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Il sindaco Franco Pignataro
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“Caltagirone punta molto sul turismo e la strada
imboccata in questi anni ha consentito di raggiungere importanti risultati,
come stanno a testimoniare il “Rinascimento” del centro storico
e il fiorire di una serie di attività artigianali e di quelle legate
alla ristorazione e all’accoglienza dei visitatori. Adesso siamo
impegnati a compiere l’ulteriore salto di qualità, per far
sì che il turismo da escursionistico diventi sempre più
stanziale, determinando ricadute economiche positive ancora maggiori”.
Franco Pignataro (nella foto), sindaco di Caltagirone, indica proprio
nel turismo uno dei principali settori su cui l’Amministrazione
comunale sta profondendo maggiore impegno e risorse. “La nostra
- spiega - è una bella città, che per di più, oltre
a quelle tradizionali e di sicuro effetto come la ceramica e le bellezze
monumentali ed ambientali, sta adesso giocandosi una carta assai importante:
quella che le deriva dall’essere Patrimonio mondiale dell’umanità”.
Caltagirone è, infatti, uno degli otto centri del Val di Noto che
hanno ricevuto l’ambito riconoscimento dell’Unesco. In particolare,
il centro storico della “città della ceramica” vi è
stato inserito per intero, in quanto inteso come esempio unico di continuità
tra passato e presente. “Questo risultato - sottolinea Pignataro
- può sicuramente agevolare l’ulteriore decollo del turismo
nella nostra città, in quanto ci permette non soltanto di acquisire
visibilità internazionale, ma anche di usufruire di un canale preferenziale
per una serie di rilevanti finanziamenti comunitari”.
Il tessuto urbano del centro storico di Caltagirone è emblematico
del fenomeno di continuità che può leggersi, a dispetto
dei sismi, in alcuni centri del Val di Noto. Infatti, nonostante vi sia
stato il catastrofico terremoto del 1693, l’impianto medievale rimasto
intatto funge da supporto a quello secentesco, che con la “crux
viarum” vede un singolare innestarsi tra la Scala di Santa Maria
del Monte e le vie Luigi Sturzo e Vittorio Emanuele e viene poi esaltato
dalla veste barocca. A raccontare questa straordinaria continuità
sono anche edifici come il Teatrino del Bonaiuto, il Tondo Vecchio, la
Chiesa del Gesù, le mensole dei balconi di alcuni edifici privati,
primi fra tutti il palazzo Gravina, l’interno della Chiesa di San
Bonaventura ed altri ancora.
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Veduta di Caltagirone
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Quali, allora, i percorsi da seguire per far sì
che Caltagirone tragga dall’ingresso nella Lista mondiale dell’Unesco
un’opportunità formidabile per recuperare e valorizzare al
meglio il suo patrimonio? “Tra gli obiettivi più immediati
- afferma il primo cittadino - c’è la creazione di itinerari
tematici e misti, che siano frutto di una forte sinergia tra pubblico
e privato. Penso soprattutto ad un itinerario urbano sulla produzione
delle ceramiche (a questo proposito l’Amministrazione si sta dando
da fare per dare concreta attuazione al Doc della ceramica), ad uno extraurbano
sul ciclo di lavorazione della ceramica a partire dalle cave, dalla vecchia
fabbrica e dai musei, ma anche a percorsi enogastronomici. Non va neppure
dimenticata la possibilità di rivalutare alcune aree del centro
storico, come l’itinerario ebraico, e di far rifiorire l’antica
funzione di collegamento del Ponte di San Francesco tra città antica
e nuova. Siamo impegnati, insieme agli altri enti, a fare del Distretto
del Sud-Est, felice intuizione dell’assessore regionale ai Beni
culturali Fabio Granata, un soggetto di impresa economica, mettendo insieme
le diverse realtà che operano in questo territorio ed il loro patrimonio
di conoscenze e competenze. Una “rete”, quindi, per accrescere
e qualificare l’offerta turistica. Il Val di Noto può e deve
diventare un modello di aggregazione territoriale a geometria variabile,
in cui Caltagirone non cessi, ovviamente, per alcune tematiche di carattere
comprensoriale, di essere innanzitutto un centro del Calatino - Sud Simeto,
ma si arricchisca e abbia altre e diverse opportunità grazie all’ingresso
in questo nuovo circuito”.
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L'assessore comunale al turismo
e vicesindaco Alessandra Foti |
Il direttore dei Musei civici Domenico Amoroso indica
nei percorsi dei giardini e delle ville storiche, negli archivi musicali
barocchi e nella creazione di una rete fra le varie realtà museali
alcune delle proposte concrete per valorizzare appieno il ruolo della
“città della ceramica” nel Val di Noto.
L’assessore comunale al Turismo e vicesindaco, Alessandra Foti,
concorda e rilancia: “Insieme agli altri Comuni, alle tre Province
e Soprintendenze abbiamo già avviato un’attività di
promozione anche all’estero, che si avvale della collaborazione
della Regione. Sono in cantiere una “carta dei servizi” sia
per i residenti che i per i turisti, e strumenti informativi non solo
per i visitatori ma per gli stessi abitanti degli 8 centri che hanno ricevuto
il riconoscimento Unesco e degli altri Comuni vicini. La strada della
valorizzazione delle ville storiche è stata imboccata (vedi Villa
Patti) e già quest’anno abbiamo organizzato un master in
musica barocca. Ma - conclude la Foti - puntiamo pure a potenziare gli
aspetti enogastronomici con la valorizzazione delle cosiddette strade
dell’olio e del vino”.
CERAMICA DECOP
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I l presidente del consiglio comunale Franco Pace
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Oltre al Doc, adesso c’è anche il
Decop, la Denominazione comunale di provenienza che serve a tutelare
il “made in Caltagirone” delle pregiate produzioni dei
suoi artigiani.
“Si tratta di un marchio che - sottolinea il vicesindaco Foti
- permette di salvaguardare l’origine della ceramica nostrana,
evitando i deplorevoli episodi di appropriazione indebita che si
verificano a discapito delle produzioni di Caltagirone. Se, quindi,
da una parte il Doc serve a valorizzare la ceramica artistica e
tradizionale con particolare riferimento ai pezzi che caratterizzano
la produzione di ogni ceramista, dall’altra il Decop consente
di attestare la provenienza dell’intera produzione locale”.
Anche Franco Pace, presidente del Consiglio comunale (è stata
l’assise cittadina a dare l’ok al regolamento comunale
per il riconoscimento delle attività ceramistiche locali),
sottolinea la valenza del Decop: “Con esso si tutela la ceramica
di Caltagirone dal rischio di contraffazioni che ne danneggiano
l’immagine e si interviene concretamente a sostegno dei nostri
artigiani, che rappresentano una grande risorsa umana e professionale”.
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GLI EVENTI
Uno degli avvenimenti di maggiore attrazione, a
Caltagirone, è senza dubbio la “Luminaria”, lo
spettacolo di luci e colori che, le sere del 24 e 25 luglio, trasforma
la monumentale Scala di Santa Maria del Monte in un fantasmagorico
arazzo di fuoco. Da qualche anno a questa parte la sera del 24,
a fare da degna cornice all’illuminazione della Scala è
uno spettacolo pirotecnico che parte dalla sua sommità e
che costituisce un “unicuum” di grande suggestione.
Ma gli appuntamenti da non mancare nella “città della
ceramica” sono tanti altri ancora: dal Natale connotato dalla
profonda e radicata tradizione dei presepi, alla Pasqua con i riti
- assai sentiti - della Settimana Santa.
Due manifestazioni che si ripetono ogni mese e che catalizzano l’attenzione
dei visitatori sono “’A Truvatura” (nella foto),
il mercatino dell’antiquariato (e non solo) che si svolge
nel centro storico ogni terza domenica del mese (adesso l’evento
si estende in due giorni, comprendendo anche il sabato) e la “Fiera
dei sapori”, che si tiene ogni quarta domenica del mese nel
borgo di Santo Pietro, che si trova nell’area della omonima
Riserva naturale orientata.
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LE VILLE DEI GATTOPARDI
È la mostra permanente sulle ville storiche
caltagironesi, che si trova nelle sale di Villa Patti (nella foto),
inserita nell’ormai singolare ed affascinante contesto di
ville e parchi sette - ottocenteschi intorno al convento di Santa
Maria di Gesù. Si tratta di un’iniziativa fortemente
voluta dal Comune e realizzata dai suoi Musei civici. L’esposizione
offre documenti e suggestioni di atmosfere e prefigura le potenzialità
e le linee guida dei successivi ampliamenti, che avverranno attraverso
attività di archiviazione e documentazione e la creazione
di un laboratorio sulle ville storiche siciliane e sulle tematiche
ad esse inerenti. La mostra offre, quindi, uno spaccato interessante,
attraverso gli oggetti e quant’altro le caratterizzasse, della
vita che si svolgeva all’interno della ville e consente di
recuperarne ambientazioni ed atmosfere. Un appuntamento da non mancare,
quindi, tanto per i turisti, quanto per gli stessi calatini, che
hanno già mostrato di apprezzare anche gli spazi esterni
a Villa Patti. “L’avvenuto pieno recupero di Villa Patti
- afferma il sindaco - costituisce il primo, importante tassello
di un più ampio progetto di valorizzazione del patrimonio
di ville storiche di cui la nostra città è dotata.
Progetto, questo, che potrà produrre positive ricadute turistiche
anche per la parte nuova della città”.
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