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Modella della Production
Moda e Spettacoli |
M…come Moda.
Appena quattro lettere dell’alfabeto per scandire una realtà
che più o meno affascina tutti.
Sin dai tempi più remoti ha fatto parlare molto di sé, elaborando
e trasformando di secolo in secolo usi e costumi di varie civiltà.
La società di oggi vive questa realtà in modo esasperato,
perdendo quasi di vista i punti cardine che riguardano l’argomento.
Ci si rende conto, così, che “fare” moda è diventato
decisamente modaiolo: vengono “sfornati” continuamente giovani
stilisti (o pseudo tali) a prescindere dal loro vero talento; nascono
quotidianamente nuove agenzie di moda che rischiano di trasformarsi in
“meteore”; la maggior parte delle ragazzine ha come idoli
Naomi Campbell o Carla Bruni e sono disposte a tutto pur di entrare a
far parte di questo mondo ovattato.
Ma qual è allora il vero motivo per cui ci si lascia tanto affascinare
da quest’argomento?
Oggi, a differenza degli anni ‘70-‘80, quando si parla di
moda non ci si riferisce solo ad abiti, accessori, corsetteria eccetera.
Infatti, già da qualche tempo, i riflettori sono puntati anche
su altri versanti, aprendosi ad esempio all’arte, ormai divenuta
elemento inscindibile con l’universo eleganza.
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Veronica Maccarone
, show girl e
volto noto della televisione |
Alcuni stilisti siciliani hanno scoperto attraverso le
loro fantasiose creazioni che “moda e arte” è un binomio
di sicuro successo. Abiti ispirati a temi barocchi, a preziosi mosaici,
a monumenti artistici, ad opere di pittori.
Chiaramente non tutti sono in grado di realizzare idee originali e spesso
si cade nel fatidico errore dell’imitazione delle creazioni firmate
dai veri (ma pochi) talenti del settore.
È semplicissimo dare una spiegazione anche a quest’ultimo
fenomeno: un motivo alla base dell’inflazione del settore è
la presenza sempre più massiccia sul mercato di “scuole”
che “diplomano” continuamente un numero considerevole di giovani
fashion designer. Ed è un po’ pure quel che accade nell’ambito
dell’organizzazione degli eventi moda.
E se, nell’era del consumismo, pizzi, merletti e stoffe durano il
tempo di una stagione, una griffe deve affermarsi per prestigio, costanza,
serietà e creatività. La selezione la fa il mercato ed è
un giudice critico e implacabile.
C…come Catania, come Capitale, come Couture.
Sì, sarà proprio questa l’evoluzione del capoluogo
etneo: “Catania capitale della moda del sud Europa”. La città
già ricca di un patrimonio storico-culturale ereditato, nel corso
dei secoli, dai popoli che l’hanno abitata, oggi si prepara ad affrontare
questa nuova opportunità che le viene “omaggiata” quasi
su un piatto d’argento, anche grazie alla sua collocazione geografica.
Infatti, collocata al sud dell’Europa (così come Milano si
affaccia al nord Europa) essa gode della possibilità di abbracciare
gli usi ed i costumi dei paesi mediterranei, fondendoli poi in un’unica
realtà e fungendo da comune denominatore per i paesi arabo-mediterranei.
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La sfilata "Percorsi Barocchi" ai "Quattro Canti"
(foto Gustavo Di Stefano)
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Già da qualche anno, perciò, Catania si
prepara ad indossare (è proprio il caso di dirlo!) queste nuove
vesti, ospitando spesso esclusivi momenti di moda in particolari location
barocche, angoli di storia, arte e cultura. Con tale equilibrato mix di
ingredienti si mettono in risalto le peculiari bellezze della città,
che poi fanno da specchio all’alta classe e allo stile.
In fondo Catania vanta già un prestigioso passato sartoriale. Agli
inizi del secolo scorso aprirono in pieno centro cittadino le prime sartorie
“Made in Catania”, che portarono, nell’ambito dell’alta
moda nazionale, una ventata di novità, fino a concorrere con l’alta
moda francese. Infatti, sin dai primi anni del Novecento, quando la moda
incuriosiva l’Europa con gli echi parigini, Catania, con un pizzico
di civetteria, seguiva gli ultimi dettami. Il ceto nobile e l’alta
borghesia hanno sempre trovato divertente la scelta dell’abbigliamento
da indossare e poi mostrare orgogliosi durante le passeggiate in via Etnea,
autentico salotto della città.
Proprio alle creazioni francesi si ispirarono le migliori sartorie catanesi.
Le più ricercate, dal 1915 al 1960, furono quelle di Angelo Di
Bartolo (fornitore della Real Casa), di Gaetana Palma, di Giovanna Meli,
della Vitaliti. Ma già alla fine dell’800 e all’inizio
del ‘900, nel palazzo San Demetrio e nell’albergo Gran Bretagna
- proprio nell’attuale via Antonino di San Giuliano (un tempo via
Lincoln) - sartorie come quelle del Colontier e di Simone Riccioli erano
frequentate dall’aristocrazia e dall’alta borghesia. Altri
rinomati sarti furono Le Fave, Lo Re, Camano e Litrico ed ancora Micciché,
Di Stefano, Corsaro, Greco, Infantolino, Risicato, Gentile, Indelicato,
Puccio e Sandro Riccioli.
Tra le vetrine più significative, spiccava quella di Jano Pandolfini,
guarda caso prima ai “Quattro Canti”, successivamente in piazza
Manganelli.
In parte, pure a ciò si deve il conseguente boom del “Made
in Italy” agli inizi degli anni ‘60.
Tra i maestri sartori che ancor oggi portano alto il nome di Catania nell’ambito
dell’alta moda ricordiamo i coniugi Ferrera (capistipite di una
dinastia) che sono riusciti a tramandare ai loro figli la passione per
questa professione tanto da affermarsi questi a loro volta in ambito internazionale
anche con il pret à porter; la famiglia Litrico (di recente il
Comune ha intitolato una via della città allo scomparso stilista-maestro
Angelo Litrico) che, trasferitasi a Roma, ha vestito Capi di Stato e personaggi
dello spettacolo; Nello Caponnetto, il quale, nonostante continui a vestire
personalità importanti, ha preferito rimanere nella sua adorata
città, limitandosi a trasferte più o meno brevi.
Ma altri talenti potranno emergere. C’è la stoffa, si direbbe…
*Art director “Production Moda e Spettacoli”
TOP SPRINT TRA I TALENTI
Un Premio al Premio. Così Top Sprint è
stato insignito, in una calda sera di luglio, in occasione di “Catania,
Talenti & Dintorni”, premio nazionale da quattro anni
divenuto appuntamento prestigioso organizzato dalla Production Moda
e Spettacoli.
Un elefantino all’ippogrifo, consegnato nelle mani direttamente
del patron Sergio Regalbuto (nella foto). Lo scenario è stato
quello dei “Quattro Canti”, nel cuore del capoluogo
etneo. Location esclusiva, con la salita di San Giuliano nell’occasione
trasformata in scalinata, dove hanno sfilato bellissime indossatrici
per un evento prevalentemente dedicato alla moda.
A ricevere inoltre l’elefante di “Catania, Talenti &
Dintorni”, in questa edizione, tra gli altri, Giancarlo Licata
(responsabile del canale satellitare Rai Med e della rubrica della
Tgr “Mediterraneo”), la rivista Flair nella persona
del caporedattore Donatella Borghesi, la Neuman Spettacoli di Clarissa
Burt, l’imprenditore-mecenate Antonio Presti, il musicista
Paolo Buonvino (autore della colonna sonora del film “L’ultimo
Bacio”).
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