ANNUARIO 2003
MODA

Stile, estro e tradizione

di Agata Patrizia Saccone*

Modella della Production
Moda e Spettacoli

M…come Moda.
Appena quattro lettere dell’alfabeto per scandire una realtà che più o meno affascina tutti.
Sin dai tempi più remoti ha fatto parlare molto di sé, elaborando e trasformando di secolo in secolo usi e costumi di varie civiltà.
La società di oggi vive questa realtà in modo esasperato, perdendo quasi di vista i punti cardine che riguardano l’argomento. Ci si rende conto, così, che “fare” moda è diventato decisamente modaiolo: vengono “sfornati” continuamente giovani stilisti (o pseudo tali) a prescindere dal loro vero talento; nascono quotidianamente nuove agenzie di moda che rischiano di trasformarsi in “meteore”; la maggior parte delle ragazzine ha come idoli Naomi Campbell o Carla Bruni e sono disposte a tutto pur di entrare a far parte di questo mondo ovattato.
Ma qual è allora il vero motivo per cui ci si lascia tanto affascinare da quest’argomento?
Oggi, a differenza degli anni ‘70-‘80, quando si parla di moda non ci si riferisce solo ad abiti, accessori, corsetteria eccetera. Infatti, già da qualche tempo, i riflettori sono puntati anche su altri versanti, aprendosi ad esempio all’arte, ormai divenuta elemento inscindibile con l’universo eleganza.

Veronica Maccarone , show girl e
volto noto della televisione

Alcuni stilisti siciliani hanno scoperto attraverso le loro fantasiose creazioni che “moda e arte” è un binomio di sicuro successo. Abiti ispirati a temi barocchi, a preziosi mosaici, a monumenti artistici, ad opere di pittori.
Chiaramente non tutti sono in grado di realizzare idee originali e spesso si cade nel fatidico errore dell’imitazione delle creazioni firmate dai veri (ma pochi) talenti del settore.
È semplicissimo dare una spiegazione anche a quest’ultimo fenomeno: un motivo alla base dell’inflazione del settore è la presenza sempre più massiccia sul mercato di “scuole” che “diplomano” continuamente un numero considerevole di giovani fashion designer. Ed è un po’ pure quel che accade nell’ambito dell’organizzazione degli eventi moda.
E se, nell’era del consumismo, pizzi, merletti e stoffe durano il tempo di una stagione, una griffe deve affermarsi per prestigio, costanza, serietà e creatività. La selezione la fa il mercato ed è un giudice critico e implacabile.

C…come Catania, come Capitale, come Couture.
Sì, sarà proprio questa l’evoluzione del capoluogo etneo: “Catania capitale della moda del sud Europa”. La città già ricca di un patrimonio storico-culturale ereditato, nel corso dei secoli, dai popoli che l’hanno abitata, oggi si prepara ad affrontare questa nuova opportunità che le viene “omaggiata” quasi su un piatto d’argento, anche grazie alla sua collocazione geografica. Infatti, collocata al sud dell’Europa (così come Milano si affaccia al nord Europa) essa gode della possibilità di abbracciare gli usi ed i costumi dei paesi mediterranei, fondendoli poi in un’unica realtà e fungendo da comune denominatore per i paesi arabo-mediterranei.

La sfilata "Percorsi Barocchi" ai "Quattro Canti" (foto Gustavo Di Stefano)

Già da qualche anno, perciò, Catania si prepara ad indossare (è proprio il caso di dirlo!) queste nuove vesti, ospitando spesso esclusivi momenti di moda in particolari location barocche, angoli di storia, arte e cultura. Con tale equilibrato mix di ingredienti si mettono in risalto le peculiari bellezze della città, che poi fanno da specchio all’alta classe e allo stile.
In fondo Catania vanta già un prestigioso passato sartoriale. Agli inizi del secolo scorso aprirono in pieno centro cittadino le prime sartorie “Made in Catania”, che portarono, nell’ambito dell’alta moda nazionale, una ventata di novità, fino a concorrere con l’alta moda francese. Infatti, sin dai primi anni del Novecento, quando la moda incuriosiva l’Europa con gli echi parigini, Catania, con un pizzico di civetteria, seguiva gli ultimi dettami. Il ceto nobile e l’alta borghesia hanno sempre trovato divertente la scelta dell’abbigliamento da indossare e poi mostrare orgogliosi durante le passeggiate in via Etnea, autentico salotto della città.
Proprio alle creazioni francesi si ispirarono le migliori sartorie catanesi. Le più ricercate, dal 1915 al 1960, furono quelle di Angelo Di Bartolo (fornitore della Real Casa), di Gaetana Palma, di Giovanna Meli, della Vitaliti. Ma già alla fine dell’800 e all’inizio del ‘900, nel palazzo San Demetrio e nell’albergo Gran Bretagna - proprio nell’attuale via Antonino di San Giuliano (un tempo via Lincoln) - sartorie come quelle del Colontier e di Simone Riccioli erano frequentate dall’aristocrazia e dall’alta borghesia. Altri rinomati sarti furono Le Fave, Lo Re, Camano e Litrico ed ancora Micciché, Di Stefano, Corsaro, Greco, Infantolino, Risicato, Gentile, Indelicato, Puccio e Sandro Riccioli.
Tra le vetrine più significative, spiccava quella di Jano Pandolfini, guarda caso prima ai “Quattro Canti”, successivamente in piazza Manganelli.
In parte, pure a ciò si deve il conseguente boom del “Made in Italy” agli inizi degli anni ‘60.
Tra i maestri sartori che ancor oggi portano alto il nome di Catania nell’ambito dell’alta moda ricordiamo i coniugi Ferrera (capistipite di una dinastia) che sono riusciti a tramandare ai loro figli la passione per questa professione tanto da affermarsi questi a loro volta in ambito internazionale anche con il pret à porter; la famiglia Litrico (di recente il Comune ha intitolato una via della città allo scomparso stilista-maestro Angelo Litrico) che, trasferitasi a Roma, ha vestito Capi di Stato e personaggi dello spettacolo; Nello Caponnetto, il quale, nonostante continui a vestire personalità importanti, ha preferito rimanere nella sua adorata città, limitandosi a trasferte più o meno brevi.
Ma altri talenti potranno emergere. C’è la stoffa, si direbbe…

*Art director “Production Moda e Spettacoli”

TOP SPRINT TRA I TALENTI

 

Un Premio al Premio. Così Top Sprint è stato insignito, in una calda sera di luglio, in occasione di “Catania, Talenti & Dintorni”, premio nazionale da quattro anni divenuto appuntamento prestigioso organizzato dalla Production Moda e Spettacoli.
Un elefantino all’ippogrifo, consegnato nelle mani direttamente del patron Sergio Regalbuto (nella foto). Lo scenario è stato quello dei “Quattro Canti”, nel cuore del capoluogo etneo. Location esclusiva, con la salita di San Giuliano nell’occasione trasformata in scalinata, dove hanno sfilato bellissime indossatrici per un evento prevalentemente dedicato alla moda.
A ricevere inoltre l’elefante di “Catania, Talenti & Dintorni”, in questa edizione, tra gli altri, Giancarlo Licata (responsabile del canale satellitare Rai Med e della rubrica della Tgr “Mediterraneo”), la rivista Flair nella persona del caporedattore Donatella Borghesi, la Neuman Spettacoli di Clarissa Burt, l’imprenditore-mecenate Antonio Presti, il musicista Paolo Buonvino (autore della colonna sonora del film “L’ultimo Bacio”).

 

 

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