L'Annuario
Esami di riparazione
Dopo 13 anni tornano gli esami di riparazione. L’idea che una fetta consistente di alunni, dal 1995 ad oggi, è stata promossa nonostante avesse accumulato lacune anche gravi in una o più discipline, non è andata proprio giù all’inquilino di viale Trastevere. Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha presentato ‘le nuove misure per il recupero dei debiti scolastici’. Il decreto prevede che la riforma parta già dall’anno scolastico in corso.
Tecnicamente non si può parlare di esami di riparazione, nel senso che la normativa sui debiti scolastici non è stata abrogata. Nei fatti, la formula scelta da Fioroni somiglia moltissimo alla vecchia kermesse di settembre, preceduta per intere generazioni da stressanti estati passate a studiare. Se, infatti, a giugno i ragazzi che frequentano le classi del superiore non dovessero riportare almeno 6 in tutte le discipline, se riusciranno ad evitare la bocciatura, la loro promozione sarà ‘congelata’: ‘il Consiglio di classe procede al rinvio della formulazione del giudizio finale’. Niente più, quindi, ‘promozione con debito’. Da questo momento per gli studenti comincerà il ‘calvario estivo’.
Il momento della verità, come in passato, sarà a settembre. Entro l’inizio delle lezioni gli stessi insegnanti, ‘in sede di integrazione dello scrutinio finale, procedono alla verifica dei risultati conseguiti e alla formulazione del giudizio definitivo che, in caso di esito positivo della valutazione, consente l’ammissione dell’alunno alla frequenza della classe successiva’.
La stretta sugli alunni fannulloni del ministro Fioroni ovviamente non piace agli studenti, mentre trova d’accordo i dirigenti scolastici. “Non possono sicuramente essere ignorati i risultati delle indagini internazionali che collocano agli ultimi posti della classifica i livelli di competenza dimostrati dai nostri ragazzi - dicono i dirigenti dell’Andis di Catania - per questo motivo siamo favorevoli al cambiamento, anche se, l’attuazione delle nuove misure, richiederà una serie di approfondimenti per evitare l’insorgere di problemi tecnici”.
Questa novità infatti si tradurrà in un tour de force anche per i docenti e gli organi collegiali delle scuole che dovranno riprendere in mano i Pof (i Piani dell’offerta formativa) per organizzare gli interventi necessari a supporto degli studenti meno bravi.