ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Moda

Sotto l’albero, la primavera

di Agata Patrizia Saccone

Fuori il tempo non ci spingerebbe a pensare ad abiti svolazzanti, scarpe aperte, costumi, occhiali da sole, cappellini e colori accesi. Ma la magia della moda consiste anche in questo. Guardare sempre oltre il calendario, sognando con sereno ottimismo. Vola la fantasia. E vola già da qualche mese, da quando, nelle sfilate di Milano e Parigi, i più grandi stilisti hanno anticipato le loro proposte per la prossima bella stagione. Colore dominante, lo eleggiamo subito, il giallo. Lo troviamo pure nel prêt-à-porter de luxe, decisamente stravagante, ricco di drappeggi e importanti scollature, presentato dal duo italo-tedesco Unrath & Strano, protagonisti all’ombra della Tour Eiffel sotto lo sguardo clinico degli addetti ai lavori, tra cui Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia, autorevole presenza del firmamento glamour. Dite a lei, ad esempio, perché sarà Alessandra Facchinetti la creativa di casa Valentino, dopo l’addio alle passerelle del grande Maestro. Se non si vuole far tramontare il Made in Italy, via via che i grandi escono di scena, bisogna puntare sui giovani più talentuosi. La Facchinetti è una di questi, così come in casa Gucci l’impronta è ormai quella della designer romana Frida Giannini.


FRANCIA E ITALIA
REGNI DELLA GRANDE MODA

Decisamente Parigi convince di più, e non solo per fascino. Un nome su tutti, Valentino: il Maestro italiano dice addio al prêt-à-porter con lunghi abiti da sera perfettamente fascianti che terminano a balze, con scolli sulla schiena tenuti insieme da fiocchi di stoffa o tempestati di paillettes.

Poi Christian Dior by John Galliano: la sua visione estiva per il 2008 è una rivisitazione retrò delle Dive degli anni Venti, Trenta e Quaranta.

A Milano si percepiscono purtroppo le grandi assenze. Lascia un vuoto la mancanza dell’indimenticato Gianfranco Ferré (a proposito, il suo erede è lo svedese Lars Nilsson).

Fortuna che c’è sempre Giorgio Armani a dominare la scena. È un mondo a parte, il suo, che colpisce nel segno noi siciliani. Pantelleria, rifugio delle vacanze estive di Re Giorgio, traspare in ogni abito della collezione: pantaloni al ginocchio un po’ alla turca, un po’ arrotolati da mozzo; abiti di pizzo similari a nasse; giacche piccole come boleri; scialli reti-da-pesca ricoperte di frange. Di rigore i colori neutri. A completare il look scarpe con strass e gioielli scultura.

L’universo Prada è costellato da volti di ragazze e petali di fiori, in versione “manga”, sui tessuti. Pantaloni a zampa, abiti pigiama e colori diversificati. Una rivoluzione nella linea di madame Miuccia. Grande il lavoro di styling con le calze: a coste colorate, portate a vista sui sandali scultura.

Per le fashion dinasty, citazione per Blumarine e per il mondo colorato Missoni: Anna Molinari propone hot pants e micro-giacche, tacchi bassissimi, divertenti bomberini oro e argento e, per la sera, caftani colorati lunghi e corti anni Settanta. La tavolozza dei colori che invece contraddistingue il pianeta Missoni, visto con la creatività di Angela, varia dal giallo zolfo al turchese, dal verde all’argilla: spolverini e micro-shorts, gilet di varie lunghezze, maglieria e pietre dure incastonate, al collo monili con motivi triangolari, ai piedi sandali-gioiello.


IL FUTURO
DEL MADE IN ITALY

Mentre americani e francesi agguerriti meditano strategie per accaparrarsi marchi italiani e giovani talenti, l’industria del Made in Italy vanta il suo saldo commerciale 2006 chiuso con un attivo di 17 miliardi di euro. L’evoluzione italiana, dopo il triennio difficile in quanto a fatturato, tra il 2002 e il 2005, è stata sancita dalla crescita delle aziende più solide del sistema moda, oggi rappresentato entro i confini nazionali da 80 mila imprese e 800 mila addetti. Particolarmente importante, secondo Mario Boselli, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, pure il ruolo svolto dalle imprese familiari, nel Belpaese un fattore di stabilità: “Oggi la gestione delle imprese è più difficile perché è aumentata in modo esponenziale la complessità e la velocizzazione dei fenomeni - spiega il cav. Boselli -. L’imprenditore deve essere sempre più capace, non solo coraggioso. Il grande nodo che l’impresa italiana si trova ad affrontare non riguarda il segmento dell’eccellenza, bensì vero terreno di scontro è la fascia intermedia che subisce la pressione della concorrenza estera. Ma la roba di qualità continua ad essere prodotta in Italia (alcune fabbriche sono dislocate pure in Sicilia - ndr), mentre alla Cina rimane tutto ciò che è massificato”.


IN PASSERELLA
MAGRE MA IN SALUTE

C’è poco da discutere. In passerella gli stilisti preferiscono le magre. Taglia 38, massimo 40. Corpi esili quelli delle mannequin. Anche se non obbligatoriamente per mantenere un fisico da top model, da giovanissime, c’è da esimersi a tutti i costi dal mangiare. Nutrirsi bene, con una dieta equilibrata, può consentire la cura del proprio corpo. Rigidità sì, ma senza eccessi. L’anoressia è un rischio assolutamente da scongiurare.

“Caravaggio sceglieva le donne belle per i suoi ritratti, lo stilista ha dei canoni di riferimento che hanno avuto nella donna magra un modello. Ma la donna magra appartiene più agli anni ’90, ora si guarda più alla forma”. Il pensiero è di Stefano Dominella, presidente di AltaRoma, che già da qualche tempo propone una campagna contro l’anoressia innanzitutto stringendo un sodalizio con Madrid, dove è già cominciata questa crociata.

Il barnum della moda è stato additato come responsabile di questo male moderno, che in verità però spesso nasce tra i banchi di scuola o nelle comitive, per il macroscopico errore di valutazione di ritenere la bellezza sinonimo di magrezza. Tra le adolescenti, la ricerca spasmodica della linea che sfocia nell’anoressia è dovuta il più delle volte alla necessità di confrontarsi e misurarsi con quelle amiche che portano l’ombelico scoperto senza rotolini. Il cibo, ritenuto responsabile del difetto, viene allontanato e, come in un micidiale circolo vizioso, più la fame aumenta e più cresce l’importanza di dominarla. Anziché rinunciare ai cibi dalle esagerate calorie e trascorrere qualche ora in palestra, l’isolamento e il denutrimento sono visti come la soluzione al problema, finché si cade nel precipizio. Una malattia sociale, che si può affrontare sia in terapia familiare che in terapia individuale, trovando il desiderio di guarire. E magari - suggeriamo - pensando a un’icona intramontabile di bellezza come Sophia Loren, la cui fama di donna desiderata la deve proprio alle sue forme.