La penisola di Magnisi diventerà parco naturale
ed archeologico. Una richiesta in tal senso è stata inoltrata dal
sindaco di Priolo Massimo Toppi (nella foto) ai competenti assessorati
regionali, mentre i vari interventi saranno finanziati con i fondi che
l'assessore regionale all'Industria Marina Noè ha messo a disposizione
dei Comuni, sede di impianti di raffinazione e stoccaggio di prodotti
petroliferi. Infatti, la relativa legge di finanziamento, pubblicata sulla
Gazzetta Regionale del 7/6/2002, pone come condizione essenziale per il
sostegno finanziario “interventi per la bonifica e la riqualificazione
dei siti industriali obsoleti e dismessi”.
Proprio sull'istmo di Magnisi, chissà come si era riusciti ad ottenere
l'autorizzazione, era stata realizzata la Es.Pe.Si. (Estrazioni Petrolchiche
Siciliane) per produrre bromuro di etilene e bromo dall'acqua di mare.
Ora, questo stabilimento è ridotto ad un rudere, per cui tutta
la zona dovrà essere riqualificata. “Da tempo - afferma il
sindaco di Priolo Massimo Toppi - la penisola di Magnisi aspetta una riqualificazione
e, quindi, un suo inserimento tra i Parchi naturali ed archeologici. Infatti,
occorre considerare che fu proprio in questo luogo dove si registrò
il primo insediamento dell'uomo nella zona della Sicilia sud-orientale.
È qui che avvenne il contatto tra i Siculi, che a lungo l'abitarono,
e la Civiltà Micenea”. A confermare che alla penisola di
Magnisi spetta l'inserimento tra i parchi naturalistici siciliani c'è
la considerazione che nella Sicilia sono due i punti strategici che furono
scelti dai mercanti fenici: l'isola di Mozia, ad occidente, e la penisola
di Magnisi, ad oriente. Però, mentre l'isola di Mozia, oggi, rappresenta
un preciso punto di riferimento archeologico, con tanto di museo, la penisola
di Magnisi presenta tutto il suo degrado di una industrializzazione selvaggia,
che di certo non l'ha risparmiata. Infatti, la penisola di Magnisi non
ha avuto mai riservate le attenzioni che invece ha avuto l'isola di Mozia,
per cui è opportuno che la Regione siciliana accolga favorevolmente
la richiesta avanzata dal sindaco Toppi, istituendo a Magnisi un Parco
archeologico e naturale. "È ovvio - dice sempre il sindaco
di Priolo - che non avrebbbe senso istituire un Parco a Magnisi nelle
condizioni in cui si trova. Quindi, ho già avanzata al ministero
dell'Ambiente la richiesta di dare priorità assoluta al progetto
di bonifica di questa zona, in modo che si possano rimuovere tutti i danni
ambientali che hanno interessato questo suggestivo e particolarissimo
luogo".
Il progetto di bonifica, che già ha avuto l'ok
dal ministero dell'Ambiente, è stato inoltrato per il relativo
finanziamento all'assessorato regionale all'Industria, servizio II - Risorse
minerarie ed energetiche. Questo progetto stabilisce interventi di bonifica
in tutta la penisola di Magnisi, lunga 2.300 metri e larga 800 metri.
Tra questi interventi c'è la rimozione di ciò che rimane
delle strutture dell'Es.Pe.Si., mentre per la bonifica si dovrà
richiedere l'autorizzazione alla magistratura che un anno fa ha posto
sotto sequestro giudiziario una zona per la presenza di una discarica
abusiva di pirite di ferro, un rifiuto prodotto da Agrimont nel ciclo
produttivo di fertilizzanti chimici.
Il progetto di riqualificazione della penisola di Magnisi prevede anche
la delocalizzazione del pontile Somicem per recuperare, in pieno, tutta
la zona, isolandola da ogni vincolo industriale. Con questo progetto,
una volta attuato, verrà riconsegnato all'Umanità un patrimonio
di grande interesse archeologico e naturalistico, come il luogo dove doveva
sorgere la mitica città di Thapsos, o l'"Arco delle Sirene",
che invece si trova nella zona nord della penisola, nonché tutte
le bellezze naturali che si trovano nella zona est e che farebbero la
felicità dei visitatori, che proverebbero emozioni uniche.
IL PROGETTO"ARCHIMEDE"
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Scorcio del centro di Priolo
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Enel ed Enea, insieme per l’energia solare,
scelgono il territorio di Priolo per attuare il progetto “Archimede”,
la prima applicazione a livello mondiale di integrazione tra il
ciclo combinato a gas e un impianto solare termodinamico, basato
su una tecnologia fortemente innovativa elaborata dall’Enea.
La centrale Enel di Priolo, sarà la sede della sperimentazione.
Il grande impianto solare, che sorgerà in un’area adiacente
di proprietà dell’Enel, incrementerà la potenza
della centrale di circa 20 MW e consentirà di produrre energia
elettrica aggiuntiva di fonte solare capace di soddisfare il fabbisogno
di una città di 20.000 abitanti, con un risparmio di 12.000
tonnellate equivalenti di petrolio all’anno, con minore emissione
di anidride carbonica per 40.000 tonnellate all’anno. Il futuro
energetico del terzo millennio, quindi, inizia a Priolo con “Archimede”
che utilizzerà una tecnologia ad alto rendimento per produrre
energia elettrica dal sole sempre, anche di notte e quando il cielo
è coperto, grazie ad una miscela di sali in grado di conservare
a lungo il calore raccolto durante il giorno. Enea, infatti, ha
messo a punto un nuovo sistema grazie al quale la luce diretta del
sole viene concentrata con un sistema di specchi parabolici e accumulata,
ed attarverso le proprietà di un nuovo fluido a base di sali,
sarà possibile rendere disponibile calore ad alta temperatura,
fino a 550 gradi centigradi in ogni momento della giornata. L’energia
termica, così raccolta, servirà a produrre vapore
ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell’adiacente
impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà
la produzione di energia elettrica della centrale, riducendo la
necessità di consumare combustibili fossili e migliorando
le prestazioni ambientali. Il campo solare sarà costituito
da 360 specchi parabolici per una superfice totale attiva di circa
200.000 metri quadrati. L’investimento complessivo per la
realizzazione del progetto che sarà ultimato entro il 2008,
è di circa 50 milioni di euro. Con questa nuova tecnologia
solare termodinamica, come ha evidenziato Carlo Rubbia, premio Nobel
per la Fisica e presidente dell’Enea, si apre una nuova via,
che introduce sostanziali innovazioni rispetto alle energie rinnovabili
convenzionali, quali il fotovoltaico, l’eolico e la biomassa.
Questo sistema, attraverso l’introduzione di uno specchio
concentratore, aumenta la densità di energia solare di un
fattore pari a 100. È quindi possibile raggiungere temperature
molto elevate, del tutto analoghe a quelle prodotte da impianti
a combustibili fossili. Il calore ad alta temperatura, inoltre,
è accumulato in un contenitore di dimensioni tali da permettere
di produrre energia in funzione della domanda, evitando la discontinuità
tipica delle energie rinnovabili. La produzione di grandi quantità
di energia pulita, continuamente disponibile e a costi confrontabili
con quella dei fossili, rappresenta un reale salto tecnologico che
permetterà, se utlizzata in scala adeguata, di contribuire
in modo determinante ad una maggiore indipendenza energetica e alla
riduzione dei gas serra, in particolare per le aree ad alta insolazione,
come le regioni del Sud del nostro Paese.
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<< PROPONI PRIOLO >>
“Questo è un momento significativo
di sviluppo del territorio, con il Comune di Priolo, che insieme
a quelli di Melilli ed Augusta ha formato il Consorzio universitario
“Megara Iblea”, in collaborazione con l'Università
di Messina ed altri soci privati”. L’assessore alla
Cultura e Pubblica Istruzione Rosario Pulvirenti, tiene a sottolineare
gli sforzi che sta facendo l’amministrazione comunale, il
suo assessorato in particolare, per offrire servizi ai cittadini
e, soprattutto, agli studenti che potranno frequentare dei corsi
universitari a Priolo, nella struttura del Cerica (centro ricerche
ambientali).
Il prossimo anno, il Consorzio universitario “Megara Iblea”
offrirà agli studenti del luogo la possibilità di
potere frequentare i corsi della Facoltà di Medicina. Inoltre,
è sempre attuale il progetto “Proponi Priolo”,
che era stato redatto dal centro servizi Api (Associazione piccoli
industriali). Il progetto, che tratta uno studio di fattibilità
per lo sviluppo di un Piano di Marketing territoriale, si propone
di fare uscire fuori dall’ombra delle ciminiere Priolo, in
quanto sono state individuate delle linee guida che consentiranno
di avviare un processo di valorizzazione del territorio, finalizzato
all’attrazione degli investimenti esterni. “Proponi
Priolo” è un progetto-pilota che rilancia un nuovo
modello di sviluppo in un Comune che è stato sempre a diretto
contatto con l’industria pesante. Ed in questo contesto di
sviluppo è inserito il progetto Pip (Piano insediamento produttivo)
che rappresenta un segnale concreto ed importante di inversione
di marcia rispetto al passato. Questo è il primo passo verso
una ripresa di investimenti industriali e produttivi nel territorio
locale.
Una simile dotazione, infatti, costituisce una straordinaria opportunità
per lo sviluppo di un sistema diffuso di piccole e medie industrie,
anche se la realizzazione fisica delle infrastrutture deve, oggi,
accompagnarsi ad un’attività di informazione e di promozione.
Le zone destinate ad insediamenti produttivi saranno disponibili
in tempi assai brevi a seguito di processi di riorganizzazione tecnologica
e produttiva. Il progetto Pip, quindi, rappresenta per Priolo un’occasione
da non lasciarsi sfuggire e fare diventare attuali quelle potenzialità
di queste tipologie d’imprese. Infatti, con il Pip si lancia
una politica di organizzazione intenzionale dell’offerta di
un territorio con le sue strutture, i vantaggi e gli incentivi economici,
l’ospitalità, la permeabilità sociale, la stabilità
istituzionale, con l’obiettivo di attrarre investimenti e
sostenere lo sviluppo locale. Il Comune, inteso come istituzione,
quindi, si spoglia da certi ruoli recitati fino ad ora e si affaccia
in un nuovo scenario, diventando animatore del territorio, come
agente di marketing e manager di sviluppo. Il Pip, per la particolare
posizione strategica dove è ubicato il Comune di Priolo,
può portare alla riuscita della scommessa in cui si misureranno
gli imprenditori e le forze produttive. Si esce, pertanto, dall’approssimazione
e si segue l’esempio del Triveneto, il cui modello produttivo
si potrà sviluppare anche a Priolo in un contesto organizzato.
A tal proposito, l’amministrazione comunale ha posto in essere
strumenti di agevolazione fiscale e tributaria al fine di sostenere
quelle iniziative imprenditoriali capaci di dare una ricaduta occupazionale
significativa ed un impatto ambientale minimo. Quello che bisogna
fare sorgere deve, infatti, essere produttivo e compatibile con
una vivibilità standard elevata. Si va, secondo gli obiettivi
dell’amministrazione comunale del sindaco Toppi, verso un
“prodotto Priolo”, che comprenderà tutta una
serie di manufatti che, prodotti in loco, siano sinonimo di benessere,
non solo per chi li produce, ma anche di qualità e successo
per chi li acquista. Inoltre, a quest’area produttiva, si
aggiungerà un’area commerciale e di servizi che possa
chiudere l’intera filiera. Il Pip, quindi, sarà una
valida alternativa alla grande industria, ed inoltre la piccola
e media impresa potrà sfruttare le materie prime e i semilavorati
prodotti dalla stessa industria petrolchimica di Priolo.
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