ANNUARIO 2002
L'OPINIONE

Sicilia, avanti piano

di Tony Zermo

L'ing. Pasquale Pistorio

Le statistiche dicono che il Sud cresce più del Nord e che in Sicilia i posti di lavoro aumentano. Bello sforzo. Il fatto è che il Nord è saturo e che è già alla quota del 7% di disoccupazione fissato dalla Comunità europea come traguardo da aggiungere entro il 2010, mentre la Sicilia guadagna occupazione, ma continua a restare ben oltre il 20%. La Sicilia non cresce come dovrebbe per due motivi essenziali. Il primo è questo: ci sono incentivi per chi investe e chi assume, ma è una politica di sostegno abbastanza complicata che non suscita fiducia da parte degli imprenditori. Per semplificare basterebbe fare come in Irlanda: niente tasse per dieci anni per chi investe e assume. Bello, chiaro e tondo. Il secondo motivo è sempre lo stesso: la mafia. Gli imprenditori non scendono in Sicilia per timore di dover pagare il "pizzo" e di trovarsi davanti qualche mafioso. Sostanzialmente non ci sarebbe serenità sociale. Il problema in parte è vero e in parte è falso. È vero in quanto, soprattutto nelle province centro-occidentali, la mafia è ancora radicata nel territorio; è falso perché il rischio viene ingrandito da giornali e televisioni che chiamano "mafia" anche quattro delinquentelli che si dedicano alle estorsioni. Esempio: hanno arrestato il sindaco di Pantelleria e altri quattro personaggi che si interessavano di "pizzi" e appalti. E subito i giornali hanno "sparato" in prima pagina che era stata sgominata una cosca nel paradiso dei vip. Ma quella non era cosca di Cosa Nostra, era solo una banda di paese, anche ammesso che ne facesse parte il sindaco. A questo punto è chiaro che gli imprenditori del Nord ci pensano quattro volte prima di spendere un solo euro in Sicilia. Per indurli a scendere ci vorrebbe quella norma di cui abbiamo parlato: cioé niente tasse per dieci anni. Ma se in Sicilia c'è ancora mafia, sia pure in termini ridotti rispetto al passato, al Centro-Nord non è che la situazione sia divertente tra bande di albanesi extracomunitari. È questione di immagine: quando si parla di Sicilia si pensa subito alla mafia e questo impaurisce la gente. Nemmeno Napoli ha questa immagine, eppure gli omicidi sono all'ordine del giorno.

Nonostante questo handicap di comunicazione ci sono buone prospettive. I fatti dell'11 settembre hanno dato una mazzata al turismo anche italiano, ma la Sicilia è la regione che ha sofferto di meno. Nel frattempo cresce il settore vinicolo ora che tutti hanno scoperto i vini siciliani di grande qualità. E cresce in generale la gastronomia siciliana. Altro settore con grandi prospettive resta quello tecnologico, nonostante la crisi mondiale. La St Microelectronics dell'ing. Pistorio (nelle foto) perderà qualcosa in Borsa, ma resta un colosso internazionale, e sulla scia di questa impresa sono arrivate altre industrie del settore della Ricerca e dell'Innovazione. La prospettiva di un'intesa con Ottawa, la seconda al mondo dopo la Silicon Valley, pone Catania nella condizione di essere la leader italiana entro il 2010, quando scatterà la zona europea di libero scambio. L'unica macchia nera è rappresentata dalla chiusura di Cities on line, partita con centinaia di dipendenti e grandi aspirazioni poi posta in liquidazione. Purtroppo il Comune di Catania si è arreso davanti alla prospettiva della chiusura, che ha fatto perdere il lavoro agli ultimi cinquanta dipendenti rimasti in azienda. Una perdita di professionalità passata sostanzialmente sotto silenzio. Insomma ci sono alti e bassi, si avanza faticosamente e la forbice con le regioni del Nord aumenta, perché se la Sicilia in qualche modo accelera resta sempre una "500" che deve misurarsi con un bolide di Formula Uno. Bisogna avere coraggio e saper attendere, perché quando saranno realizzati il Ponte sullo Stretto e la terza corsia sulla Salerno - Reggio Calabria non saremo più la palla al piede dell'Europa, come scrisse un giornalista del Financial Times.

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