ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Siracusa

La perla aretusa

pagine a cura dell'Ufficio Stampa
(in collaborazione con l'Ufficio P.R. editoriale)


Seduto dal 22 dicembre del ’99 sulla poltrona più importante del settecentesco Palazzo del Senato (“il Vermexio”, come molti lo definiscono ricordando il progettista), Giambattista Bufardeci (nella foto) è ormai giunto al giro di boa del suo secondo mandato. Sette anni da sindaco, oltre a rappresentare quasi un record per Siracusa, possono essere una profonda fatica, ma possono anche trascorrere in fretta.
“Se ci si stanca a fare il sindaco così a lungo? Certo - spiega Bufardeci - non è un impegno agevole. Ci sono tanti imprevisti e tanti ostacoli da superare per realizzare i programmi che ci si è dati. Questi anni, poi, per gli enti locali sono stati ancora più difficili perché abbiamo fatto i conti con i tagli alle risorse finanziarie. E’ importante non perdere l’entusiasmo, che viene dalla consapevolezza di fare qualcosa di utile per la città e per migliorare la vita dei propri concittadini”.
- Soddisfatto delle cose fatte?
“Il mio giudizio conta poco, più importante è sapere cosa pensa la gente. Però, se ricordo cos’era la città sette anni fa, vedo che tantissime cose sono cambiate e che l’immagine stessa di Siracusa nel mondo era prima profondamente diversa. Oggi, a buon diritto, possiamo definirci una meta turistica di qualità, una delle tappe del turismo culturale nel Mediterraneo”.
- E pensa che la gente sia soddisfatta?
“Non sono io a dirlo ma la statistica. L’amministrazione comunale sta lavorando alla realizzazione di un osservatorio civico permanente e la ricerca di partenza, affidata all’istituto Demopolis, ci dice che per i siracusani la qualità della vita è complessivamente migliorata negli ultimi cinque anni. Inoltre, nonostante le difficoltà legate alla congiuntura economica, alla diffusa disoccupazione e alla criminalità comune, i siracusani mostrano per la maggior parte soddisfazione e apprezzamento verso diverse iniziative dell’amministrazione comunale e trovano più alti, rispetto al passato, gli standard di alcuni servizi comunali; inoltre, la metà dei siracusani pensa di vivere meglio oggi rispetto a prima”.
- Tutto bene, allora!
“Sembrerebbe di sì, ma non vuol dire che il mio lavoro sia finito. Mancano due anni e mezzo alla fine del mandato e c’è ancora tanto da fare per consolidare questo processo virtuoso. C’è da progettare la città secondo il piano regolatore generale e il piano regolatore del porto, due strumenti che vanno a merito della mia amministrazione, rinnovati dopo decine e decine di anni. Abbiamo ottenuto il riconoscimento Unesco come città patrimonio dell’Umanità, stiamo moltiplicando la ricettività alberghiera ma dobbiamo consolidare il ruolo di Siracusa come capitale del turismo culturale; un processo che va di pari passo con il Piano di sviluppo sostenibile, la vera scommessa del futuro”.
- Di cosa si tratta?
“La nostra provincia ha conosciuto nei decenni scorsi una forte crescita economica legata essenzialmente al petrolio e alla chimica, quindi con costi elevati, sul lungo termine, per l’ambiente. Il Piano di sviluppo che come Comune intendiamo portare avanti, invece, vuole dare un futuro migliore alle prossime generazioni. Un sistema economico in crescita è sostenibile solo se le risorse utilizzate per la creazione di ricchezza restano, in quantità e in qualità, entro opportuni limiti di sfruttamento e non sovraccarica la capacità di assorbimento fornite dall’ecosfera. Il nostro Piano di sviluppo si inserisce nel quadro di riferimento di sostenibilità ambientale e attua i bisogni della città, che vertono sulla possibilità di riconvertire l’economia verso azioni atte a conservare, valorizzare e promuovere le incredibili potenzialità delle risorse ambientali e culturali esistenti”.
- La decisione di puntare sul turismo culturale rientra, dunque, in questo progetto di sviluppo.
“Certamente, e bisogna tenere presente che uno sviluppo sostenibile è possibile solo se c’è la consapevolezza dei cittadini, non più soggetti passivi ma protagonisti di un percorso, in uno scambio continuo di idee con le istituzioni. Si accennava al turismo culturale: potremo raccoglierne i frutti solo se noi tutti, amministratori e cittadini, adotteremo comportamenti conseguenti, sia sul piano dell’accoglienza sia su quello della cura della città e del suo patrimonio artistico, architettonico e ambientale. Allora, è decisivo pure potenziare i canali di dialogo e di confronto già esistenti”.
- Questo per quanto riguarda il medio periodo. Ma nel breve tempo come cambierà Siracusa?
“Molti quartieri, non solo Ortigia, sono interessati da interventi di riqualificazione che presto faranno cambiare aspetto alla città. Di recente abbiamo concluso l’intervento su corso Matteotti e largo XXV luglio, migliorando l’aspetto di una strada prettamente commerciale e valorizzando il tempio di Apollo. Molti sforzi, poi, sono rivolti alla fascia costiera che, col mare, torna ad essere protagonista, risorsa economica e ricchezza paesaggistica di una città che per troppo tempo ha dimenticato l’importanza della sua posizione geografica. Al porto stanno per nascere una zona di attracco per grandi yacht e una per navi da crociera di grosse dimensioni. Stiamo per intervenire sulla vecchia cintura ferroviaria da via Piave a largo Cappuccini; e poi, da largo Cappuccini fino all’ex tonnara di Santa Panagia, tratto nel quale sarà realizzata la prima pista ciclabile di Siracusa. Ancora, stiamo intervenendo sulla zona umbertina, che a buon diritto può essere considerata parte del centro storico, riqualificando piazzale Marconi e i giardini del Foro Siracusano. Questo solo per parlare di cantieri già aperti o che stanno per esserlo. Tanti, poi, sono i lavori in corso in Ortigia, e tra questi tengo a sottolineare il restauro del Teatro comunale. Siracusa nel 2007 tornerà ad avere il suo Teatro Massimo, chiuso da quasi mezzo secolo, e sarà intitolato a Salvo Randone, forse il più grande attore del ‘900, nato cento anni fa a Siracusa. Questo nonostante le critiche di tanti scettici, che ancora stentano a credere che la mia amministrazione comunale sta riuscendo a raggiungere un obiettivo che altri per decenni hanno fallito o che non hanno neppure tentato di raggiungere. Un risultato in più, al quale guardo con orgoglio e che mi ripaga dell’impegno di questi anni”.