L'Annuario
Sport
Coppa America: l'evento 2005 in Sicilia
A vele spiegate
di Gianfranco Troina
L’approdo della grande vela con le magnifiche giornate del preliminare di Coppa America nelle acque di Trapani è stato l’appuntamento dell’anno per lo sport siciliano in un 2005 che ha visto ancora una volta la pallanuoto femminile primeggiare a livello italiano e continentale con gli ormai scontati successi di una Orizzonte Geymonat che è diventata la società modello dell’agonismo isolano. E, sempre in acqua, grazie a Luca Marin da Vittoria il nuoto ci regala le imprese più belle e significative a livello di sport singolare. Ovvio poi che non si possano trascurare il primo autentico approccio europeo del calcio siciliano grazie al Palermo, che s’è guadagnato l’accesso alla Coppa Uefa e l’ottimo campionato di Serie A di un Messina, rinato sotto la presidenza Franza, ed un Catania che, tornato tutto… catanese sotto la guida di Nino Pulvirenti, spolvera vecchie e mai sopite ambizioni, così come importante resta il ruolo del rugby grazie a quel manipolo generoso e unico fenomeno che si chiama Amatori Catania, che ha regalato giornate da meraviglia in una Top Ten d’alto livello.
Rilevante anche la scalata dell’Orlandina in campo maschile e il radicarsi ad alto livello dell’Ares Ribera con la conferma dell’Acer Priolo a livello femminile nel basket, così come la pallamano siciliana trova ancora nell’Ennese la sua isola felice. Scherma, equitazione e lotta forniscono sempre una buona base con giovani che cominciano a crescere, così come nella boxe c’è la grande conferma della scuola siracusana che con i fratelli Battaglia e Rossitto fa da faro al resto dell’Isola.
Insomma un panorama variegato in cui non mancano mille altre piccole grandi imprese in uno sport che si evolve sempre più in un’esasperata ricerca del perfezionismo e del risultato eclatante a tutti i costi. E lo sport agonistico siciliano va adeguandosi tra mille difficoltà e, soprattutto, cerca di stare al passo coi tempi nonostante l’evidente crisi economica non riesce a coinvolgere più intensamente degli sponsor, che diano gas a quelle che sono le reali potenzialità che gli atleti siciliani possono esprimere in molte discipline.
Vero è che grazie alla stupenda Universiade organizzata nel ’97 si sono fatti enormi passi avanti a livello strutturale, ma la difficoltà a saper amministrare questo nuovo patrimonio d’impianti (con costi peraltro elevati) non ha permesso quel decollo che si poteva prospettare tempo fa quando lo sport siciliano a livello di squadre prometteva grandissime cose.
Così nel catanese le gesta della grande Paoletti, dell’Alidea e della Torre Tabita di pallavolo che infiammavano il piccolo Palazzetto dello Sport di piazza Spedini restano ricordi lontani e sbiaditi, mentre i nuovi Palazzi dello Sport restano mestamente vuoti e chiusi e sbrodolano di gente solo quando questo o quel cantante in voga si presenta con il suo repertorio.
Per fortuna che in piscina le cose vanno molto meglio e se l’Orizzonte è l’assoluta incontestata regina (l’oro olimpico di Atene è stato il logico sigillo per un movimento formidabile) a Palermo e Siracusa molte altre realtà emergono con la forza dei risultati sia a livello maschile che in quello femminile. Nuoto Energia Siciliana Catania, le due Ortigia, Telimar, Gifa, Mediterraneo Corona sono un esempio fondamentale.
Il recente sciopero dello sport siciliano a livello regionale indetto dal Coni e dalle federazioni sportive mostra, comunque, un livello di sofferenza di un settore che sta investendo tutte le piccole e grandi società, che senza l’aiuto fondamentale dei contributi languono e vanno avanti davvero tra mille sacrifici. Un collasso che può far precipitare tutto e tutti. Un’invocazione d’aiuto che non si può più trascurare. E a livello politico-burocratico determinante resta altrettanto un effettivo controllo sanitario come la Federmedici sportivi ha più volte richiesto con la giusta applicazione delle normative regonali.
Il binomio sport-turismo resta uno dei valori fondamentali dello sviluppo siciliano e un’attenzione maggiore per l’organizzazione di grandi manifestazioni oltre ad una maggiore sensibilità verso tutto il settore con interventi mirati costituiscono il volano necessario per il decollo di un movimento che ha ancora grandi potenzialità inespresse. E la Scuola regionale dello Sport del Coni, nata a Ragusa, è senza dubbio la chiave di volta per uno studio costante e un monitoraggio di tutta una serie di problematiche che vanno poste e poi risolte per una effettiva crescita a livello agonistico senza trascurare quella che è la grande richiesta di sport amatoriale, che va indirizzato peraltro nelle logiche più sane per un deciso miglioramento fisico-culturale.