Specie pro-tetta. Purché “bene” le
rifatte vivono il loro momento d’oro. Era ora che la chirurgia soccorresse
anche le statuette in deficit di perfezione, belle ma non bellissime,
favolose ma non favolosissime. Una protesi qua e una là e vieni
come nuova. Già, era proprio ora che la medicina si mettesse al
servizio di creature ad un passo dalla deificazione e forgiasse surrogati
di donne da capogiro, mettendo ben in ordine i numeri. Novanta - sessanta
- novanta e le novelle dee, siliconate e contente, furoreggiano in Tv,
al cinema, nelle copertine di patinatissime riviste che sbattono in prima
il mostro sì, ma di bellezza. Vera, presunta o plastificata. Chi
se ne importa, il successo vien in un lampo. E magari, in un lampo se
ne va. Nella gara tra le superlative vince chi ha più resistenza.
Dai glutei in su. Uno spot, una lunga prezzemolata nei salottini tv per
un salmoriglio da gustare finché c’è gusto, e con
cui condire il voyerismo di platee che tanta grazia la cercano e la pretendono.
Poi, ciliegina, il filmetto da cento milioni di dollari, e la star fatta
e cucita in sartoria è cotta. Ma se la donna canotto, aggiustata
e riparata per sfizio, più che per necessità, piace, ci
si può solo sorridere su e uno pseudomoralismo da ipo-criti e ipo-intenditori
serve solo a guastare la festa. La carrellata di bellone crea assuefazione.
Via una, fuori l’altra, dentro la prossima, a chi
tocca? Alle poche che portano sotto l’acconciatura anche una buona
dose di materia grigia, capaci di “trascendere” (come si vuole
per qualunque divinità!) il seno anti-gravità e il labbrone
sporgente non possono che, passare, concedetecelo!, inosservati. Ma chi
sono queste fate che non temono confronti, spilungone sempre verdi e (preferibilmente)
acerbe?
La Falchi non è più, e non è mai stata forse, un
mistero. Idem Valeriona Marini, burrosa, carnosa, smorfiosa. Pupona stile
omino Michelin a cui tutto è concesso. Chilo più, chilo
meno. La collega passata al rango privilegiato delle opinioniste, l’Alba
nazionale, non è, e soprattutto non ne fa, un mistero, salvo poi
dire con lacrima di coccodrillo “mi hanno fatto una iniezione di
silicone nelle labbra a mia insaputa”. Sigh! Sulla Moric, persiste
il beneficio del dubbio (bocca esclusa). Bello immaginare che madre natura
possa essere capace di tanto. Restiamo con la nostra ingenua rassicurante
illusione che guarda benevola anche l’ex lolita Alessia Merz, per
i cui occhi ci mettiamo la mano sul fuoco: non sono rifatti!
“Ho la pancia molla, la schiena grassa, le gambe
non belle”. Il grido disperato dell’indimenticata Jamie Le
Curtis, protagonista del film “Un pesce di nome Wanda” . E’
il caso, come altri dal tubo catodico se ne registrano, di “pentita
da bisturi”. Vedi Marina Ripa di Meana, avvezza a botulino e lifting,
laser, antimacchia, antilentiggini, vedi, per ovvietà di circostanze
Laura Antonelli. Ma, una cosa è avere 20 anni, una averne 60. Quando
cede, cede. E il seno anti-gravità che fa un baffo alla Torre di
Pisa, è una chicca per poche. Alla statuaria Marcuzzi, che vuoi
rimproverare? Di aver appena virgolettato in sù il nasino? Abbassa
lo sguardo e il resto è opera di mammà. Anzi, lei ha dovuto
addirittura ridurre il seno per un eccesso di abbondanza. Chi troppo,
chi…
Tra le “Alessia”, una spicca vistosamente. Chiedetelo al figlio
della Parietti, fidanzato con la Fabiani, e che per darle un bacio sprofonda
in circa dieci centimetri di morbidezza.
Dalla letteratura del gossip, ecco in tutto il suo splendore e turgore
Gisele Bundchen, nota soprattutto per i suoi gettonatissimi boy-friends.
Il J’accuse del chirurgo plastico Edmar Fontoura: Gisele ha i seni
siliconati. Embè? Mormorano i maschietti poco critici con le stelline
e intransigenti con rotolini di mogli e fidanzate…
Ma dall’altra parte della barricata che si dice? Anche le (fino
ad ora) non rifatte e (s)contente hanno tempo per… rifarsi, appunto.
“Ormai alcune donne preferiscono la lipo ad un gioiello”
rivela la dottoressa Maria Giardina, specialista in chirurgia estetica”.
Come dire, un lusso ma più accessibile di quanto non si pensi.
Con gli opportuni distinguo. Da Napoli in su le cifre per un intervento
sono stellari. Sarà perché le star sono quasi tutte da quelle
parti, ma da Napoli in giù la storia cambia. Mastoplastica additiva
con protesi al silicone o riduttiva, intorno ai 3-4 mila euro. Mastopessi,
cioè sollevamento e rimodellamento della mammella, tanto quanto.
La palpebra ti pesa? Blefaroplastica per fare il funerale alle banalmente
dette borse sotto gli occhi. Tutto alla “modica” cifra di
750 euro minimo, 1.250 euro massimo.
Ginocchia eccedenti? Fianchi straripanti? O ancora, caviglie deraglianti?
Liposuzione.
Quella completa 2.550 euro. Per un naso appianato, levigato, o semplicemente
adatto al proprio viso circa 3.000 euro.
Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. La “leggerezza”
non deve entrare in sala operatoria. Rischi eventuali e conseguenze di
vario tipo, sono da mettere necessariamente nel conto. "Qualunque
intervento estetico è consigliabile solo a chi sente di affrontarlo
dal primo all'ultimo momento" fa sapere la Giardina. Rischio numero
uno? Crisi d'identità. Ma nel migliore dei casi, forse, ci si appropria
di quel pizzico di sicurezza che mancava per, must dei nostri giorni,
"stare bene con se stesse", e, aggiungendo, con se "stessi".
E allora, fatta? Rifatta? Pardon .... contenta? Soddisfatta?
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