L'Annuario
Università
Recca, un anno da Rettore
- Magnifico
Rettore, che bilancio può tracciare del suo primo anno alla
guida dell’Università di Catania?
È stato un anno di lavoro intenso, sia per me sia per tutti
quei colleghi docenti che quotidianamente collaborano alla
realizzazione del programma di governo
dell’Università in veste di delegati e per quei
dirigenti e funzionari responsabili dei vari settori della macchina
amministrativa che devono tradurre in azioni concrete le decisioni
prese dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione
dell’Ateneo, organi che partecipano attivamente alle grandi e
piccole scelte quodiane e progettuali della nostra
Università. Un anno intenso soprattutto perché ci
apprestiamo ad affrontare un nuovo significativo cambiamento per quanto
riguarda l’organizzazione didattica.
- In questo
senso, quali obiettivi sono stati già raggiunti nel corso di
questo primo anno del suo mandato?
Gran parte dei punti programmatici che ci eravamo proposti sono stati
già raggiunti. Ad esempio, siamo riusciti ad apportare, con
la collaborazione costruttiva degli organi di governo e delle strutture
decentrate, alcune sostanziali modifiche allo Statuto e ai Regolamenti
d’Ateneo, che ci permettono adesso di poter contare su un
quadro istituzionale più idoneo e funzionale. Le nuove norme
allargano gli spazi di partecipazione, non soltanto in chiave
elettorale, a disposizione degli studenti e del personale
tecnico-amministrativo. E a questo proposito, intendo ricordare anche
l’avvio di procedure di stabilizzazione per oltre 200
unità di personale Asu e Puc, e la trasformazione a tempo
indeterminato del rapporto di lavoro con 35 nostri dipendenti che prima
erano assunti a tempo determinato, grazie al comma 519 della
finanziaria 2007. Stiamo infine studiando come poter procedere alla
stabilizzazione di numerosi co.co.co., in virtù del comma
529 della stessa finanziaria, per valorizzare una volta per tutte e
togliere dalla condizione di precariato tantissime
professionalità presenti nei nostri uffici, nelle
facoltà e nei dipartimenti.
- Lei ha parlato
di cambiamenti dal punto di vista della didattica. Come vi siete
preparati alla riforma ispirata dai decreti sulle nuove classi di
laurea varati dal ministro Mussi?
Così come ci eravamo proposti nel momento della campagna
elettorale, abbiamo attribuito un ruolo più importante e
propositivo alla Commissione paritetica composta da docenti e studenti
che ha il compito di elaborare le proposte per
l’organizzazione dei corsi di studio. Questo lavoro di
coordinamento è stato accompagnato dall’attivismo
di ciascuna facoltà che si è inoltre attivata per
ridefinire i curricula e le materie, facendo attenzione ai criteri
ministeriali che stabiliscono dei parametri minimi qualitativi e
quantitativi per la realizzazione dei corsi.
- Dal punto di
vista della ricerca, invece, cosa è stato fatto?
Abbiamo innanzitutto realizzato un’anagrafe telematica della
ricerca, che consente di avere in tempo reale il quadro delle
pubblicazioni e dei progetti portati a termine da tutti i docenti del
nostro Ateneo. Uno strumento moderno e pratico che oltretutto permette
di collegare la consistenza di tale produzione scientifica alle
procedure per la richiesta di partecipazione ai programmi di
finanziamento nazionali e internazionali. Abbiamo inoltre organizzato
numerosi incontri in Ateneo per l’illustrazione dei
principali programmi europei, come il VII Programma quadro per la
ricerca e lo sviluppo tecnologico per il periodo 2007-2013, in modo da
fornire a tutti gli interessati il quadro dei requisiti e delle
procedure indispensabili per partecipare ed avere successo. Ecco
perché stiamo creando delle task-force in grado di assistere
tutti i ricercatori della nostra università, sia per
giungere alla registrazione dei brevetti, sia anche per poter far
nascere, dalle più brillanti idee di ricerca, vere e proprie
imprese ad alto contenuto tecnologico, i cosiddetti spin-off
accademici, in grado di stare sul mercato.
Stiamo lavorando alacremente per incrementare, attraverso
l’erogazione di servizi e di informazioni mirate, il livello
medio della ricerca nella nostra Università, che comunque
può contare già su dei
“picchi”, ad esempio nei settori della chimica,
delle bio e nanotecnologie, dell’agroalimentare, ma anche,
tradizionalmente, delle scienze umanistiche e della giurisprudenza.
- A proposito di
questo aspetto, quale ruolo intende assumere
l’Università di Catania rispetto alle imprese
presenti nel suo territorio?
Il nostro Ateneo ha già intrapreso una produttiva
collaborazione con le multinazionali presenti nel proprio territorio,
la cui presenza ha dato vita al distretto di alta tecnologia conosciuto
come “Etna Valley”.
- Che tipo di
collaborazione avete con le attività industriali o
artigianali della città?
Abbiamo sottoscritto convenzioni quadro con le maggiori associazioni di
categoria e con gli ordini professionali delle province nelle quali
siamo presenti con nostre sedi (Catania, Caltanissetta, Enna, Ragusa e
Siracusa). Pertanto, recentemente abbiamo potenziato il Liaison office
e il Career Center, strutture del nostro Ateneo molto attive anche sul
fronte della progettazione in ambito comunitario.
La formazione e la ricerca scientifica sono due fattori fondamentali,
propedeutici e strategici, per far crescere la competitività
delle imprese siciliane. Ciò deriva dalla consapevolezza che
un’Università antica e consolidata come la nostra,
fondata nel 1434, e al tempo stesso aperta verso
l’innovazione, può svolgere un ruolo fondamentale
nello sviluppo della propria area territoriale di riferimento.
- Torniamo a
parlare di studenti. Un grande apprezzamento hanno riscontrato, da
parte loro, due iniziative recentemente lanciate dalla sua
amministrazione: la prima riguarda la “Spider card”
del Monte dei Paschi di Siena, la seconda la realizzazione di circa 500
nuovi posti letto nel prossimo triennio destinati ai fuorisede. In cosa
consistono?
Premetto che siamo la prima Università italiana ad applicare
i dettami del protocollo voluto dal ministro per
l’Innovazione della pubblica amministrazione Luigi Nicolais,
finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione pubblica
“fully digital”, ossia in grado di ridurre al
minimo il supporto cartaceo all’interno dei propri atti.
L’accordo con il nostro istituto tesoriere, il Monte dei
Paschi di Siena, è una conferma del fatto che stiamo
procedendo con rapidità su questa strada. Abbiamo infatti
lanciato innanzitutto un servizio che consente agli studenti di pagare
on line le tasse d’iscrizione e d’immatricolazione,
sin dall’inizio della sua fase sperimentale molto utilizzato
dai nostri iscritti. Il secondo passaggio di questo accordo riguarda la
distribuzione, a partire dal gennaio del 2008, della “Spider
card Unict” in quasi 70 mila esemplari, agli studenti, ai
docenti e al personale tecnico, amministrativo e sanitario
dell’Ateneo.
Si tratta di una carta di credito prepagata e ricaricabile realizzata dall’istituto bancario senese operante sui circuiti Bancomat/Pagobancomat e Visa Electron e che consentirà di svolgere molto più rapidamente e in sicurezza pagamenti, come quelli delle tasse universitarie, senza incorrere in commissioni aggiuntive del sistema interbancario, ma anche di avere accesso ad alcuni servizi, come le biblioteche, le mense, i parcheggi o gli impianti sportivi.
- E per quanto
riguarda le nuove residenze?
Stiamo procedendo all’acquisto o alla ristrutturazione di
quattro nuove residenze per studenti al fine di rendere disponibili ai
nostri iscritti fuori-sede alcuni immobili già adeguati dal
punto di vista strutturale per la destinazione a residenze
studentesche, puntando ad ottenere un significativo cofinanziamento da
parte del Ministero dell’Università e della
Ricerca. Gli immobili in questione - selezionati tra le proposte
pervenute a seguito di un avviso di luglio - sono l’Hotel
sport Rasula Alta (che diverrebbe la Residenza universitaria campus
Mongibello, dotata di 111 posti letto), il Politi Residence (Residenza
universitaria Agathae, con 40 posti letto) nei pressi di piazza Duomo,
la Residenza universitaria campus Lachea, di imminente costruzione nel
territorio di Sant’Agata Li Battiati e in grado di mettere a
disposizione 228 posti letto, e la Residenza universitaria Scuola
superiore Palazzo dell’Etna, sede temporanea della Ssc in via
San Nullo, con 58 posti letto e spazi per laboratori di ricerca.
Il programma “Residenze studenti Università di
Catania” ci consentirà pertanto di portare, in
tempi brevi, il numero dei posti letto a disposizione resi disponibili
dall’Ateneo, da 0 a 276 nel periodo 2007/ 2009 e da 276 a 504
nel 2010, inclusi quelli delle residenze di via Caronda e via Oberdan
attualmente in costruzione.