L'Annuario
Cultura - Il pensiero dell’assessore regionale Lino Leanza
Scuola & Beni culturali a braccetto
Ha portato una ventata di novità e, per la prima volta, beni
culturali e pubblica istruzione camminano insieme:
l’assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla
Pubblica Istruzione, Lino Leanza (nella foto), dal momento del suo
insediamento, ha subito instaurato un clima di collaborazione con gli
enti locali per decentrare la gestione dei beni culturali e della
pubblica istruzione: impossibile far decollare la Sicilia senza un
lavoro organico che abbia - per usare una metafora cinematografica -
una regia accorta e un cast motivato e di primo piano. Spiega
l’assessore: “È un modo valido per
comprendere le differenti realtà territoriali e trovare
delle soluzioni ai problemi comuni. La conoscenza indispensabile per
fare scelte politiche precise”. Leanza non ha dubbi: la
partita 2007/2013 si gioca sui servizi. Partiamo dalla scuola:
l’assessore Leanza ha ascoltato esigenze,
difficoltà e desiderio di riscatto delle differenti
realtà siciliane, comprendendo quanto sia fondamentale un
dialogo continuo tra tutti gli operatori. Il punto sul quale il
responsabile della Pubblica Istruzione scommette è quello
della sicurezza: entro tre anni tutti gli edifici scolastici saranno
messi a norma. All’imponente operazione - oltre il 60% degli
istituti non risponde ai requisiti richiesti - sono state destinate
ingenti somme: il diritto allo studio va garantito partendo proprio da
questo fondamentale aspetto. Gli altri punti riguardano una forte
identità regionale, la spinta a un nuovo potenziale flusso
turistico, quello dei 500.000 studenti, da convogliare in Sicilia per i
viaggi-studio con il progetto Polyphemus (vedi box).
Aggiunge Leanza:
“La dimensione culturale del percorso scolastico va
contestualizzata, individuando spazi organizzativo-didattici nel segno
di una rinnovata e convinta necessità di tutela e
valorizzazione dell’identità regionale, nel
più vasto disegno di una ineludibile cittadinanza europea.
Ciò significa attivare le politiche e le misure
più appropriate per fruire e promuovere la ricchezza dei
localismi che caratterizzano la nostra regione. In gioco
c’è la specificità culturale siciliana
con i suoi aspetti linguistici, storici, materiali e immateriali.
Bisogna però tenersi lontano da ogni forma di
autoripiegamento. È vivo il desiderio di conoscenza del
patrimonio culturale della Sicilia, mentre è necessario
lavorare molto sul rapporto, attualmente poco stretto, tra il mondo
della scuola e gli enti locali. È anche fondamentale aprire
un dialogo con le autonomie scolastiche per capire a cosa destinare la
quota di interesse regionale, ovvero quella fetta di insegnamenti che
possono esaltare l’autonomia progettuale delle
scuole”.
Un altro successo di Leanza è la legge sul cinema. “Negli ultimi mesi abbiamo dedicato grande attenzione al cinema. È stato sbloccato l’APQ (Accordo di Programma Quadro), che vede l’Assessorato interagire con partner come il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il Ministero ai Beni e alle Attività culturali, per supportare adeguatamente produzioni siciliane e di autori siciliani. L’appoggio al progetto di Ciprì e Maresco, appena presentato, ne è una dimostrazione, con un investimento che supera i 500 mila euro. Parte della somma andrà a finanziare, a Gibellina, la prima edizione di un festival dedicato al jazz. Abbiamo regolamentato l’intera attività cinematografica in Sicilia, dando vita a una società di servizi, Cine Sicilia, e al Servizio Film Commission Regione Siciliana. È nostra intenzione, dunque, supportare tale attività importante soprattutto se, oltre ai luoghi, le produzioni terranno conto anche delle nostre professionalità, di quelle già esistenti e di quelle che intendiamo formare, previa analisi dei fabbisogni. Negli anni passati si è sbagliato puntando su investimenti industriali che hanno solo contribuito a distruggere i territori che li hanno ospitati. Non è quella la nostra vocazione e oggi vogliamo mirare a un altro tipo di sviluppo e di promozione della nostra isola. La Sicilia - continua l’assessore - è un set a cielo aperto e i nostri luoghi - lungo le coste o all’interno - ben si prestano a ospitare la lavorazione di film”. Ancora un punto, legato alle scuole: il progetto “La costituzione del buon esempio: fai crescere la tua Regione, l’Italia, l’Europa”, percorso integrato di educazione alla convivenza civile, rivolto al sistema scolastico siciliano e italiano. Leanza precisa: “L’obiettivo del progetto è lo studio della Costituzione italiana e la conoscenza dello Statuto siciliano tra i banchi di scuola. Si tratta di un percorso che vuole offrire modelli positivi, per riscoprire il senso dell’appartenenza alla comunità, per dare fiato alla fiducia, richiamando gli adulti e le istituzioni a dare il “buon esempio”, affinché anche i più piccoli “sperimentino” il valore premiante e conveniente della legalità. L’educazione al senso civico non può che partire dalla scuola, iniziando dalla Carta fondamentale che regola lo Stato e le Istituzioni. E in Sicilia, oltre alla Costituzione, non può non riguardare anche la riscoperta del nostro Statuto. Entrambi potranno essere utili strumenti di lavoro in classe per ragionare sul complesso dei bisogni, dei valori, dei diritti per focalizzare l’attenzione sulle emergenze e per elaborare nuove prospettive. L’educazione alla cittadinanza, all’etica della responsabilità, alla “cittadinanza plurima” sono le grandi mete del nostro tempo. Il richiamo alla Costituzione e allo Statuto Siciliano, rischia di apparire astratta enunciazione se non si medita sufficientemente sulle conseguenze della violazione dei principi e dei valori in essi contenuti. Il richiamo ad essi deve far comprendere ai ragazzi cosa significa essere e diventare cittadini di una città, di una regione, di una nazione, dell’Europa, del mondo. Ecco il senso del progetto”.
Dalla scuola ai beni culturali. Sono state ben
oltre 100 mila le presenze nei cinquanta siti che, dal 6 agosto al 9
settembre, sono rimasti aperti, in alcuni giorni della settimana, anche
dalle 20 alle 24, ospitando di frequente degli intrattenimenti
musicali.
La manifestazione “Notti di mezza estate”
ha raggiunto i suoi picchi massimi nelle province di Catania, Agrigento
e Palermo, rispettivamente con un’affluenza di 37.667, 31.641
e 12.165 unità. Soddisfatto l’assessore, che ha
fortemente voluto queste aperture prolungate: “Abbiamo dato
ai siti coinvolti l’opportunità di ampliare e
diversificare la proposta culturale con iniziative di spessore che
hanno colmato dei vuoti lasciati da altre manifestazioni non messe in
cantiere. Per la prima volta in Sicilia, nei giorni festivi e di notte,
Ferragosto compreso, i nostri luoghi più significativi sono
stati fruibili, offrendo alternative valide ai residenti e ai turisti.
Sono stati anche aperti nuovi siti e tutto il movimento messo in atto
ha contribuito a creare economia nei luoghi. Il nostro obiettivo
è proprio questo: far rinascere le nostre città,
mettere in moto un circuito virtuoso attraverso il quale la cultura
crei proprio economia. Insomma, ancora una dimostrazione di come si
possano superare le difficoltà per il bene della Sicilia, in
un periodo in cui è affollata di turisti. Visto il successo,
ripeteremo in tutte le province l’operazione, perfino in
altri periodi dell’anno. Riproporremo, dunque,
l’apertura notturna dei siti di maggiore interesse turistico
per invogliare la gente a visitarli e, per rendere più
piacevole il percorso, continueremo a prevedere
un’accoglienza musicale, coinvolgendo le associazioni
concertistiche siciliane”. In questi mesi
l’assessore ai Beni culturali ha lavorato anche a un
documento sulla gestione e fruizione dei teatri antichi, siti di cui la
Sicilia è ricca. Spiega: “i teatri antichi fanno
parte del DNA della nostra regione, insieme a mille altre forme
d’arte, dai manufatti arabi a quelli barocchi, e
rappresentano l’ultimo esempio di teatri
all’aperto. Vanno curati quelli già ammalati,
conservati in salute quelli senza problemi perché
costituiscono uno strato comune della cultura mediterranea: per questa
ragione tracciare delle linee-guida di manutenzione e fruizione, a cui
facciano riferimento tutti i paesi del bacino mediterraneo,
è stato un intervento preventivo. La direttiva assessoriale
sulla fruizione dei teatri antichi siciliani, fissa i criteri di
gestione dei teatri, recependo la “Carta di
Siracusa” e diventando in tal modo uno strumento duraturo di
gestione. Il teatro non è tempio né bara e se
diventa un monumento storico, non vive più della sua
funzione teatrale, diventa un ex teatro. Sui teatri antichi occorre
trovare, con equilibrio e lungimiranza, una soluzione che non
impoverisca e non deteriori la struttura ma ne permetta la fruizione.
Oltre alla storia c’è l’arte, non sempre
la prima, da sola, regge”.
Tanta attività, insomma, per un settore dalle grandi potenzialità. Conclude Leanza: “c’è in atto un cambiamento di rotta: per la prima volta anche i cittadini cominciano a comprendere che la vera ricchezza viene dal nostro patrimonio culturale e che proprio la sua tutela e la sua valorizzazione rappresentano il nuovo modello sviluppo capace di produrre economia, lavoro. Testimonianza ne è la grande partecipazione di massa alla manifestazione di Morgantina, dove la popolazione si è mobilitata per chiedere a gran voce il ritorno della statua della Venere, attualmente esposta al Paul Getty Museum di Malibu, che, a seguito delle nostre battaglie, diplomatiche e popolari, nel 2010 tornerà in Sicilia. E troverà un museo ad hoc ad accoglierla”.
Lo scorso maggio, una svolta. L’assessore Leanza firma, infatti, la direttiva che regola l’esportazione dei beni culturali fuori dalla Sicilia, stabilendo così precisi limiti nell’interesse della conservazione della parte più prestigiosa del patrimonio culturale che, solo in casi eccezionali, e prevedendo uno scambio adeguato, potrà andare in prestito fuori regione. “La direttiva - commenta Leanza - non vuole essere un atto di isolazionismo, come qualcuno lo ha definito, ma un provvedimento indispensabile per la migliore fruizione di capolavori quali il Satiro (nella foto), potenti attrattori turistici, in grado di creare economia per i luoghi che li ospitano.
Se è vero che non si può quantificare il ritorno di immagine per la Sicilia prodotto dall’esposizione dei nostri beni culturali in giro per il mondo, è fuor di dubbio che, invece, è scarso il ritorno economico, in termini di turismo, che questi viaggi determinano, a fronte dei disagi che l’assenza di preziose opere provoca nei siti d’origine. Per evitare tutto ciò, abbiamo deciso di regolamentare il settore, a titolo sperimentale, fino al 31 dicembre 2008, mantenendo però gli impegni già presi. È nostra intenzione, inoltre, incrementare lo scambio di beni tra i musei regionali, mentre chiederemo alle istituzioni di tutto il mondo di mandare da noi i loro pezzi più pregiati”.