L'Annuario
Una "settimana patronale" per Santa Barbara
Già da mesi, come ogni anno, c’è molta frenesia all’interno del Palazzo Municipale di Paternò dove all’interno il sindaco, gli amministratori così come anche i consiglieri, si preparano ad allestire il programma della festa patronale: celebrata il 4 dicembre in onore di Santa Barbara.
E come da tradizione, anche per questa edizione, il connubio è intessuto di fede e di folklore. La città, nei giorni che precedono la solennità, si organizza e indossa i vestiti della festività: la più attesa, la più sentita, la più preziosa per i paternesi. Una festa, quella in onore della Protettrice della città, considerata per molti il momento della stretta che cinge l’intera comunità come una grande famiglia attorno ad una Patrona, amata indistintamente da tutti.
Anticamente la solennità veniva celebrata il 27 luglio in ricordo del giorno dell’estate 1576, quando la Santa bloccò la peste che investiva il territorio paternese, ed in ricordo anche del trasferimento delle reliquie da Messina a Paternò. Era la festa principale poiché ne seguiva un’altra, quella del 27 maggio in ricordo del miracolo, avvenuto nel 1780 quando le reliquie della Santa arrestarono la lava che avanzava verso Ragalna. In quella occasione i paternesi dedicarono a Santa Barbara un busto in argento che proprio quel giorno venne adornato di rose e per questo motivo tutt’oggi viene anche denominata “Santa Barbara delle rose”. Fu l’eccessivo caldo a spostare i festeggiamenti al 4 dicembre, data che ricorda il giorno in cui la Vergine fu percossa e decapitata per volere del padre.
Nel corso dei secoli, disparate le variazioni apportate nei programmi religiosi ed anche folkloristici della festa; festa che, però, non ha perduto via via il fascino e la tonalità ricca e solenne che la caratterizza da sempre.
I festeggiamenti, che iniziano circa un mese prima e proseguono sino ad una settimana dopo (l’ottava), si aprono con musiche, scampanii festosi e spari di cannone.
Il 3 dicembre, vigilia della festa, è il giorno della solenne processione delle Reliquie di Santa Barbara. Al corteo partecipano, oltre ad un bagno di fedeli, le autorità civili, religiose e militari, le associazioni cattoliche, le confraternite, che si snodano lungo le vie della città, con i portatori del fercolo. Vi sono poi gli artistici cerei, meglio noti ai paternesi come “varette”, che rappresentano le diverse categorie di cittadini o le diverse maestranze che offrono la cera alla Santa Patrona. Ogni cereo viene portato faticosamente a spalla da otto uomini, con indosso una camicia bianca, che sostano per una manciata di secondi davanti a vari esercizi commerciali improvvisando una danza, conosciuta come “a ballata dè varetti”.
Altra tradizionale manifestazione, legata ai festeggiamenti patronali, oggi ritornata in voga, è la cosiddetta “Entrata dei cantanti” che anticamente si svolgeva la sera del tre. Un tempo da quattro vie, e ad un segnale predisposto, si facevano entrare di corsa in piazza Indipendenza quattro gruppi di ragazzi che portavano in mano rami di alberi, palme, bandiere, corone, strisce, fiaccole, e, tra suoni e musiche, facevano a gara per salire sul palco e cantare canzoncine, che esaltavano il martirio di Santa Barbara.
Vi era poi anche la sacra rappresentazione al teatro con l’opera dei pupi.
Si arriva al 4 dicembre, giorno che annuncia sin dalle prime ore del mattino con uno scampanio di tutte le chiese cittadine e con musiche e spari dal Castello Normanno, la festa. Dalla chiesa di Santa Barbara, in tarda mattinata si conduce in processione il fercolo con il Sacro Simulacro e si raggiunge la chiesa dell’Itria, dove si celebra una Santa Messa dalla torre dei falconieri. Da qui la processione giunge in piazza Vittorio Veneto e prosegue per arrestarsi, tra la folla che gremisce il largo antistante la Chiesa di Sant’Antonio, tra spari e fuochi d’artificio. In passato venivano esplose bombe alla giapponese, le quali poi facevano piovere sulla gente fazzolettini ed ombrellini di seta orientali. Poi si passò al lancio dei palloncini, aerostati e strisce multicolori. Gli spari, allora, duravano un’ora, oggi, invece, circa venti minuti.
Durante il pomeriggio il fercolo viene portato in processione per le vie della città e quando arriva in piazza Indipendenza, cuore pulsante della città, si assiste ad un altro spettacolo di fuochi d’artificio. A conclusione, in serata, il fercolo rientra in chiesa.
Ma anche oggi sembra aver ripreso la via fastosa di allora. A rispolverare le tradizioni di un tempo, aggiungendo stralci di novità, l’Amministrazione comunale, con in testa il sindaco, Pippo Failla, seguito dall’assessore alla Cultura, Nino Naso. Sono le loro firme apposte in coda al programma del 2005.
Ed è lo stesso amministratore a svelare quelli che saranno i capisaldi della cosiddetta “settimana patronale”.
“Stiamo cercando - ha dichiarato l’Assessore comunale alla Cultura, Nino Naso - di allestire un programma che sia dettato, come sempre, dallo spirito religioso ma che contenga anche quel pizzico di folklore che accompagna la fede di ogni uomo. Non mancherà la grande attenzione verso le Forze Armate, di cui la nostra Santa è patrona; grande attenzione, anche, per le fasce più deboli ecco perché i momenti salienti saranno trasmessi via satellite (dall’emittente televisiva “Video Star” in collaborazione con Oasi Tv, sul canale 848 della piattaforma Sky) per permettere agli infermi di seguire l’evento da casa; nondimeno si tratta di una ottima possibilità di avvicinare via etere i molti paternesi residenti all’estero”.
E poi cos’altro aggiungere…
Sotto l’ala di protezione della Giunta paternese: i bambini, i ragazzi che frequentano gli istituti scolastici. Per loro, numerose le iniziative; tra le tante: l’“Entrata dei cantanti”, di scena in piazza Indipendenza, con la partecipazione degli alunni delle scuole elementari della città, e le tradizionali cantate delle corporazioni cittadine “Mulinari” e “Muratori”, allestite dalle corali parrocchiali di Santa Barbara, Santa Maria dell’Alto, San Giovanni Bosco, San Michele, accompagnate dal Corpo Bandistico “Città di Paternò”.
Come da copione saranno molti i momenti, oltre a quelli religiosi, di carattere culturale, musicale e sportivo nonché di solidarietà .
“La festa patronale - ha sottolineato il sindaco, Pippo Failla - è la più attesa per i paternesi. Il folklore della solennità della nostra Santa Barbara è accompagnato alla fede di ciascun devoto. Anche quest’anno stiamo già inserendo nel programma appuntamenti che non tralascino nulla e, soprattutto, le fasce più deboli. Un peccato, poi, sarebbe per i molti “vicini di casa” non partecipare ed assistere alle celebrazioni!”.