L'Annuario
Le Province - Siracusa
Da Siracusa l’Unione Europea spiega i nuovi Fondi Strutturali
Il Commissario europeo per la Politica Regionale Danuta Hubner incontra gli amministratori locali
Sono lieto del successo, anche mediatico, che ha avuto il Convegno Nazionale dal tema “La nuova programmazione dei fondi strutturali 2007-2013: rafforzare il governo locale con azioni di prossimità efficaci”, che si è tenuto il 30 ottobre 2007, a Siracusa, città che ha goduto dell’attenzione dell’Unione Europea già in diverse occasioni, grazie a richieste da parte della Provincia di Siracusa di ospitare eventi utili alla promozione dell’Europa unita.
Ha partecipato all’evento il Commissario Europeo per la Politica Regionale Danuta Hübner, che ha anche avuto modo di visitare diverse opere finanziate tramite i fondi strutturali europei.
Il convegno mirava ad aprire un confronto ai più alti livelli istituzionali sulle sfide e sulle opportunità che si aprono per le Province italiane con la nuova programmazione dei fondi strutturali e sul ruolo che possono assicurare in questa fase di attuazione del QSN.
A partire dal 1° gennaio 2007, infatti, ha avuto inizio il nuovo periodo di programmazione comunitaria. Sei nuovi regolamenti comunitari hanno ridisegnato il quadro della politica di coesione nel contesto dell’Unione allargata e disciplinano l’azione dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013. Due sono gli attuali Fondi strutturali: il Fondo sociale europeo (FSE) ed il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR). Ad essi si affianca il Fondo di sviluppo rurale FSR ed il Fondo di coesione.
Al fine di sfruttare appieno le risorse messe a disposizione dalla nuova programmazione, è necessario rafforzare il coordinamento tra i livelli territoriali, che assicuri la non sovrapposizione degli interventi, a loro integrazione e, più in generale, la capacità di governo nel suo complesso.
Solo migliorando la governance, infatti, sarà possibile coordinare e orientare meglio le politiche comunitarie, sostenere ciascuno nel far fronte alle proprie responsabilità e promuovere processi strategici integrati e assicurare la prossimità delle azioni.
Dal canto suo la nuova programmazione pone un accento forte sulla questione della governance e sulla capacità delle Regioni e degli enti locali di svolgere l’attività di programmazione in una logica di forte integrazione con gli altri livelli di governo.
La stessa programmazione passata ci insegna che l’insufficiente qualità della governance è alla base del mancato utilizzo della stragrande maggioranza dei fondi messi a disposizione nell’ambito della politica di coesione: ad oggi lo stato di attuazione finanziaria dei Programmi Operativi delle Regioni del sud è del 15% per il periodo 2000-2006, e sale al 40% per le Regioni del nord.
Allo stesso modo, una scarsa conoscenza delle politiche e dei meccanismi comunitari di attuazione della politica di coesione ha determinato un basso livello di coinvolgimento degli attori del territorio.
Ciò emerge con particolare evidenza se si tiene conto delle indicazioni contenute, tra gli altri, nel Rapporto di Valutazione Intermedia del PON ATAS 2000-2006, che testimonia, nonostante gli sforzi compiuti, la persistenza di una scarsa conoscenza degli interventi finanziati e, conseguentemente, di una mancata percezione della loro utilità ed efficacia.
Secondo il rapporto, solo il 47,8% degli intervistati ritiene che gli interventi siano destinati a tutte le regioni italiane. Il 27,6% dichiara che sono destinati solo alle regioni del Sud, mentre l’8,3% afferma che sono rivolti solo alle regioni del Nord. Nelle regioni Obiettivo 1, infine, il 17% degli intervistati dichiara che i fondi sono rivolti solo alle regioni del Nord.
Con la nuova programmazione, assume un’importanza fondamentale realizzare una buona comunicazione tempestiva e di prossimità sugli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali affinché i cittadini sentano le politiche comunitarie come direttamente incidenti nella loro vita quotidiana. In particolare, una tempestiva diffusione delle informazioni consente ai beneficiari, in vista dell’uscita dei relativi bandi, di avere il tempo necessario per elaborare adeguate proposte progettuali.
L’UPI intende svolgere un ruolo cruciale a livello nazionale come moltiplicatore delle informazioni, attraverso gli Uffici Europa, strutture tecnico-organizzative impegnate a favorire l’avvicinamento degli enti locali al sistema Europa, mediante la disseminazione delle opportunità offerte dall’UE, la promozione di assistenza tecnica per l’elaborazione e gestione di iniziative progettuali da presentare nel quadro di programmi comunitari.
L’UPI vuole porre, infine, l’accento sulla necessità di puntare sulla qualità degli interventi attuativi, che può giocare un ruolo importante nella promozione della competitività locale. In questo contesto appare importante la diffusione delle migliori pratiche attraverso la pubblicazione di studi in materia, numerosi a livello europeo, ma assenti a livello locale. In tal modo, sarà possibile acquisire competenze nuove tramite azioni di visibilità e trasparenza relativamente a quanto finanziato, realizzato e giudicato come migliore prassi.
L’UPI ha senza dubbio ricoperto un ruolo attivo nella definizione delle politiche e nella programmazione degli interventi, anche attraverso la partecipazione alla redazione del QSN. Esistono, tuttavia delle zone d’ombra: per un’efficace azione di prossimità, sarà necessario un maggior coinvolgimento delle Province da parte delle Regioni, migliorare la qualità di ascolto del sistema delle Province, la capacità di relazionarsi con i sistemi regionali e il grado di responsabilizzazione dei decisori coinvolti, in considerazione del fatto che, con l’aumentare della competizione tra i paesi europei a seguito dei recenti allargamenti, ci saranno sempre meno opportunità.
Bruno Marziano
Vice Presidente Vicario dell’Unione delle Province d’Italia
Presidente della Provincia regionale di Siracusa