L'Annuario
Sport
Un tris storico
di Gianfranco Troina
L’inseguimento s’è concluso, il calcio siciliano festeggia il 2006 con la promozione del Catania in Serie A che è anche un fatto storico perché per la prima volta i rossazzurri, i rosanero del Palermo e i giallorossi del Messina giocheranno tutti insieme nel massimo campionato. Un tris stupendo che riscatta il calcio siciliano da lunghissimi anni di amarezze, esclusioni, pseudo-radiazioni e lo portano finalmente a vivere un momento esaltante.
La combinazione vincente ha preso lo spunto dalla esaltante promozione di un Catania, che guidato da un siciliano purosangue, come il marsalese Pasquale Marino, ha saputo conquistarsi il posto in Serie A con la promozione diretta dopo un torneo cadetto in cui ha messo sul piatto concretezza, ma soprattutto schemi e un filo logico del gioco davvero interessanti.
Le magie di Peppe Mascara, le invenzioni di Davide Baiocco, l’esperienza di un playmaker come Mattia Biso e di faticatori del centrocampo come Giorgio Lucenti ed Ezio Brevi, il fiuto del gol di Gionatha Spinesi, la voglia di crescita di uomini come Fabio Caserta, Roberto De Zerbi, Umberto Del Core e Maurizio Anastasi, il supporto di Lucano Zavagno e Rocco Sabato, la solidità difensiva dei Sottil, dei Cesar e dei Bianco oltre alle parate di Armando Pantanelli e all’orgoglio siciliano di Orazio Russo hanno creato le basi per questa scalata magnifica. Il tutto condito ovviamente dalla sapienza tattica di un allenatore coraggioso e rampante come Pasquale Marino, ma anche dal coordinamento strutturale che il tandem Pietro Lo Monaco e Nino Pulvirenti ha saputo creare.
E il grazie maggiore va proprio al presidente catanese Nino Pulvirenti che in pochi anni, dopo aver rilevato il club dalla famiglia Gaucci, è riuscito nell’impresa più bella e sembra possa ripetere le gesta di quel Catania che approntò negli Anni Sessanta il presidente Ignazio Marcoccio con la collaborazione di dirigenti straordinari come Michele Giuffrida, Gianni Mineo e Turi Maugeri.
Assestarsi in Serie A diventa l’obiettivo primario di questo Catania, così come hanno fatto nel tempo sia il Palermo sia il Messina. Il club rosanero trascinato dal “ciclone” Zamparini sembra addirittura possa esprimersi ad altissimi livelli se solo riuscirà a trovare continuità di risultati con la ferma mano e il turno opportuno che Francesco Guidolin dalla panchina dovrà effettuare. Fosse rimasto Luca Toni a guidarne l’attacco le potenzialità palermitane sarebbero state davvero eccezionali. Comunque tra Coppa Uefa e lotta per lo scudetto certamente sentiremo parlare del Palermo.
Sullo Stretto, il répéchage, grazie a “Calciopoli”, ha ridato linfa a Pietro Franza e ai suoi che con estrema decisione stanno cercando di non ripetere gli errori dell’ultima stagione per lottare in tutta sicurezza per la salvezza. Con Bruno Giordano in panchina s’è partiti con un buon passo in quest’avvio di stagione e quindi le speranze di centrare gli obiettivi ci sono tutti davvero.
NON SOLO CALCIO
Sulla scia di Catania, Messina e Palermo nel calcio lo sport siciliano vive grandi momenti di contraddizione con pochissime altre discipline che riescono ad esprimersi su livelli ottimali. Ma c’è ancora da applaudire il fenomeno Acer Priolo nel basket femminile così come quello dell’Upea Capo d’Orlando nella pallacanestro maschile. Ammirazione anche per quel che sa regalare ai suoi supporters un Amatori Catania brillante e determinato nella “Top Ten” del rugby dove tra mille difficoltà il gruppo guidato da Benito Paolone s’è insediato con grande autorità.
La conferma del fenomeno pallanuoto consacra Catania, Siracusa e Palermo nell’élite grazie soprattutto alle imprese dell’Orizzonte Geymonat tra le donne, così come Sp Energia Siciliana Catania ed Ortigia restano punti fermi della waterpolo maschile.
Conferma anche per la pallamano che con la sua tradizione ennese, mazarese e siracusana riesce a trovarsi gli opportuni spazi, così come c’è da applaudire le piccole realtà emergenti di sport come il tennistavolo.
Più complicato il fenomeno agonistico non di squadra. Certo il nuotatore vittoriese Luca Marin resta il protagonista principale anche se è costretto a lasciare la Sicilia per gareggiare per una società piemontese. Luca resta comunque un fenomeno siciliano di cui andiamo orgogliosi. Aspettiamo sempre che dall’atletica fiorisca il campione autentico e le speranze sono affidate ad un gruppetto di giovani emergenti, mentre salutiamo felici il ritorno ad alto livello di Francesco Scuderi. Stesso discorso anche nel ciclismo dove tra mille difficoltà qualche siciliano cerca di mettere la testa nel gruppo d’avanguardia in Italia, così come riesce a fare nel tennis il siracusano Di Mauro.
C’è infine il pugilato siciliano che attende nuova linfa dopo gli Anni d’oro dei fratelli Battaglia, di Rossetto e di Ciaramitaro. Le speranze ci sono e non per nulla è nata la prima società professionistica isolana come la Sicily Management.
Insomma una Sicilia che sulla scia del calcio può cercare il grande risveglio sportivo aspettando soprattutto che tornino nell’Isola grandi manifestazioni che riportino altro interesse e nuova passione. Come sembra lontana l’annata felice dell’Universiade siciliana. •