L
E G E N D A | COMUNE: | MIRABELLA
IMBACCARI | ABITANTI: | 8.077 |  | SUPERFICIE:
| 15,35 Kmq. | ALTITUDINE: | 518 metri
s.l.m. | SINDACO: | Marco
Falcone (nella foto) | |
ASSESSORI: | Filippo
Rasà (Vice sindaco), Pasquale Paratore, Giuseppe Aranzulla, Giovanni Sinopoli. | CONSIGLIERI: | Vincenzo
Marchingiglio (Presidente), Francesco Tigano (Vice presidente), Filippo Barbera,
Domenico Bonanno, Rosario Brighina, Daniela Ferro, Salvatore Ferro, Santo Lacanea,
Sebastiano Lombardo, Salvatore Nicotra, Salvatore Nobile, Matteo Peri, Paolo Stuto,
Gianni Terranova, Vincenzo Terranova. | | COME
ARRIVARE | IN AUTO: | Da
Catania percorrendo la S.S. 417 Catania-Gela e la S.P. 37; da Piazza Armerina
attraversando la S.P. 37/I; da Gela percorrendo la S.P. 117/bis sino al Bivio
Gigliotto. | IN AUTOBUS: | Autolinee
AST. | IN TRENO: | Stazione
FF.S. di Catania. | IN AEREO: | Aeroporto
"Fontanarossa" di Catania. | | NUMERI
UTILI | MUNICIPIO: | Tel.
0933-99001 | CARABINIERI: | Tel.
0933-991002 | CONSULTORIO USL: | Tel.
0933-991930 | SCUOLA ELEMENTARE: | Tel.
0933-991133 | SCUOLA MEDIA: | Tel.
0933-991134 |
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Situata sulle
estreme propaggini dei monti Erei, nel "cuore" del Calatino, Mirabella Imbaccari
costituisce l'ultimo "avamposto" della provincia etnea. Il centro - esteso su
un territorio collinare ad oltre 500 metri d'altezza sul livello del mare - conta
circa 8.000 abitanti. Il primo nucleo urbano, le cui origini sono relativamente
recenti e documentate da varie fonti, sorge ufficialmente nel 1610 (anno di rilascio
della "Licentiae Populandi" dal re di Spagna, Filippo III). Fondato da Giuseppe
Paternò, che avrebbe dato all'originario borgo il nome della moglie, Eleonora
Mirabella, il paese rileva inizialmente sessanta case intorno al palazzo baronale
e alla Chiesa Madre. Lo sviluppo registra un autentico "boom" soltanto nel XIX
secolo. La cittadina annovera, infatti, appena 307 residenti nel 1682, 469 nel
1714, 1112 nel 1748 (circa 220 case). IL "NODO" ECONOMICO Secondo
alcune statistiche, Mirabella Imbaccari sarebbe uno dei più poveri paesi italiani.
Nel catanese avrebbe, inoltre, il triste primato dell'emigrazione: ogni anno decine
di persone "scappano" in Germania o in altri Paesi esteri per motivi di lavoro.
Le maggiori "piaghe" sociali sono causate dall'inarrestabile crisi della cerealicoltura.  | L'attività
artigianale dei merletti a tombolo è il pregio ed il vanto di tutte le
donne del paese che, a buon diritto, possono fregiarsi del titolo di "maestre
d'arte". Si tratta di un tessuto finissimo, ottenuto da un intreccio di filo
di lino e di cotone, attraverso il frusciare dei fuselli di legno, abilmente manovrati
da mani esperte. | |
Il dramma del più antico "granaio" si lega alla scarsa competitività del grano
duro, le cui fasi di coltivazione, oltre alle spietate "leggi" di mercato, impongono
diversi oneri durante le fasi di coltivazione. Inoltre, a causa dell'ordinaria
penuria di acque irrigue, le contrade sono spesso costrette a soffrire la siccità
per lunghi periodi. La cronica assenza di invasi per la raccolta delle acque aggrava
le condizioni di sopravvivenza dell'agricoltura locale. Dopo la grande illusione
dell'utilizzo del fiume Pietra Rossa, la cui diga (attualmente incompleta) avrebbe
dovuto garantire stagioni serene ai produttori, la speranza si lega all'impiego
delle acque reflue del territorio. Sono in crisi anche le aziende zootecniche:
il modesto approvvigionamento naturale del foraggio, in passato, ha perfino impegnato
il Comune nella distribuzione di tonnellate di favino a diciannove allevatori
di bestiame, al fine di soddisfare le esigenze alimentari di circa ottomila capi
ovini, caprini e bovini. Nonostante i buoni propositi dell'amministrazione municipale,
infine, non decollano le attività turistiche, che potrebbero garantire nuove risorse
economiche agli operatori privati: gli investimenti nel settore sono parziali. |