L
E G E N D A | COMUNE: | ACI
SANT'ANTONIO | ABITANTI: | 15.833 |  | SUPERFICIE:
| 14,67 kmq | ALTITUDINE: | 300 metri
s.l.m. | SINDACO: | Alfredo
Pulvirenti (nella foto) | VICE SINDACO | Ignazio
Sciacca | ASSESSORI: | Santo
Caruso, Antonio Ferrara, Biagio Lazzaro, Franco Ruggeri, Giuseppe Rocca. | CONSIGLIERI: | Giuseppe
Di Stefano (Presidente), Salvatore Sapuppo, Roberto Licciardello, Alfio Chiarenza,
Alfio Cavallaro, Gregorio Nastasi, Francesco Fisichella, Mario Pappalardo, Orazio
Torrisi, Concetta Riolo, Salvatore Licciardello, Alfio Ciofalo, Alfio Puglisi,
Giovanni Privitera, Gioacchino Lunetto, Santo Romano, Roberto Di Salvo, Stefano
Privitera, Alfio Bonaccorso, Giuseppe D'Agata. | | COME
ARRIVARE | IN AUTO: | Autostrada
ME-CT (Uscita Acireale). | IN AUTOBUS: | Autostrada
ME-CT (Uscita Acireale). | IN TRENO: | Stazione
di Acireale. | IN AEREO: | Aeroporto
"Fontanarossa" di Catania. | | NUMERI
UTILI | MUNICIPIO: | Tel.
095.7010011 | POLIZIA MUNICIPALE: | Tel.
095.7892510 | CARABINIERI: | Tel.
095.7891555 | PROTEZIONE CIVILE: | Tel.
095.7891039 | GUARDIA MEDICA: | Tel.095.7891458 |
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Casalotto. Anzi no, Aci Sant'Antonio. In realtà "Casalotto"
c'entra, eccome! Era infatti il nucleo storico dell'attuale Aci Sant'Antonio ,
sviluppatosi in seguito qualche centinaio di metri più a Nord-Ovest. Fu poi nel
1640, grazie alla devozione verso S. Antonio Abate che il paese assunse ufficialmente
l'attuale denominazione. Un paese nobile, un paese di nobili. Quando nel 1672
don Stefano Riggio, Principe di Campofranco e Campoflorido, acquistò le terre
di Aci Superiore assunse anche il titolo di Principe di Aci S. Antonio e S. Filippo
con privilegio Reale conferitogli a Madrid. Nel 1702 il Principe di Campoflorido,
fece costruire una magnifica villa che alla sua morte fu acquistata da Paternò
Carcaci del Castello. Da quel giorno non si chiamerà più Villa Riggio ma Villa
Carcaci. Altre testimonianze della presenza di nobili famiglie sono il Palazzo
Spitaleri e il Parco Casalotto (ormai in rovina) per il recupero del quale i tecnici
del Comune hanno redatto idoneo progetto presentato già alla Regione Sicilia.
Pochi però sono a conoscenza di quale patrimonio storico sia ancora nascosto dentro
quel prezioso "lembo" per lunghi anni bersaglio preferito dei vandali e di una
non lontana speculazione edilizia. Non ci riferiamo solo al parco, uno dei più
importanti dell'hinterland, agli alloggi dei principi, alla cappella gentilizia
in stile neogotico, al palmento con il torchio più grande della zona, ma anche
e soprattutto a dei resti romani riportati alla luce nel 1921. LA STORIA
FRA CASE E PALAZZI Comune autonomo dal 1826, Aci Sant'Antonio dista appena
14 chilometri dal capoluogo etneo. Gli edifici del centro storico sono modesti,
ma importanti nelle loro associazioni e sequenze. In essi perdura il bagaglio
culturale della memoria, rinnovato, se non nei temi, nell'uso a volte originale
e inedito di soggetti noti e antichi. Caratteristiche le case che delimitano i
"Quattro Canti", con gli imponenti portali in pietra lavica arricchiti da grossi
mascheroni. L'architettura maggiore risente più intensamente dell'influenza della
città, riprendendone materiali e stile. L'architettura minore conserva invece
i modi tradizionali a lei propri, assumendo il gusto cittadino con estrema lentezza.
Le stratificazioni sociali che si sono succedute nel tempo, hanno dato luogo agli
ambienti urbani così come noi oggi possiamo osservarli. Di notevole interesse
storico architettonico il Palazzo del Maltese costruito alla fine del '700 dal
conte Mario Amico detto "il Maltese". All'interno dell'abitazione sono conservati
uno stemma in pietra raffigurante l'aquila a due teste, simbolo dell'Impero Asburgico
e un sigillo per la ceralacca che riporta, oltre all'aquila, la scritta "Consolato
Asburgico". L'edifico è disabitato dal 1968, anche a causa della costruzione di
un condominio multipiani, sul lato opposto della strada, che stravolge l'originaria
quinta edilizia del corso Vittorio Emanuele. E del '700 è pure l'ex Palazzo Comunale,
in passato sede di tribunale prima e casa circondariale dopo. Il restauro del
1984, per poterlo trasformare in sede museale, ne ha modificato anche le strutture
originarie. Quella della Mercede con annesso Convitto dei Camilliani, è invece
la chiesa più antica del paese, l'unica a resistere al memorabile terremoto del
1693. |