "forestiero", appassionato di cose antiche
trovate in giro per mercatini o rigattieri. "I nostri avi erano tutti contadini
- continua Santonocito -. Si allevava il baco da seta in fondo la via Roma (oggi
non a caso via della Seta n.d.r.), il frumento, i cereali. La produzione degli
agrumi è relativamente recente". Per capire il Museo bisogna prima di tutto visitarlo
e magari leggere (o rileggere) qualche testo storico dimenticato nel cassetto.
"I giovani non conoscono le radici, la storia del territorio - conclude lo studioso
-. Eppure lo studio del dialetto dovrebbe iniziare già a scuola, altrimenti i
nomi degli attrezzi presenti in questa nostra collezione potrebbero persino risultare
sgradevoli. Per gli adulti è diverso: ogni oggetto riconduce ad un ricordo, all'identità
del nostro passato". |