ANNUARIO 2003
SPETTACOLO

LE PRIMEDONNE DEL TOPSPRINT

di Flaminia Belfiore

Natalia Estrada

È fatta. Sergio ha finalmente sciolto il mistero che da settimane avvolgeva il nome della madrina di quest’anno. È ufficiale, sul palco del Top Sprint il 5 dicembre saremo accanto a Stefania Orlando. La prima cosa che ho pensato? Sincera: bionda lei, bionda io, se anche lei ha ancora la frangetta, saremo praticamente… (aargh come posso…?)… uu… ug… (ma come faccio a pensarlo? È ridicolo!) Uguali? (Ma falla finita, è più alta di almeno quindici centimetri! E quindici anni più giovane…). Il fatto è che - giuro - non sono io a voler fare il paragone. Figuriamoci, sarei proprio fuori di senno, con quel po’ po’ di madrine che si sono avvicendate. Eppure ogni anno a fine serata c’è chi, pur di farmi un complimento, tira fuori un improbabile “aauu, manco l’hai vista” oppure, elegantemente, “almeno tu non sei rifatta”. Eh no, non ci casco. I complimenti fanno sempre piacere, però cari colleghi e amici: non esageriamo. Anzi, lancio da queste pagine l’invito a smetterla con questa pseudosfida, anche perché ogni anno diventa più difficile, visto che io… sono sempre io, e con un anno di più, e “loro” sempre diverse, sempre giovani e bellissime. Ora, Sergio vuole che scriva qualcosa proprio sulle primedonne del Top Sprint. Ricordi personali, impressioni, e perché no qualche pettegolezzo “dietro le quinte”. Ci posso provare, anche se secondo me, ne avrebbe molte più lui di curiosità da raccontare, visto che i ruoli tra me e le madrine sono sempre stati rigorosamente separati: a loro i premiati, a me gli ospiti.
Ad esempio, non sono state tutte più giovani di me: anzi, ricordo che il mio primo anno al Top Sprint (ma era già la quarta edizione) la madrina fu Mara Venier, affascinantissima ed elegante, ma - chissà come - poco spedita nel leggere le motivazioni dei premi. Così, all’impronta, fui chiamata io a leggerle sul palco, e negli anni successivi le registrammo prima, per evitare intoppi.

Maria Teresa Ruta

Che non ci sarebbero comunque stati, con madrine del calibro di Maria Teresa Ruta, o Melba Ruffo: professioniste perfette, simpatiche e gentili, che sono immediatamente entrate in sintonia con tutto il gruppo di lavoro. Con la Ruta, che allora pesava qualche chilo in più e secondo me stava meglio, fuori scena abbiamo parlato tutto il tempo delle difficoltà per far quadrare tempi di lavoro e famiglia. Anche lei veniva da una “normale” giornata di tv, e per volare a Catania non aveva potuto vedere i suoi bambini. Quell’anno fra i premiati c’era la Cucinotta, il che le rubò un po’ l’attenzione dell’entourage…

Edwige Fenech

Di Edwige Fenech ricordo che arrivò con un terribile orzaiolo, l’occhio gonfio e lacrimoso, e chiese al regista Zennaro di non inquadrarla mai in primo piano. Ma poi riuscì a truccarsi talmente bene che non si vedeva nulla. Una donna di classe, a dispetto dei film che agli inizi della carriera l’avevano resa famosa.
Dell’edizione ’98 conservo alcune foto emblematiche: Sergio ed io come due pigmei ai lati della madrina che letteralmente ci sovrasta, un donnone dalle forme infinite. Naturalmente parlo della “Valeriona”. Ecco, lei è la classica star. Consapevole della sua fama, arrivò tardi, si chiuse in camerino con parrucchiere e vestiarista e ne riemerse un’ora dopo inguainata in un abito scintillante che però “scoppiò” su un fianco per la troppa abbondanza (fu necessario il pronto soccorso di una sarta). Ci presentammo reciprocamente mentre già andava la sigla iniziale, e mi meravigliai vedendola piuttosto tesa. Ripassava la scaletta, “provava” le frasi. Insicurezza o estrema precisione? Non so se raccontare quest’altra cosa… non è molto carino, ma in fondo dietro le quinte tutti l’hanno vista: siccome sudava molto, il suo aiutante-manager-guardia del corpo le camminava appresso porgendole continuamente dei kleenex con i quali l’attrice si detergeva faccia, ascelle e decolleté. Da allora, ogni volta che la vedo in tv mi chiedo se abbia la scatola di fazzoletti a portata di mano… Poverina però, che fatica essere diva: dopo il premio, al ristorante, fino alle due di notte fu presa d’assalto da fotografi e giornalisti. E con ognuno discuteva dell’inquadratura, della luce (se non era quella giusta). L’immagine innanzi tutto, ma a che prezzo…

Ela Weber

L’anno successivo, un’altra extraterrestre (nelle misure): Ela Weber. Solare, allegra e trascinante. Per fare un esempio, ha sconvolto scaletta e cameramen decidendo di scendere fino in fondo alla sala per abbracciare uno spettatore, il papà dell’allora premiato Jerry Calà. Poco tedesca, se vogliamo. Ma decisamente simpatica.Ancora di più lo è stata Natalia Estrada. L’unica alta come me! Non posso dimenticare l’odore di cipolla che aleggiava nel suo camerino. Sul tavolo, accanto a trucchi e spazzole, c’era un vassoio pieno di peperonata. L’aveva chiesta espressamente lei, mi spiegò che le serviva per darle la carica prima di ogni spettacolo..! Altro che “alcaciofa”! L’anno dopo, il 2001, è stata la volta di Nina Moric. Un volto stupendo, un fisico ovviamente da top model. Ma i ruspanti macchinisti e i villosi tecnici hanno decretato: troppo magra. Meditiamo donne, meditiamo.Una rivelazione infine, per chi non ne conosceva la disponibilità e la gentilezza, è stata la madrina dell’anno scorso. Anna Falchi, per nulla diva, per niente capricciosa, è stata soprattutto - e a detta di tutti - una brava e disinvolta co-presentatrice. È arrivata in compagnia del fratello, che le fa anche da manager. Non ha discusso le domande che Sergio ed io le avremmo rivolto all’inizio, anzi ci ha incitati a chiederle di tutto. Sulle sue misure sorvolerei… dietro le “quinte” non si sa cosa ci può essere…

Nina Moric

La scorsa edizione per la verità di bellezze ne schierava tante: tra i premiati, Nancy Brilli e Matilde Brandi, e come ospiti un gruppo di studentesse-ballerine, Le Letterate, che si sono esibite in uno spogliarello. Troppa grazia! (In effetti nel retroscena c’era una certa agitazione). C’è anche un aneddoto che mi riguarda, e che racconto perché mi fa proprio ridere. La splendida Matilde Brandi, avendomi scambiata - bontà sua- per una giovane presentatrice debuttante, a fine serata ha chiesto al pubblico “un applauso per questa ragazza, che è stata tanto brava”. Non ce l’ho fatta a rivelarle la mia “anzianità di servizio”, in fondo lei aveva solo voluto essere gentile.
Ed ora a noi, Stefania Orlando. Bellissima lo è, ed ha anche molta esperienza di televisione. Con Michele Guardì poi, che scuola! Cosa possiamo aspettarci di più da una madrina? Bravo Sergio, ottima scelta, anche quest’anno hai fatto centro. Io comunque, la frangetta me la tengo. Tanto, sul palco accanto a Stefania ci sarò solo all’inizio e alla fine. Non ci scambierete mica, vero?

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