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L'ing. Pasquale Pistorio
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Le statistiche dicono che il Sud cresce più del Nord e che in Sicilia
i posti di lavoro aumentano. Bello sforzo. Il fatto è che il Nord è
saturo e che è già alla quota del 7% di disoccupazione fissato dalla
Comunità europea come traguardo da aggiungere entro il 2010, mentre la
Sicilia guadagna occupazione, ma continua a restare ben oltre il 20%. La Sicilia
non cresce come dovrebbe per due motivi essenziali. Il primo è questo:
ci sono incentivi per chi investe e chi assume, ma è una politica di sostegno
abbastanza complicata che non suscita fiducia da parte degli imprenditori. Per
semplificare basterebbe fare come in Irlanda: niente tasse per dieci anni per
chi investe e assume. Bello, chiaro e tondo. Il secondo motivo è sempre
lo stesso: la mafia. Gli imprenditori non scendono in Sicilia per timore di dover
pagare il "pizzo" e di trovarsi davanti qualche mafioso. Sostanzialmente
non ci sarebbe serenità sociale. Il problema in parte è vero e in
parte è falso. È vero in quanto, soprattutto nelle province centro-occidentali,
la mafia è ancora radicata nel territorio; è falso perché
il rischio viene ingrandito da giornali e televisioni che chiamano "mafia"
anche quattro delinquentelli che si dedicano alle estorsioni. Esempio: hanno arrestato
il sindaco di Pantelleria e altri quattro personaggi che si interessavano di "pizzi"
e appalti. E subito i giornali hanno "sparato" in prima pagina che era
stata sgominata una cosca nel paradiso dei vip. Ma quella non era cosca di Cosa
Nostra, era solo una banda di paese, anche ammesso che ne facesse parte il sindaco.
A questo punto è chiaro che gli imprenditori del Nord ci pensano quattro
volte prima di spendere un solo euro in Sicilia. Per indurli a scendere ci vorrebbe
quella norma di cui abbiamo parlato: cioé niente tasse per dieci anni.
Ma se in Sicilia c'è ancora mafia, sia pure in termini ridotti rispetto
al passato, al Centro-Nord non è che la situazione sia divertente tra bande
di albanesi extracomunitari. È questione di immagine: quando si parla di
Sicilia si pensa subito alla mafia e questo impaurisce la gente. Nemmeno Napoli
ha questa immagine, eppure gli omicidi sono all'ordine del giorno.
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Nonostante questo handicap di comunicazione ci sono buone prospettive. I fatti
dell'11 settembre hanno dato una mazzata al turismo anche italiano, ma la Sicilia
è la regione che ha sofferto di meno. Nel frattempo cresce il settore vinicolo
ora che tutti hanno scoperto i vini siciliani di grande qualità. E cresce
in generale la gastronomia siciliana. Altro settore con grandi prospettive resta
quello tecnologico, nonostante la crisi mondiale. La St Microelectronics dell'ing.
Pistorio (nelle foto) perderà qualcosa in Borsa, ma resta un colosso internazionale,
e sulla scia di questa impresa sono arrivate altre industrie del settore della
Ricerca e dell'Innovazione. La prospettiva di un'intesa con Ottawa, la seconda
al mondo dopo la Silicon Valley, pone Catania nella condizione di essere la leader
italiana entro il 2010, quando scatterà la zona europea di libero scambio.
L'unica macchia nera è rappresentata dalla chiusura di Cities on line,
partita con centinaia di dipendenti e grandi aspirazioni poi posta in liquidazione.
Purtroppo il Comune di Catania si è arreso davanti alla prospettiva della
chiusura, che ha fatto perdere il lavoro agli ultimi cinquanta dipendenti rimasti
in azienda. Una perdita di professionalità passata sostanzialmente sotto
silenzio. Insomma ci sono alti e bassi, si avanza faticosamente e la forbice con
le regioni del Nord aumenta, perché se la Sicilia in qualche modo accelera
resta sempre una "500" che deve misurarsi con un bolide di Formula Uno.
Bisogna avere coraggio e saper attendere, perché quando saranno realizzati
il Ponte sullo Stretto e la terza corsia sulla Salerno - Reggio Calabria non saremo
più la palla al piede dell'Europa, come scrisse un giornalista del Financial
Times.
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