ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Da hinterland periferico a paese residenziale

In quarant’anni, a Battiati, la popolazione è cresciuta di nove volte, passando dai mille abitanti del 1960 ai 9.800 dell’anno scorso. Il Comune di Sant’Agata Li Battiati è oggi considerato il dormitorio di lusso di Catania. A due passi dal cuore della città, seppur autonomo perché dotato di un dinamico centro commerciale, Battiati ha una vocazione prettamente residenziale. Nasce come quartiere periferico, ameno paese agricolo che vanta una cospicua produzione di olive, uva, ortaggi e diventa in pochi anni sede di numerose industrie per la trasformazione dei prodotti del settore primario che, ancora oggi, rappresentano la principale fonte di reddito del paese. Probabilmente a causa della vicinanza alla grande città, Battiati ha sempre seguito gli avvenimenti storici di Catania, senza spiccare per nessun episodio degno di nota. Tuttavia, storie tramandate da una generazione all’altra e riportate sui più celebri libri di storia etnea ci raccontano che le origini della cittadina sono da collegare alla storia della vergine e Martire, Sant’ Agata, che l’ha voluta onorare della sua protezione. Nel 1444 un’ imponente colata lavica, iniziata un anno prima, minacciava di distruggere gran parte dell’area sud-orientale dell’Etna. La lava, fuoriuscita fra Monte Arso e Montepeloso, come dice Giuseppe Recupero (1720-1778), si divise in due bracci. Il primo si fermò nei pressi di Bonaccorsi e l’altro, sceso fra Tremestieri e S. Giovanni La Punta, minacciava seriamente di procedere per Catania. Le autorità cittadine e la popolazione, seriamente preoccupate, chiesero al Vescovo Giovanni De Pescibus di invocare la Santuzza. Il patriarca promosse una processione col Sacro Velo. Dinnanzi alla reliquia, nel luogo dove immediatamente venne eretta una chiesa, infatti, la lava si arrestò. Evento che fece gridare al miracolo. Ben presto, nel 1635, venne costruito un tempio più grande, su un terreno di proprietà del giudice catanese Lorenzo D’Arcangelo, che fu concesso in uso agli abitanti delle tre contrade limitrofe. Solo verso la metà degli anni Ottanta del XVII secolo venne eretto un tempio dedicato a Maria SS. Annunziata, 300 metri più a sud dalla Cappella del Velo, divenuto l’attuale Chiesa Matrice. Dopo il prodigioso evento, Battiati non fu più interessata da altri fenomeni vulcanici. Neanche dalla più rovinosa colata di lava del 1669 che, com’è noto, arrivò a toccare persino il mare distruggendo buona parte della città di Catania.