Una collina storica che è già un biglietto
da visita. Con le sue chiese, i ruderi di un convento medievale e un castello
che spicca per la sua imponenza, l’altura di Paternò possiede
un patrimonio storico pressochè unico per il numero e la qualità
dei monumenti che ospita, oltre a costituire un singolare esempio di architettura
normanna.
L’obiettivo, ora più che mai, è quello di renderla
ancora più bella, di addolcirne i tratti e metterne in risalto
i lineamenti, con l’astuzia di un trucco studiato ad hoc, fatto
di sapienti opere di ristrutturazione e di un fine lavoro di cesello.
Un primo passo compiuto dall’Amministrazione comunale guidata dal
sindaco Pippo Failla consiste nel rifacimento dell’impianto di illuminazione,
realizzato come fosse un’opera d’arte in sintonia con l’ambiente
e con l’approvazione della Soprintendenza ai beni culturali di Catania.
Sembra un dettaglio, ma in realtà non lo è, perché
conferisce un alone di romantica malinconia all’antico borgo che
si arrampica fin sulla vetta della collina. Qui e là, rimane sparso
qualche lampione, ma, per lo più, la luce è diffusa dal
basso, da una sorta di ‘riflettori’ che non deturpano la bellezza
dei luoghi. Quattro ‘riflettori’, uno per ciascun lato, metteranno
in risalto la sagoma della Rocca in ogni periodo dell’anno e la
renderanno sempre visibile anche da lontano.
Nei programmi della Giunta c’è pure la ristrutturazione dell’antico
convento di San Francesco, giusto alle spalle della chiesa medievale trasformata,
di volta in volta, in un centro congressi o in una galleria d’arte.
Della struttura originaria del convento è rimasto ben poco, ma
è intenzione prioritaria dell’Amministrazione recuperare
il sontuoso complesso religioso mettendo in pratica un progetto di riedificazione
ancora in fase di elaborazione. “La collina storica è da
sempre un’attrazione importantissima per i turisti - commenta l’assessore
comunale alla Cultura e allo Sport Nino Naso -. Finora, nonostante i proclami,
è stata prestata poca attenzione. Noi puntiamo a una sua reale
valorizzazione: abbiamo già predisposto l’installazione dell’illuminazione
artistica e la sistemazione delle aree verdi. E abbiamo altri interventi
in cantiere”. Come, ad esempio, la sistemazione della scalinata
settecentesca che collega l’acropoli paternese al borgo e al resto
della città. “Questi interventi di miglioramento - sottolinea
l’assessore comunale ai Lavori pubblici e vicesindaco Salvo Torrisi
- fanno parte di un programma più elaborato destinato a rendere
più fruibile la collina storica, che, nonostante sia la zona più
bella della città, è praticamente spopolata”.
Una collina più bella, quindi, e anche più
vitale, dove i paternesi, e non solo loro, abbiano il piacere di trascorrere
una giornata. Per visitare una mostra, per assistere ad un concerto o
ad una rappresentazione medievale. Perché sul belvedere paternese
il da fare di certo non manca.
Dallo scorso mese di giugno, poi, è possibile anche celebrare il
giorno più bello della vita di ogni innamorato dentro il monumentale
castello normanno. L’Amministrazione comunale, infatti, ha attrezzato
per i matrimoni civili un’ampia sala al primo piano del maniero
costruito dal granconte Ruggero e già tre coppie di sposini hanno
approfittato dell’opportunità di pronunciare il fatidico
sì circondati da un’atmosfera da fiaba. Per l’originale
cerimonia occorre presentare una richiesta all’ufficio di Stato
civile del Comune: i paternesi dovranno versare 250 euro nelle giornate
‘ordinarie’, 500 nei festivi; i non residenti, invece, dovranno
sborsare il doppio.
E la Rocca normanna, simbolo indiscusso della città, è stata
scelta anche come palcoscenico naturale per il “Castello animato”,
la manifestazione organizzata durante le festività natalizie dall’assessorato
comunale alla Cultura, retto l’anno scorso dall’assessore
Francesco Ciancitto. Il dongione è stato risvegliato da giullari
e cortigiani abbigliati con le tipiche vesti medievali, allietato dalla
musica dell’epoca e da una ventina d’attori che hanno rievocato
il periodo trascorso a Paternò da Federico II di Svevia, nel 1221.
L’appuntamento, ideato dall’architetto Elena Ciravolo e portato
sulle scene dal gruppo “Batarnù”, ha riscosso un enorme
successo di pubblico. Lo stesso pubblico che non ha mancato di apprezzare
i concerti e le mostre che, di volta in volta, il Comune ha realizzato
nella chiesa di San Francesco alla collina, splendido esempio di architettura
medievale.
UNIVERSO SPORT
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L'assessore Naso e Bruno Conti
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Non ci sono solo il Paternò calcio, la squadra di baseball
dei Warriors e il velocista Alessandro Cavallaro. C’è
una galassia di società sportive che a Paternò vive
e si allena e che riesce anche a raccogliere belle soddisfazioni
sul campo. Squadre di basket, di pallavolo, di tennistavolo e di
arti marziali, per citarne solo alcune. Sono una ventina quelle
che beneficiano dei contributi concessi dall’assessorato comunale
allo Sport guidato da Nino Naso, che ha scelto di puntare sulle
realtà ‘minori’ pensando anche ad un obiettivo
sociale: il recupero dei minori a rischio.
“Lo sport è per noi una scommessa - spiega l’assessore
Naso, parlando per esperienza, visto che, tra le altre cose, è
stato allenatore del Paternò calcio quando militava in Eccellenza
e del Gravina femminile in A -. Lo è perché può
far conoscere a livello nazionale la nostra città con il
suo patrimonio artistico e paesaggistico, e, finalità altrettanto
importante, perché può sostenere i più giovani
nel loro percorso di crescita, evitando di prendere strade sbagliate”.
Il che significa aiuti alle realtà ‘eccellenti’
dello sport paternese e sostegni concreti alle società minori.
Nel primo quadro di azioni si inseriscono le sponsorizzazioni della
squadra di calcio del Paternò, per la seconda stagione consecutiva
in C1, ai Warriors di baseball e all’azzurro Alessandro Cavallaro.
Nel secondo i contributi suddivisi tra una ventina di società
minori. In questo caso, non si tratta di contributi ‘a fondo
perduto’: più che altro sono contratti destinati alla
costituzione dei Cas, i Centri di avviamento allo sport, in collaborazione
con le scuole della città.
“Lo sport è uno degli strumenti che abbiamo attivato
per togliere i ragazzi dalle strade e portarli in palestra, su un
campo di calcio o di tennis - dichiara il sindaco di Paternò
Pippo Failla -. E poi educa alla disciplina e al senso delle regole,
doti indispensabili per il buon cittadino di oggi e di domani”.
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Una formazione del Paternò
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Sono i più giovani, quindi, i beneficiari
finali di tutte queste azioni. Giovani che troppo a lungo hanno
lamentato la mancanza di strutture sportive in una città
popolosa e dalle grandi potenzialità sportive come lo è
Paternò. È stato solo per un talento naturale e per
un’ostinazione personale, ad esempio, che Alessandro Cavallaro,
cresciuto atleticamente tra un campo di calcio e un campo scuola
di periferia è riuscito a tagliare traguardi sportivi internazionali.
E non è migliore la situazione per gli altri sport. Su questo
fronte il Comune ha assicurato un suo interessamento e potrebbe
festeggiare la fine di attese lunghe addirittura vent’anni.
A cominciare dalla piscina comunale, che entro la fine di quest’anno
dovrebbe registrare l’inizio di lavori attesi da decenni,
proseguendo con il completamento del velodromo Salinelle, realizzato
dalla Provincia e destinato a diventare lo stadio di Paternò,
come, del resto, era in passato. Provincia che si è attivata
anche per costruire un campo di baseball che consentirebbe ai Warriors
di ‘lasciare’ il diamante privato realizzato sul territorio
di Belpasso.
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Storia e Natura
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Il convento
di S. Francesco |
È il binomio che contraddistingue la città di Paternò
e che l’amministrazione comunale intende incentivare nell’ottica
di un rilancio turistico ed economico. Sotto il borgo medievale,
a pochi passi dal polo sportivo paternese, è possibile osservare
un fenomeno geologico unico in Italia e con grandi potenzialità
terapeutiche. Si tratta delle Salinelle, chiamate così per
via dell’alta percentuale di sali che contengono (circa il
97%): di recente sono state ripulite dalle cataste di immondizia
che le hanno tenute nascoste per anni e sono anche visitabili grazie
ad una passerella che permette di raggiungerle in tutta comodità.Le
Salinelle di Paternò (lo stesso fenomeno è osservabile
nella zona di San Biagio a Belpasso e lungo il Simeto) abbracciano
un’estensione di circa trentamila metri quadrati, ricoperta
da vulcanetti in costante attività, che emettono spesso alti
sbuffi d’acqua. Questo singolare fenomeno di vulcanismo secondario,
secondo gli studiosi, sarebbe legato ai gas che, risalendo dalla
profondità della terra, fuoriescono attraverso le fratture
della superficie. Sin dall’antichità sono note le sue
straordinarie proprietà curative: la saggezza popolare ha
tramandato di generazione in generazione gli effetti terapeutici
delle argille delle saline, che, grazie al loro potere calorifero,
venivano impiegate per alleviare i dolori reumatici.
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