ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Regione Siciliana - Dipartimento Pubblica Istruzione

Sicilia isola del tesoro

Tesori nascosti, meraviglie archeologiche, testimonianze del passato, della storia e della cultura di una Sicilia troppo spesso sconosciuta. La nostra Isola è un museo permanente che si inebria del profumo di zagare e che si scalda sotto i raggi di un sole che qui riflette bagliori magici. Qui, nella terra patrimonio dell’Unesco, patria del barocco e delle mille contraddizioni, dove l’incuria per secoli è stato il male da sconfiggere, si lavora per riportare alla luce i beni artistici più preziosi. Sono le chiese, i siti archeologici, i musei, i monumenti, le rovine che raccontano una storia millenaria. L’immenso patrimonio di Palermo e di Catania, i templi e le rovine greche di Segesta e Selinunte, la suggestiva Valle dei Templi di Agrigento, il Teatro Greco di Siracusa, i Monumenti Unesco di Ragusa, il Barocco della Val di Noto, la Villa del Casale di Piazza Armerina, il Teatro antico di Taormina. Culti, miti e leggende di una terra che è un monumento alla cultura.
La salvaguardia e la tutela dei nostri Beni culturali sono finalmente una priorità. Il progetto sposato dall’assessore Regionale ai Beni Culturali Lino Leanza parte da un concetto preciso: “La nostra filosofia si fonda su un nuovo modello di sviluppo che prevede l’incontro tra patrimonio culturale ed economico, che insieme devono produrre ricchezza - chiarisce l’assessore -. Le nostre risorse sono concentrate sulla valorizzazione, la fruizione e la gestione di tutti i nostri beni. Tra gli obiettivi, che considero prioritari, c’è quello di fare in modo che Beni culturali e mondo dell’istruzione possano camminare parallelamente. Due realtà così importanti che si incontrano non possono che agevolare il processo di conoscenza e di arricchimento culturale nelle nuove generazioni. Avvertiamo la necessità di creare maggiore consapevolezza nei giovani, ragione per la quale faremo in modo di incrementare i viaggi d’istruzione perché la Sicilia non debba essere una terra sconosciuta”. Come dire che la Sicilia, con il patrimonio artistico che si ritrova, non può e non deve essere etichettata (o peggio conosciuta) secondo i soliti stereotipi. Dunque, si parte dalle scuole per avviare un nuovo percorso di valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale. In cantiere ci sono tanti progetti pronti a risvegliare le memorie di un passato del quale dobbiamo essere orgogliosi.

Dopo la riapertura al pubblico delle Terme Achilleane di Piazza Duomo a Catania, il capoluogo etneo si appresta a vivere altri eventi di portata storica che consentiranno alla città di compiere un salto di qualità in tema di fruizione dei beni culturali e che la proietteranno tra i siti più importati d’Italia. Tra breve, infatti, è prevista l’apertura del museo archeologico regionale, a maggio sarà inaugurato il teatro antico di via Vittorio Emanuele con una capienza di settemila posti, mentre è al vaglio uno studio di fattibilità per l’apertura dell’anfiteatro romano di Piazza Stesicoro, così come prossima è la riapertura del primo e del secondo piano del Castello Ursino, destinato ad essere Museo civico. Sono alcune delle iniziative in favore delle quali s’è impegnato l’Assessorato regionale ai Beni Culturali che ha in serbo altri progetti come quello che vuole il Teatro Bellini di Catania trasformato in teatro regionale inserito nel Fus (Fondo unico dello spettacolo) così che si possano creare le basi per la costituzione della Fondazione. “Abbiamo enormi potenzialità non sfruttate - continua Leanza - perchè fino ad ora non c’è stata una vera politica di rilancio, nonostante la Sicilia vanti numeri da primato in termini turistici. Sappiamo ad esempio che i Templi di Agrigento sono al terzo posto in Italia per numero di visitatori e che la Villa di Piazza Armerina e il Teatro di Taormina si sono piazzati rispettivamente al quinto e all’undicesimo posto a livello nazionale. Eppure non c’è proporzione tra il numero dei visitatori e gli introiti che ne derivano. Il problema è che mancano le strutture di supporto come bar e ristoranti e poi non paga quasi nessuno. Ciò che ci conforta è che, nonostante la cattiva organizzazione, i nostri musei sono tra i più visitati d’Italia. Dobbiamo però riformulare tutto l’accesso alla rete museale, predisponendo le aperture serali e domenicali se vogliamo davvero voltare pagina”.
Insomma, la Sicilia si appresta a vivere una nuova stagione che prevede anche l’istituzione di due musei d’arte contemporanea da realizzare uno a Catania città e l’altro in provincia, a Linguaglossa. Ma non è tutto. Perché c’è l’impegno per il ritorno in Patria, e sarebbe ora, di alcune opere trafugate ed esposte nei Musei degli Usa. Tra queste: la Venere di Morgantina, scolpita nel V secolo a.C. ed esposta al Museo di Malibù, in California. Questa terra derubata, ma che ha in sè la capacità di rigenerarsi sempre, si propone anche come set privilegiato per pellicole cinematografiche. La Sicilia apre le porte anche al cinema. È già realtà il progetto che favorisce la creazione di set all’aperto da realizzare nello scenario dei nostri monumenti. Insomma la scoperta dell’isola del tesoro è appena cominciata.