È fatta. Sergio ha finalmente sciolto il mistero
che da settimane avvolgeva il nome della madrina di quest’anno.
È ufficiale, sul palco del Top Sprint il 5 dicembre saremo accanto
a Stefania Orlando. La prima cosa che ho pensato? Sincera: bionda lei,
bionda io, se anche lei ha ancora la frangetta, saremo praticamente…
(aargh come posso…?)… uu… ug… (ma come faccio
a pensarlo? È ridicolo!) Uguali? (Ma falla finita, è più
alta di almeno quindici centimetri! E quindici anni più giovane…).
Il fatto è che - giuro - non sono io a voler fare il paragone.
Figuriamoci, sarei proprio fuori di senno, con quel po’ po’
di madrine che si sono avvicendate. Eppure ogni anno a fine serata c’è
chi, pur di farmi un complimento, tira fuori un improbabile “aauu,
manco l’hai vista” oppure, elegantemente, “almeno tu
non sei rifatta”. Eh no, non ci casco. I complimenti fanno sempre
piacere, però cari colleghi e amici: non esageriamo. Anzi, lancio
da queste pagine l’invito a smetterla con questa pseudosfida, anche
perché ogni anno diventa più difficile, visto che io…
sono sempre io, e con un anno di più, e “loro” sempre
diverse, sempre giovani e bellissime. Ora, Sergio vuole che scriva qualcosa
proprio sulle primedonne del Top Sprint. Ricordi personali, impressioni,
e perché no qualche pettegolezzo “dietro le quinte”.
Ci posso provare, anche se secondo me, ne avrebbe molte più lui
di curiosità da raccontare, visto che i ruoli tra me e le madrine
sono sempre stati rigorosamente separati: a loro i premiati, a me gli
ospiti.
Ad esempio, non sono state tutte più giovani di me: anzi, ricordo
che il mio primo anno al Top Sprint (ma era già la quarta edizione)
la madrina fu Mara Venier, affascinantissima ed elegante, ma - chissà
come - poco spedita nel leggere le motivazioni dei premi. Così,
all’impronta, fui chiamata io a leggerle sul palco, e negli anni
successivi le registrammo prima, per evitare intoppi.
Che non ci sarebbero comunque stati, con madrine del
calibro di Maria Teresa Ruta, o Melba Ruffo: professioniste perfette,
simpatiche e gentili, che sono immediatamente entrate in sintonia con
tutto il gruppo di lavoro. Con la Ruta, che allora pesava qualche chilo
in più e secondo me stava meglio, fuori scena abbiamo parlato tutto
il tempo delle difficoltà per far quadrare tempi di lavoro e famiglia.
Anche lei veniva da una “normale” giornata di tv, e per volare
a Catania non aveva potuto vedere i suoi bambini. Quell’anno fra
i premiati c’era la Cucinotta, il che le rubò un po’
l’attenzione dell’entourage…
Di Edwige Fenech ricordo che arrivò con un terribile
orzaiolo, l’occhio gonfio e lacrimoso, e chiese al regista Zennaro
di non inquadrarla mai in primo piano. Ma poi riuscì a truccarsi
talmente bene che non si vedeva nulla. Una donna di classe, a dispetto
dei film che agli inizi della carriera l’avevano resa famosa.
Dell’edizione ’98 conservo alcune foto emblematiche: Sergio
ed io come due pigmei ai lati della madrina che letteralmente ci sovrasta,
un donnone dalle forme infinite. Naturalmente parlo della “Valeriona”.
Ecco, lei è la classica star. Consapevole della sua fama, arrivò
tardi, si chiuse in camerino con parrucchiere e vestiarista e ne riemerse
un’ora dopo inguainata in un abito scintillante che però
“scoppiò” su un fianco per la troppa abbondanza (fu
necessario il pronto soccorso di una sarta). Ci presentammo reciprocamente
mentre già andava la sigla iniziale, e mi meravigliai vedendola
piuttosto tesa. Ripassava la scaletta, “provava” le frasi.
Insicurezza o estrema precisione? Non so se raccontare quest’altra
cosa… non è molto carino, ma in fondo dietro le quinte tutti
l’hanno vista: siccome sudava molto, il suo aiutante-manager-guardia
del corpo le camminava appresso porgendole continuamente dei kleenex con
i quali l’attrice si detergeva faccia, ascelle e decolleté.
Da allora, ogni volta che la vedo in tv mi chiedo se abbia la scatola
di fazzoletti a portata di mano… Poverina però, che fatica
essere diva: dopo il premio, al ristorante, fino alle due di notte fu
presa d’assalto da fotografi e giornalisti. E con ognuno discuteva
dell’inquadratura, della luce (se non era quella giusta). L’immagine
innanzi tutto, ma a che prezzo…
L’anno successivo, un’altra extraterrestre
(nelle misure): Ela Weber. Solare, allegra e trascinante. Per fare un
esempio, ha sconvolto scaletta e cameramen decidendo di scendere fino
in fondo alla sala per abbracciare uno spettatore, il papà dell’allora
premiato Jerry Calà. Poco tedesca, se vogliamo. Ma decisamente
simpatica.Ancora di più lo è stata Natalia Estrada. L’unica
alta come me! Non posso dimenticare l’odore di cipolla che aleggiava
nel suo camerino. Sul tavolo, accanto a trucchi e spazzole, c’era
un vassoio pieno di peperonata. L’aveva chiesta espressamente lei,
mi spiegò che le serviva per darle la carica prima di ogni spettacolo..!
Altro che “alcaciofa”! L’anno dopo, il 2001, è
stata la volta di Nina Moric. Un volto stupendo, un fisico ovviamente
da top model. Ma i ruspanti macchinisti e i villosi tecnici hanno decretato:
troppo magra. Meditiamo donne, meditiamo.Una rivelazione infine, per chi
non ne conosceva la disponibilità e la gentilezza, è stata
la madrina dell’anno scorso. Anna Falchi, per nulla diva, per niente
capricciosa, è stata soprattutto - e a detta di tutti - una brava
e disinvolta co-presentatrice. È arrivata in compagnia del fratello,
che le fa anche da manager. Non ha discusso le domande che Sergio ed io
le avremmo rivolto all’inizio, anzi ci ha incitati a chiederle di
tutto. Sulle sue misure sorvolerei… dietro le “quinte”
non si sa cosa ci può essere…
La scorsa edizione per la verità di bellezze ne
schierava tante: tra i premiati, Nancy Brilli e Matilde Brandi, e come
ospiti un gruppo di studentesse-ballerine, Le Letterate, che si sono esibite
in uno spogliarello. Troppa grazia! (In effetti nel retroscena c’era
una certa agitazione). C’è anche un aneddoto che mi riguarda,
e che racconto perché mi fa proprio ridere. La splendida Matilde
Brandi, avendomi scambiata - bontà sua- per una giovane presentatrice
debuttante, a fine serata ha chiesto al pubblico “un applauso per
questa ragazza, che è stata tanto brava”. Non ce l’ho
fatta a rivelarle la mia “anzianità di servizio”, in
fondo lei aveva solo voluto essere gentile.
Ed ora a noi, Stefania Orlando. Bellissima lo è, ed ha anche molta
esperienza di televisione. Con Michele Guardì poi, che scuola!
Cosa possiamo aspettarci di più da una madrina? Bravo Sergio, ottima
scelta, anche quest’anno hai fatto centro. Io comunque, la frangetta
me la tengo. Tanto, sul palco accanto a Stefania ci sarò solo all’inizio
e alla fine. Non ci scambierete mica, vero?
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