ANNUARIO 2003
ENTI LOCALI

Il vino e l'olio
biglietti da visita dei prodotti
"made in Sicily"

A tu per tu con il vicepresidente della Regione siciliana
e assessore all'Agricoltura e Foreste, Giuseppe Castiglione
Il vicepresidente della Regione
Siciliana e assessore all'Agricoltura
e Foreste, Giuseppe Castiglione

- Assessore Castiglione, siamo nel “semestre italiano” per l’Europa, definito il periodo “Euro-Mediterraneo”. La Sicilia si trova in una posizione geografica strategica. Quale sarà il ruolo che verrà svolto dal governo dell’Isola in questi mesi? Quale in ambito agricolo?
“La posizione del ministero dell’Agricoltura per il semestre di Presidenza Italiano dell’Unione sottolinea fortemente la centralità dell’apertura al Mediterraneo attraverso un pacchetto di iniziative finalizzate a dar seguito alla Conferenza di Barcellona per arrivare alla creazione dell’area di libero scambio del Mediterraneo per il 2010. Il Governo regionale supporterà questa strategia rafforzando, nella prospettiva di una maggiore competizione sui mercati agricoli, la posizione competitiva delle nostre filiere produttive che dovrà basarsi sulla qualità e tipicità dei nostri prodotti”.
- Come giudica l’attuale riforma della PAC?
“L’intesa raggiunta tra i ministri agricoli dell’UE, pur penalizzando sempre le agricolture dei Paesi mediterranei, determinerà effetti di gran lunga più contenuti rispetto a quelli che si sarebbero osservati per effetto delle proposte iniziali della Commissione. Nel complesso quello raggiunto dovrebbe essere un buon compromesso in grado anche di facilitare la posizione negoziale dell’Unione Europea sul tavolo della trattativa del WTO”.

- Lo strumento dei POR sta riscontrando successo? Come può essere migliorato?
“I bandi sinora pubblicati hanno suscitato sempre un grande interesse nei produttori agricoli. Infatti le domande hanno sempre superato le dotazioni finanziarie a disposizione. Uniche eccezioni sono state la misura 4.13b, per la quale abbiamo provveduto al cambio della scheda tecnica e la misura 4.09 per la quale le domande erano arrivate, ma molte sono state giudicate non ammissibili per errori formali. Tuttavia, bisogna ammettere che, in generale, c’è stata un po’ di diffidenza sia nei confronti delle nuove modalità selettive (bandi pubblici), sia per il livello di contributo pubblico inferiore rispetto a quello previsto nella passata programmazione (POP >1994/99). Anche la macchina amministrativa ha stentato ad adeguarsi alle nuove procedure ed i nuovi bandi di prossima pubblicazione vedranno modalità operative differenti in modo da dare risposte in tempi più brevi alla utenza agricola”.
- Considera adeguati i meccanismi comunitari e nazionali per finanziare lo sviluppo dell’agricoltura siciliana. Quali potrebbero essere le strade da seguire per migliorare queste forme di finanziamento?
“Non sempre il meccanismo comunitario riesce a dare risposte adeguate alle esigenze degli imprenditori agricoli soprattutto nel caso delle piccole e medie imprese che avevano sino ad oggi eseguito una buona parte delle opere di miglioramento fondiario attraverso l’impiego della forza lavoro familiare e di mezzi aziendali.

Oggi l’obbligo di rendicontare tramite fatture quietanzate obbliga a demandare all’esterno una buona parte delle operazioni da eseguire con conseguente aggravio di costi oltre alla impossibilità di recuperare l’Iva versata dalle imprese in contabilità semplificata. Per facilitare la spesa e aumentare il livello di interesse da parte delle piccole unità produttive bisognerebbe allargare la gamma delle operazioni eseguibili in economia ed aumentare il tasso di contribuzione pubblica nel caso delle piccole e piccolissime imprese che operano in contabilità semplificata. Inoltre, molto spesso avviene la sovrapposizione nel territorio di diversi strumenti (Patti, Patti agricoli, contratti di programma, etc.) che spesso attivano le stesse azioni con percentuali di contributo diverse e modalità di accesso ai finanziamenti diverse. Ciò genera molta confusione nell’utente e difficoltà ad orientarsi”.
- Il Ministero delle Politiche agricole sta offrendo il giusto supporto alle esigenze regionali in ambito agricolo? Cosa occorre fare per rendere questo rapporto più efficiente?
“Il Ministero ha sicuramente, nel corso degli ultimi anni, allargato il dialogo con le Regioni, prevedendo incontri tecnici e politici su temi di particolare interesse ed attualità. Anche nella previsione di una maggiore presenza delle Regioni a fianco del Ministero sul piano internazionale, così come previsto dalla recente legge La Loggia, bisognerebbe istituzionalizzare il raccordo tecnico per facilitare e rendere proficua la interlocuzione politica”.

- È soddisfatto dei passi fatti fino ad oggi per il miglioramento dell’agricoltura siciliana?
“Sicuramente nel corso dell’ultimo biennio sono state sviluppate molteplici iniziative sia per rispondere a specifiche esigenze degli operatori (siccità, blue tongue, etc.) sia per rilanciare la capacità competitiva del nostro sistema produttivo (Piano riordino fondiario, attivazione misure POR, etc.). Tali interventi potranno sicuramente estrinsecare la loro efficacia nel lungo periodo e non tarderanno a far sentire i loro effetti”.
- Il caso Bse è da considerarsi chiuso? Quali i risultati raggiunti?
“Ritengo che i casi di Bse in Italia saranno sempre più sporadici. Il divieto di impiego delle farine di origine animale, ormai da diversi anni è di fatto drasticamente ridotto facendo diventare “rari” i casi di Bse. Di contro abbiamo creato un efficace sistema di controlli ed un sistema di allarme rapido che permette di individuare immediatamente qualsiasi anomalia legata alla Bse. Parliamo piuttosto della presa di coscienza del problema da parte del consumatore, il quale ha “digerito” e superato il momento più critico, grazie anche agli interventi effettuati con la etichettatura obbligatoria, la tracciabilità della filiera carne che ha coinvolto tutti gli operatori. Inoltre le azioni significative avviate ed in corso anche da parte di questo Assessorato sono mirate a rendere, anche con gli strumenti della ricerca, ancora più trasparente e sicura la carne. È fortemente sentita l’esigenza di coinvolgere e supportare gli operatori della filiera, è con questi interventi che è stata elevata la soglia di attenzione da parte delle istituzioni. Dunque questi i risultati più diretti ormai raggiunti. La Sicilia tra l’altro, avendo pagato un prezzo elevato che non risponde al sistema zootecnico brado tipico e con popolazioni animali autoctone, con una importazione dell’80% di animali provenienti principalmente dalla Francia, ha immediatamente avviato un sistema di analisi e monitoraggio della qualità della carne prodotta e commercializzata in Sicilia. Il risultato finale raggiunto è quello di un aumento del consumo di carne (23 kg di consumo pro capite).
- Sicilia sta diventando sinonimo di qualità, soprattutto in ambito agricolo. Quali saranno i prossimi passi per migliorare ulteriormente il “made in Sicily”?
“Il crescente successo sui principali mercati europei e mondiali di alcune produzioni ed in particolare del vino hanno rilanciato l’immagine della Sicilia come produttrice di prodotti agroalimentari di elevata qualità. Lo sforzo realizzato attraverso le misure del POR per aumentare il livello qualitativo delle altre produzioni e per conseguire prodotti finiti immettibili direttamente nei circuiti distributivi non tarderà a determinare risultati positivi che già iniziano a riscontrarsi in corrispondenza delle principali manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali con un crescente interesse nei confronti dei nostri prodotti da parte di primari operatori commerciali italiani ed esteri.

- Turismo e agricoltura: anche in Sicilia è sempre più un binomio inscindibile?
“Diverse indagini sviluppate a livello regionale dimostrano come l’enogastronomia siciliana tenda sempre più a costituire una calamita per i turisti che vengono in Sicilia anche per poter gustare le nostre produzioni tipiche. Il continuo aumento inoltre dell’offerta di ospitalità rurale tende a rafforzare il legame tra le produzioni regionali ed i flussi turistici che sembrano preferire in misura crescente aree agricole alle tradizionali mete turistiche ubicate sulle coste o in corrispondenza di siti culturali di particolare interesse. Proprio in questi giorni, tra l’altro, è diventato pienamente operativo, con l’approvazione del complemento di programmazione, il Leader Plus, il Piano di sviluppo delle aree rurali, dove per definizione agricoltura, turismo, artigianato si integrano”.
- La viticoltura siciliana si fa spazio nel panorama internazionale, quali saranno le prossime mosse della Regione in questo settore?
“La Regione continuerà a sostenere le imprese, in occasione di fiere ed eventi internazionali, in modo da favorirne la penetrazione nei mercati. Per quanto concerne la ricerca, puntiamo alla valorizzazione dei cloni autoctoni e della biodiversità, per l’individuazione di cloni di elevato potenziale qualitativo e produttivo standardizzato. In programma c’è anche il rilancio del settore vivaistico, per valorizzare sempre di più le varietà autoctone. Tra gli obiettivi di questo governo c’è anche quello di incrementare il vino commercializzato in bottiglia, con evidente diminuzione del vino commercializzato sfuso ed il recupero della capacità di trasformazione dimessa, per consentire alle imprese in crescita di completare la filiera. Grande attenzione, comunque, poniamo nella riqualificazione degli operatori del settore e nella formazione delle figure professionali di cui necessita il settore”.
- Olio d’oliva quali le iniziative per migliorarne l’immagine e la qualità in ambito locale e internazionale?
”In questo ultimo biennio gli sforzi dei Servizi allo sviluppo sono stati fortemente orientati verso il miglioramento dell’immagine della Sicilia dell’olio attraverso la realizzazione di diverse pubblicazioni specifiche (Atlante regionale degli oli, ecc.) e la partecipazione ad importanti manifestazioni in Italia ed all’estero. Un ulteriore impulso al miglioramento qualitativo delle produzioni regionali è derivato dalla proficua utilizzazione delle risorse destinate a tale finalità nell’ambito del Reg. CEE 528/99 per progetti di miglioramento della qualità dell’olio realizzati, sotto la supervisione dello Assessorato, delle Associazioni dei produttori e delle Istituzioni pubbliche operanti nel comparto”

1 / 3   ENTI LOCALI Avanti...