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Il sindaco Felice Stagnitta
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Ruspe e mountain bike, caterpillar e jeep, sopralluoghi
e passeggiate, operai e turisti. Sono questi i binomi nei quali si sintetizza
l’attuale momento di Linguaglossa, divisa fra gli interventi di
ricostruzione cominciati con la realizzazione della Mareneve ed un turismo
che non si è fermato. E che testimonia, anzi, l’attrattività
di Etna nord, anche in mancanza di quei servizi che la distruttiva eruzione
di un anno fa ha portato via.
Così capita che, fra i mezzi pesanti all’opera sulla colata,
in alcuni tratti ancora calda, per la realizzazione della strada di collegamento
a Piano Provenzana, si incontrino turisti a piedi, in fuoristrada, in
bicicletta. Sono di certo attirati da uno scenario per certi versi avvilente,
per altri estremamente affascinante. Evidentemente unico. Tanto che i
tour operator continuano ad inserire la “montagna” di Linguaglossa
fra gli itinerari privilegiati. D’altronde, a valle c’è
un caratteristico tessuto urbano, contornato da aziende vitivinicole ed
agrituristiche, che si conferma destinazione sempre più frequentata
dai visitatori.
Nondimeno, la “solita” vita turistica non si è fermata:
i ristoranti ed i rifugi, fino a quota 1.600, sono aperti ed operosi;
i flussi sono ridotti, ma gli speciali mezzi per le escursioni salgono
fin oltre Piano Provenzana, proprio a ridosso dell’area aperta quel
27 ottobre 2002, trasportando turisti incuriositi ed estasiati. Ora ci
sono anche i “quad”, i quadricicli fuoristrada, ad offrire
un’alternativa per visitare i luoghi del vulcano. Perché,
se non c’è più (e non c’è ancora, di
nuovo) Piano Provenzana con i suoi servizi, c’è un teatro
naturale inimitabile.
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Lavori sulla Mareneve-Piano Provenzana
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Al filo ancora mai spezzato si lega il futuro non della
sola Linguaglossa ma, con essa, dell’intero hinterland. “Sappiamo
che la ricostruzione della stazione turistica di Etna Nord - sostiene
il sindaco, Felice Stagnitta - rappresenta un obiettivo condiviso da un
territorio esteso. Per questo siamo in tanti, non solo al Comune di Linguaglossa,
impegnati alacremente a lavorare per il suo raggiungimento. Un passo in
questa direzione è la realizzazione della nuova strada di collegamento
a Piano Provenzana, i cui lavori disposti dal Comune procedono a buon
ritmo, nonostante le condizioni atomsferiche a volte proibitive e le difficoltà
dovute ad alcuni tratti di durissima roccia lavica”. Grazie alla
celerità con cui si stanno eseguendo i lavori, si spera che entro
l’incipiente stagione invernale si possa ritornare a salire in quota.
In tal caso, si potrebbero nuovamente utilizzare i due impianti di risalita
che la Stel sta provvedendo a ripristinare. Si tratta delle prime concrete
opere di ricostruzione, il cui piano complessivo prevede la realizzazione
di numerosi interventi.
La strada è tracciata. Bisogna percorrerla interamente, per restituire
agli operatori, ai cittadini ed ai turisti un patrimonio che è
di tutti.
MA LE ESCURSIONI PROSEGUONO
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Sopra Linguaglossa e sotto i Mezzi della Star
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Dove il disastro diventa spettacolo. Amaro, ma
affascinante. Le escursioni a bordo dei mezzi della Star, sospesi
per diveri mesi, dall’estate scorsa sono riprese. In un tragitto
di circa un’ora, ai turisti è ora offerta la possibilità
di visitare la colata del 2002 e, fino a quota 1.800, lo scenario
dell’eruzione. Interrotta la strada asfaltata, infatti, gli
speciali mezzi percorrono la pista tracciata in mezzo alla colata.
Le guide autorizzate conducono, poi, fino ad osservare i recenti
crateri e la grande frattura estesa per oltre un chilometro, in
alcuni tratti larga anche venti.
Nonostante il terreno sia stato tempestato di lapilli
e bombe vulcaniche, evidenti sugli alberi ormai spogli, la natura
ha ripreso a popolare il terreno con le prime vegetazioni: rumex
scutatis (“accittunidda”), saponara, astragalo, tanaceto.
Segno della volontà, e della possibilità, di una rinascita.
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OLTRE L'ETNA, PER UNA VISITA IN CENTRO
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Il panorama di Linguaglossa con la lava
dell'eruzione del 2002
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Se Linguaglossa è rinomata per quanto offre
sul suo territorio l’Etna, anche il centro del paese offre
angoli turisticamente interessanti. A cominciare dal Convento dei
Domenicani, oggi casa per ferie S. Tommaso, fino alla chiesa dell’Immacolata
(dove si trova la preziosa custodia in legno di Pietro Bencivinni)
con l’annesso altro convento dei Cappuccini (dove sono custodite
tele e volumi dal XVI al XVIII secolo).
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La Chiesa S. Egidio Abate
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La centrale via Roma, strada principale del paese, conduce all’antica
chiesa, risalente al XVI sec., di San Francesco di Paola, adiacente
al Palazzo municipale. Oltre alla Chiesa Madre dedicata alla Madonna
delle Grazie, davanti alla quale si erge la Madonnina della Pineta
e nella quale si trova un coro ligneo dei primi del 1700, anche
la Chiesa di San’Egidio Abate si presenta di notevole interesse,
soprattutto dopo il restauro del 2003, che ha restituito affreschi
originari prima ricoperti e dunque sconosciuti. Da visitare il Museo
Etnografico della Pro Loco, al quale si accede dalla piazzetta dell’Annunziata.
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