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Il vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all'Agricoltura
e Foreste, Giuseppe Castiglione
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- Assessore Castiglione, siamo nel “semestre italiano”
per l’Europa, definito il periodo “Euro-Mediterraneo”.
La Sicilia si trova in una posizione geografica strategica. Quale sarà
il ruolo che verrà svolto dal governo dell’Isola in questi
mesi? Quale in ambito agricolo?
“La posizione del ministero dell’Agricoltura per il semestre
di Presidenza Italiano dell’Unione sottolinea fortemente la centralità
dell’apertura al Mediterraneo attraverso un pacchetto di iniziative
finalizzate a dar seguito alla Conferenza di Barcellona per arrivare alla
creazione dell’area di libero scambio del Mediterraneo per il 2010.
Il Governo regionale supporterà questa strategia rafforzando, nella
prospettiva di una maggiore competizione sui mercati agricoli, la posizione
competitiva delle nostre filiere produttive che dovrà basarsi sulla
qualità e tipicità dei nostri prodotti”.
- Come giudica l’attuale riforma della PAC?
“L’intesa raggiunta tra i ministri agricoli dell’UE,
pur penalizzando sempre le agricolture dei Paesi mediterranei, determinerà
effetti di gran lunga più contenuti rispetto a quelli che si sarebbero
osservati per effetto delle proposte iniziali della Commissione. Nel complesso
quello raggiunto dovrebbe essere un buon compromesso in grado anche di
facilitare la posizione negoziale dell’Unione Europea sul tavolo
della trattativa del WTO”.
- Lo strumento dei POR sta riscontrando successo? Come
può essere migliorato?
“I bandi sinora pubblicati hanno suscitato sempre un grande interesse
nei produttori agricoli. Infatti le domande hanno sempre superato le dotazioni
finanziarie a disposizione. Uniche eccezioni sono state la misura 4.13b,
per la quale abbiamo provveduto al cambio della scheda tecnica e la misura
4.09 per la quale le domande erano arrivate, ma molte sono state giudicate
non ammissibili per errori formali. Tuttavia, bisogna ammettere che, in
generale, c’è stata un po’ di diffidenza sia nei confronti
delle nuove modalità selettive (bandi pubblici), sia per il livello
di contributo pubblico inferiore rispetto a quello previsto nella passata
programmazione (POP >1994/99). Anche la macchina amministrativa ha
stentato ad adeguarsi alle nuove procedure ed i nuovi bandi di prossima
pubblicazione vedranno modalità operative differenti in modo da
dare risposte in tempi più brevi alla utenza agricola”.
- Considera adeguati i meccanismi comunitari e nazionali per finanziare
lo sviluppo dell’agricoltura siciliana. Quali potrebbero essere
le strade da seguire per migliorare queste forme di finanziamento?
“Non sempre il meccanismo comunitario riesce a dare risposte adeguate
alle esigenze degli imprenditori agricoli soprattutto nel caso delle piccole
e medie imprese che avevano sino ad oggi eseguito una buona parte delle
opere di miglioramento fondiario attraverso l’impiego della forza
lavoro familiare e di mezzi aziendali.
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Oggi l’obbligo di rendicontare tramite fatture
quietanzate obbliga a demandare all’esterno una buona parte delle
operazioni da eseguire con conseguente aggravio di costi oltre alla impossibilità
di recuperare l’Iva versata dalle imprese in contabilità
semplificata. Per facilitare la spesa e aumentare il livello di interesse
da parte delle piccole unità produttive bisognerebbe allargare
la gamma delle operazioni eseguibili in economia ed aumentare il tasso
di contribuzione pubblica nel caso delle piccole e piccolissime imprese
che operano in contabilità semplificata. Inoltre, molto spesso
avviene la sovrapposizione nel territorio di diversi strumenti (Patti,
Patti agricoli, contratti di programma, etc.) che spesso attivano le stesse
azioni con percentuali di contributo diverse e modalità di accesso
ai finanziamenti diverse. Ciò genera molta confusione nell’utente
e difficoltà ad orientarsi”.
- Il Ministero delle Politiche agricole sta offrendo il giusto supporto
alle esigenze regionali in ambito agricolo? Cosa occorre fare per rendere
questo rapporto più efficiente?
“Il Ministero ha sicuramente, nel corso degli ultimi anni, allargato
il dialogo con le Regioni, prevedendo incontri tecnici e politici su temi
di particolare interesse ed attualità. Anche nella previsione di
una maggiore presenza delle Regioni a fianco del Ministero sul piano internazionale,
così come previsto dalla recente legge La Loggia, bisognerebbe
istituzionalizzare il raccordo tecnico per facilitare e rendere proficua
la interlocuzione politica”.
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- È soddisfatto dei passi fatti fino ad oggi per
il miglioramento dell’agricoltura siciliana?
“Sicuramente nel corso dell’ultimo biennio sono state sviluppate
molteplici iniziative sia per rispondere a specifiche esigenze degli operatori
(siccità, blue tongue, etc.) sia per rilanciare la capacità
competitiva del nostro sistema produttivo (Piano riordino fondiario, attivazione
misure POR, etc.). Tali interventi potranno sicuramente estrinsecare la
loro efficacia nel lungo periodo e non tarderanno a far sentire i loro
effetti”.
- Il caso Bse è da considerarsi chiuso? Quali i risultati raggiunti?
“Ritengo che i casi di Bse in Italia saranno sempre più sporadici.
Il divieto di impiego delle farine di origine animale, ormai da diversi
anni è di fatto drasticamente ridotto facendo diventare “rari”
i casi di Bse. Di contro abbiamo creato un efficace sistema di controlli
ed un sistema di allarme rapido che permette di individuare immediatamente
qualsiasi anomalia legata alla Bse. Parliamo piuttosto della presa di
coscienza del problema da parte del consumatore, il quale ha “digerito”
e superato il momento più critico, grazie anche agli interventi
effettuati con la etichettatura obbligatoria, la tracciabilità
della filiera carne che ha coinvolto tutti gli operatori. Inoltre le azioni
significative avviate ed in corso anche da parte di questo Assessorato
sono mirate a rendere, anche con gli strumenti della ricerca, ancora più
trasparente e sicura la carne. È fortemente sentita l’esigenza
di coinvolgere e supportare gli operatori della filiera, è con
questi interventi che è stata elevata la soglia di attenzione da
parte delle istituzioni. Dunque questi i risultati più diretti
ormai raggiunti. La Sicilia tra l’altro, avendo pagato un prezzo
elevato che non risponde al sistema zootecnico brado tipico e con popolazioni
animali autoctone, con una importazione dell’80% di animali provenienti
principalmente dalla Francia, ha immediatamente avviato un sistema di
analisi e monitoraggio della qualità della carne prodotta e commercializzata
in Sicilia. Il risultato finale raggiunto è quello di un aumento
del consumo di carne (23 kg di consumo pro capite).
- Sicilia sta diventando sinonimo di qualità, soprattutto in ambito
agricolo. Quali saranno i prossimi passi per migliorare ulteriormente
il “made in Sicily”?
“Il crescente successo sui principali mercati europei e mondiali
di alcune produzioni ed in particolare del vino hanno rilanciato l’immagine
della Sicilia come produttrice di prodotti agroalimentari di elevata qualità.
Lo sforzo realizzato attraverso le misure del POR per aumentare il livello
qualitativo delle altre produzioni e per conseguire prodotti finiti immettibili
direttamente nei circuiti distributivi non tarderà a determinare
risultati positivi che già iniziano a riscontrarsi in corrispondenza
delle principali manifestazioni fieristiche nazionali ed internazionali
con un crescente interesse nei confronti dei nostri prodotti da parte
di primari operatori commerciali italiani ed esteri.
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- Turismo e agricoltura: anche in Sicilia è sempre
più un binomio inscindibile?
“Diverse indagini sviluppate a livello regionale dimostrano come
l’enogastronomia siciliana tenda sempre più a costituire
una calamita per i turisti che vengono in Sicilia anche per poter gustare
le nostre produzioni tipiche. Il continuo aumento inoltre dell’offerta
di ospitalità rurale tende a rafforzare il legame tra le produzioni
regionali ed i flussi turistici che sembrano preferire in misura crescente
aree agricole alle tradizionali mete turistiche ubicate sulle coste o
in corrispondenza di siti culturali di particolare interesse. Proprio
in questi giorni, tra l’altro, è diventato pienamente operativo,
con l’approvazione del complemento di programmazione, il Leader
Plus, il Piano di sviluppo delle aree rurali, dove per definizione agricoltura,
turismo, artigianato si integrano”.
- La viticoltura siciliana si fa spazio nel panorama internazionale, quali
saranno le prossime mosse della Regione in questo settore?
“La Regione continuerà a sostenere le imprese, in occasione
di fiere ed eventi internazionali, in modo da favorirne la penetrazione
nei mercati. Per quanto concerne la ricerca, puntiamo alla valorizzazione
dei cloni autoctoni e della biodiversità, per l’individuazione
di cloni di elevato potenziale qualitativo e produttivo standardizzato.
In programma c’è anche il rilancio del settore vivaistico,
per valorizzare sempre di più le varietà autoctone. Tra
gli obiettivi di questo governo c’è anche quello di incrementare
il vino commercializzato in bottiglia, con evidente diminuzione del vino
commercializzato sfuso ed il recupero della capacità di trasformazione
dimessa, per consentire alle imprese in crescita di completare la filiera.
Grande attenzione, comunque, poniamo nella riqualificazione degli operatori
del settore e nella formazione delle figure professionali di cui necessita
il settore”.
- Olio d’oliva quali le iniziative per migliorarne l’immagine
e la qualità in ambito locale e internazionale?
”In questo ultimo biennio gli sforzi dei Servizi allo sviluppo sono
stati fortemente orientati verso il miglioramento dell’immagine
della Sicilia dell’olio attraverso la realizzazione di diverse pubblicazioni
specifiche (Atlante regionale degli oli, ecc.) e la partecipazione ad
importanti manifestazioni in Italia ed all’estero. Un ulteriore
impulso al miglioramento qualitativo delle produzioni regionali è
derivato dalla proficua utilizzazione delle risorse destinate a tale finalità
nell’ambito del Reg. CEE 528/99 per progetti di miglioramento della
qualità dell’olio realizzati, sotto la supervisione dello
Assessorato, delle Associazioni dei produttori e delle Istituzioni pubbliche
operanti nel comparto”
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