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Il sindaco Giuseppe Di Vittorio
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Abusivismo edilizio dilagante, devastazione del territorio,
incapacità gestionale dell’occasione turistica e così
via. Sono i mali “endemici” dei Comuni siciliani. Mali ai
quali spesso si mescolano difficoltà finanziarie dei Comuni, impossibilità
a realizzare le opere pubbliche che contano e così via. Da mesi
se non da anni, l’ANCI Sicilia, ovvero l’associazione che
riunisce i Comuni, lancia l’allarme sui rischi di dissesto finanziario,
sui mancati trasferimenti dei fondi da parte della Regione, sui finanziamenti
che non bastano a completare le opere pubbliche e così via. C’è,
però, un Comune in provincia di Palermo che va orgoglioso del fatto
che negli ultimi anni è riuscito a fare da solo. Avrebbe perfino
potuto fare a meno dei trasferimenti ordinari da parte della Regione,
che fino ad ora ha pagato soltanto i primi sei mesi del 2003. E’
il Comune di Trabia. La ridente cittadina sempre più nota perché
ha dato i natali agli spaghetti, per la produzione delle nespole locali
e per le olive e l’olio, per le sue coste da valorizzare e così
via, oggi punta anche sul risanamento economico e gestionale del Comune.
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Il castello di S. Nicola
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Un risanamento che significa anche sviluppo del territorio perché,
indirettamente, consente di liberare risorse, di procedere alla realizzazione
di opere pubbliche e dunque alla miglioria del territorio. A loro volta
queste opere consentono di eseguire un risparmio e dunque di liberare
nuove risorse che daranno vita a nuovi investimenti. In due anni, insomma,
si è ingenerato un circolo virtuoso che potrebbe portare grandi
risultati se si proseguirà su questa linea. Un esempio di amministrazione
coraggiosa, visto che per un po di tempo chi ha eseguito quest’opera
non ha avuto il plauso dei cittadini, tutt’altro. Coraggiosa anche
perché Trabia si trova a poca distanza da Termini Imerese ed ha
subito in pieno anche la crisi della FIAT. Sono tante le tute blu che
lavorano nello stabilimento della casa torinese o in quelli dell’indotto,
che vivono a Trabia. Ne ha subito le conseguenze, poi, anche il commercio
con un violento calo dei volumi d’affari dovuto al fatto che gli
operai non spendevano più se non lo stretto indispensabile. Eppure
si è proseguito in una strada difficile ed irta di insidie. A parlare
fieri di questo percorso, oggi, sono il sindaco Giuseppe Di Vittorio,
ed il suo energetico vice Francesco Bondì, che sciorinano dati
con la stessa semplicità con la quale si fanno i conti della spesa
alimentare a casa: “Abbiamo ereditato un Comune nel quale era praticamente
impossibile sapere chi pagava le imposte e chi no, per quale superficie
queste imposte venivano pagate e così via. Un Comune nel quale
non si leggevano i contatori dell’acqua da sei o sette anni ed in
tanti non pagavano a causa dei manometri guasti. Una situazione consolidata
per mettere mano alla quale era inevitabile creare quasi una sommossa
popolare. Chi è abituato ad un regime del genere, teme chi mette
ordine”. Il Vice sindaco Francesco Bondì è determinato.
In paese si è guadagnato il nomignolo di “sbirro”.
Tutti sanno che è vicino al modo di pensare delle forze dell’ordine.
All’inizio questo soprannome aveva una accezione fortemente negativa,
ma qualcosa adesso sembra cambiare, anche la “’ngiuria”
quella non cambia affatto. “Poco alla volta abbiamo scovato gli
evasori, regolarizzato i contatori dell’acqua e così via.
Se in un primo tempo questo è apparso come un aggravio di spese
e di pressione fiscale, oggi i cittadini di Trabia si stanno accorgendo
che non è così. Pagare tutti il giusto, significa anche
pagare di meno. Stiamo, infatti, procedendo ad abbattere le aliquote delle
nostre tasse, non abbiamo imposto addizionale all’IRPEF e credo
che si tratti dell’unico Comune che ha potuto farlo (uno dei pochi
n.d.r.) e possiamo erogare maggiori servizi ad iniziare anche dagli interventi
per i contatori guasti che adesso vengono verificati e sostituiti in tempi
abbastanza brevi”.
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Abbeveratoio dell'acqua dell'Oro
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Ma perché parlare soprattutto di Amministrazione comunale presentando
un Comune come quello di Trabia ricco di bellezze naturali, di storia
e di altro. E’ lo stesso sindaco Giuseppe Di Vittorio a spiegare,
in poche parole, cosa questo significhi per Trabia: “Il nostro paese
attualmente, è turistico ma non nel senso stretto della parola.
Siamo più un paese Albergo. In estate i residenti passano da 8.000
a 30.000 per effetto non di stranieri o italiani che riempiono gli alberghi
e le poche strutture ricettive, ma dei siciliani che vengono a villeggiare
da Palermo come da altre località della provincia e di altre province.
Di conseguenza il risanamento della Amministrazione consente al Comune
di Trabia di erogare maggiori e migliori servizi ai villeggianti che di
conseguenza tornano, si strutturano per le vacanze in loco, portano amici
e parenti e dunque ingenerano lo svilupparsi del tessuto economico. Ma
questo non basta. Trabia punta a diventare meta turistica nel senso più
proprio del termine. Per far ciò i servizi devono essere efficienti,
il paese deve presentarsi bene e dimostrare la propria organizzazione.
È un processo lungo anche se non lunghissimo, che dobbiamo portare
avanti per potere tentare l’ingresso nei grandi circuiti turistici
nazionali e, perché no, internazionali”.
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Il porticciolo turistico di S. Nicola |
Andiamo, dunque, a guardare appena qualche dato, tanto da potere poi
comprendere come sia stato possibile avviare determinate opere pubbliche.
Cominciamo dalle tasse comunali come la TARSU ovvero l’imposta sulla
raccolta dei rifiuti solidi urbani. Il ruolo relativo a questa voce nel
2001 consentiva al Comune di Trabia di incassare 600.000 euro l’anno.
L’aliquota non è stata toccata, oggi a Trabia si paga esattamente
quanto si pagava due anni fa contrariamente a quasi tutti i Comuni della
provincia. Si è, invece, effettuato un controllo anti evasione
a tappeto. Il risultato è stato l’aumento del 55% degli incassi.
Nel 2003 l’imposta per la raccolta dei rifiuti solidi urbani ha
portato nelle casse del Comune di Trabia 936.000 euro, oltre 330.000 euro
in più. “I controlli non sono finiti - dice ancora il vice
sindaco Francesco Bondì - ma i risultati ci incoraggiano e la nostra
intenzione è quella di far trarre vantaggio ai cittadini del risultato
ottenuto secondo un principio di equità fiscale”. La verifica
sulle tasse, infatti, ha riguardato anche l’ICI consentendo anche
di accertare che il Comune non pagava i rimborsi da tempo immemorabile.La
verifica sugli evasori ha permesso di individuarne anche in questo campo.
Spesso si trattava degli stessi evasori della TARSU, contribuenti inesistenti
per il Comune o immobili non censiti. Così da 1.050.000 euro di
introito nella tabella ICI, Trabia è passata a 1.200.000 euro sempre
alla stessa voce. A queste somme vanno aggiunte 250.000 euro di cartelle
esattoriali inviate e che andranno, quasi certamente, all’incasso
coattivo. Il maggiore introito da un lato ha permesso di inviare a casa
gli assegni per i rimborsi ICI fino al 1996 e programmare i rimborsi fino
al 1998 nei prossimi mesi. Non basta. Il maggiore introito ha permesso
al Comune il primo intervento in favore del turismo locale. Chi ha casa
a Trabia da quest’anno non pagherà più il 4,5 per
mille di ICI, ma soltanto il 4 per mille. Una riduzione consistente che,
di fatto, rende esenti da tasse i proprietari di abitazioni i cui valori
catastali non superino gli 80 milioni di vecchie lire e che le abitino.
Ai villeggianti si viene ulteriormente incontro con la riduzione proprio
della TARSU: chi usa l’abitazione solo stagionalmente ottiene uno
sconto del 30% sulla tassa di smaltimento rifiuti. Di fatto rifiuti ne
produce meno. Ed ecco che a beneficiare degli interventi che apparivano
impositivi, sono gli stessi cittadini ed i villeggianti. La stessa cosa
è accaduta con i contatori dell’acqua bloccati da 4 anni.
Verificati i consumi, si è proceduto all’invio delle bollette
ed al relativo incasso. Ben 700.000 euro recuperate e questo ha permesso
di riordinare l’intero sistema e nel giugno del prossimo anno andrà
a regime anche l’invio delle bollette per i consumi idrici.
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Il vice sindaco Francesco Bondi |
Un sistema, come si diceva, che libera risorse e ingenera un circolo
virtuoso. Il denaro in più reso disponibile, Trabia lo impiega
in opere pubbliche. Si è cominciato dall’Illuminazione pubblica.
Una rete fatiscente che illumina poco e male e costa al Comune 215.000
euro di energia elettrica l’anno. Qualche incidente drammaticamente
noto, tengono a precisare a Trabia, non è comunque mai accaduto
nei pali della luce di competenza comunale, ma sempre all’esterno
del paese. Il primo intervento di ristrutturazione del 65% della rete
d’illuminazione ha consentito di mettere a norma pozzetti e pali
della luce garantendo sicurezza e risparmio d’energia. Le proiezioni
sui consumi nel 2003 parlano di 165.000 euro di energia consumata alla
fine dell’anno, circa 50.000 euro in meno. L’intervento si
completerà l’anno prossimo ed a regime, nel 2004, la pubblica
illuminazione costerà 100.000 euro, 115.000 in meno che in passato,
ottenendo anche un paese illuminato come prima non era, ed anche questo
fa attrattiva turistica ed efficienza. Secondo intervento, la trasformazione
degli impianti di riscaldamento degli edifici comunali e delle scuole,
da Gasolio a Metano. Qui il risparmio dovrà essere conteggiato
il prossimo anno. È noto, invece, il risparmio effettuato sulle
bollette del telefono. Gli uffici comunali sono stati dotati di un moderno
centralino che consente di far dialogare gli uffici fra loro con chiamate
interne e che codifica gli apparecchi. In pratica ogni impiegato o funzionario
dispone di una linea abilitata per le sue esigenze di servizio e sotto
codice di accesso personale. Le telefonate non sono interdette ma chiunque
evita di farne di non necessarie o legate a motivi di servizio. Il risultato
è che la bolletta del telefono del Comune di Trabia è passata
da 120 milioni di vecchie lire soltanto a 35, ben 85 milioni in meno in
un anno. Analogo intervento sta riguardando la sistemazione della rete
idrica e di quella fognaria allo scopo di ottenere anche un risparmio
in termini d’acqua ed un miglioramento dell’efficienza di
distribuzione. Già oggi Trabia è una cittadina dove non
esistono turni di erogazione idrica. L’acqua è disponibile
in rete 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. Nel settore idrico i
prossimi interventi riguarderanno i canali di gronda e la rete fognaria.
Ma le risorse liberate non servono soltanto a reinvestirle nel settore
che le ha prodotte. Il Comune di Trabia ha potuto predisporre un progetto
per la costruzione di un plesso destinato a scuola materna. Attualmente
il paese ha 4 classi d’asilo ospitate nella scuola elementare. Il
progetto è stato finanziato da Stato e Regione grazie al cofinanziamento
comunale. Nel settore della sicurezza è in fase di appalto la realizzazione
di un nuovo sottopassaggio che colleghi la parte alta della frazione S.
Nicola alla parte bassa. Attualmente esiste un corridoio realizzato sotto
il ponte della ferrovia che consente solo il transito di un’auto
alla volta. In passato il Camion dei Vigili del Fuoco per intervenire
a San Nicola alta si è trovato costretto a fare il giro da Altavilla
con tempi di percorrenza decisamente lunghi in caso d’emergenza.
Sempre nel settore della sicurezza da quest’anno Trabia ha gli ausiliari
del traffico. Il risultato sono state 3.000 contravvenzioni ma anche l’azzeramento
degli incidenti gravi nel tratto di competenza comunale della S.S. 113.
Negli anni precedenti si era registrata in media una vittima ogni estate.
Sul fronte dei servizi, ne sono stati avviati dei nuovi con un incremento
del 150% di quelli erogati a livello sociale; una tendenza opposta rispetto
alla media regionale e nazionale che è quella proprio di tagliare
i servizi. Maggiore sostegno alle famiglie bisognose, più ricoveri
di minori nelle strutture ricettive, impiego dei disoccupati indigenti
in servizi sociali per due ore al giorno con il rilascio di un conseguente
contributo di 600 mila lire mensili, nascita di un centro sociale e ricreativo
per i minori, chiamato centro ciao, scuola bus per tutti i ragazzi di
scuola elementare e media. Il Comune ha trovato anche modo di aiutare
i dipendenti della Fiat, rilasciando loro un contributo di 1 euro per
ogni ora di sciopero fatta durante la crisi con contributi a fondo perduto
da 2 a 300 euro a persona. E’ stata anche stipulata una convenzione
con un istituto di credito locale che ha rilasciato prestiti fino a tre
volte il valore degli stipendi degli operai in cassa integrazione con
gli interessi a carico del Comune.
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La porta d'ingresso di Trabia
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“Gli interventi più consistenti - dice il sindaco Giuseppe
Di Vittorio - oltre che nei servizi li abbiamo destinati proprio al settore
turistico. In particolare - continua il primo cittadino - abbiamo avviato
la riqualificazione della costa, investendo 1 miliardo e 200 milioni delle
vecchie lire per sistemare l’area della vecchia tonnara, che sorge
di fronte allo storico castello Lanza. Abbiamo anche cofinanziato per
60.000 euro il progetto di ampliamento e sistemazione del porto turistico
di San Nicola L’Arena, ottenendo l’inserimento nei piani regionali
che utilizzano i fondi provenienti dall’accordo di programma quadro
sui porti turistici e da Agenda 2000”.
“Non pensiamo solo al turismo - gli fa eco il suo vice - ma anche
agli insediamenti produttivi. Abbiamo previsto un bando pubblico per erogare
contributi a fondo perduto per insediamenti artigianali o piccolo industriali
per la lavorazione e la trasformazione del prodotto tipico locale. Chi
vuole realizzare una attività nella filiera della pasta, in quella
della nespola di Trabia o nella trasformazione dell’oliva in olio,
potrà ottenere contributi ed agevolazioni”.
Complessivamente Trabia ha fatto si che la propria spesa corrente passasse
da 5 milioni e 800 mila euro a 5 milioni e 200 mila euro nonostante i
suoi dipendenti siano rimasti 85 e conti anche 55 articolisti; ha mantenuto
il patto di stabilità non superando il miliardo e mezzo di spesa
del 2001 e vanta un attivo di cassa in contanti di circa 750 mila euro.
Insomma amministrare bene si può ed alla fine anche la cittadinanza
ne vede i risultati. Aspettiamo adesso di vedere concretamente altri risultati
nel settore turistico: “Noi speriamo di fare ancora tanto - conclude
il vice Sindaco Francesco Bondì -. Rispetto a quanto già
fatto, però, mi sento di mandare un messaggio al nostro Presidente
dell’ANCI, il sindaco di Siracusa Titti Bufardeci che lamenta il
rischio di dissesto dei Comuni a causa dei ritardi e dei tagli dei trasferimenti
regionali. Noi abbiamo ricevuto poco meno di 600 mila euro, i 6 dodicesimi
dei trasferimenti come tutti, ma abbiamo mantenuto il patto di stabilità
e fatto perfino investimenti. Forse tocca a noi amministratori locali
sbracciarci e lavorare ed evitare di far sempre pietismi addebitando ad
altri le responsabilità dei dissesti”.
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