L'Annuario
Il museo
A Nicolosi sono presenti alcune strutture che rappresentano il fiore all’occhiello dell’Amministrazione comunale: Il Museo di Vulcanologia in via Cesare Battisti 28, che ha come sede un immobile di importanza storica, la casa dei fratelli Gemmellaro, Mario, Carlo e Giuseppe (figli di Raimondo), studiosi e pionieri di una scienza, poi chiamata Vulcanologia (promosso dalla Provincia regionale e dall’Azienda provinciale per il Turismo di Catania, su progetto dell’ing. Antonio Failla con il coordinamento scientifico del vulcanologo Giovanni Frazzetta e la collaborazione del Comune di Nicolosi e del Parco dell’Etna); il Centro Congressi di via Calvario - via Monti Rossi che comprende un funzionale anfiteatro e costituisce il primo spazio pubblico coperto, moderno di cui Nicolosi può disporre per realizzare manifestazioni teatrali, musicali, cinematografiche, convegni, dibattiti e conferenze. Comprende una funzionale sala congressi, da adibire anche a teatro, cinema ed altre forme artistiche, per un totale di 497 posti a sedere e numerose sale minori, dove sono state realizzate sale riunioni e lettura; il Palmento Montesanto, situato all’interno del Parco Giuseppe Anselmi e donato all’Amministrazione dalla famiglia Montesanto. Il Palmento, alla “greca”, risale al 1881 ed in occasione dell’Estate di S. Martino fa rivivere la preparazione del mosto, eseguita dai “pistaturi” che con i costumi dell’epoca, ripercorrono l’antica tradizione della pigiatura dell’uva.
A tali strutture che contribuiscono alla crescita civile, culturale e turistica della “Porta dell’Etna”, si è aggiunto inoltre il Centro Incontro Giovani di via Angelo Musco, a pochi passi dal piazzale dei Pini, fornito di tutti gli strumenti informatici e multimediali, con una ampia sala riunioni, diversi locali per attività formative, ricreative e culturali, una mini palestra, un mini bar, una cucina; la Casa Museo della civiltà contadina, in via Garibaldi 58, un complesso museale sorto all’interno di un antico palazzo ottocentesco, nato per volontà dell’Amministrazione comunale e per la passione dell’avv. Salvatore Sambataro, dei rag. Pippo Lanzafame e Giancarlo Scavo, del sig. Salvatore Gemmellaro e dell’archeologo Venerando Bruno. L’immobile apparteneva alla famiglia Montesanto, ha la tipologia del “palazzeddu”, caratteristica abitazione di una famiglia di coltivatori, piccoli proprietari, in condizione di quasi agiatezza.
Il museo ospita, al piano terra, accanto al “parmentu” ed alla “stalla” (con un “carrettu” dai tipici decori ed un “carruzzinu” d’epoca), una “ispenza” dove trova posto il “cannizzu” (contenitore per l’”immanu”, uno dei prodotti poveri delle colline etnee da cui si faceva un gustosissimo pane) ed il grande “cammaruni i stari”, la parte più viva della casa. Sullo stesso piano una reception, con diverse vetrine contenenti reperti di piccole dimensioni, inerenti la civiltà contadina e pastorale come gli arnesi delle botteghe artigiane dell’epoca. Al primo piano trovano spazio le camere arredate secondo il gusto e i costumi dell’epoca.
Da non dimenticare, infine, che la scorsa estate è stato consegnato alla cittadinanza il “nuovo” Palazzo municipale di piazza Vittorio Emanuele, sottoposto ad un restyling necessario, dopo le scosse di terremoto e la caduta di cenere vulcanica del 2001 e del 2002. Sono stati rifatti i prospetti e la facciata del Palazzo, adesso abbellito dal nuovo stemma del Comune e da una lastra di pietra lavica ceramizzata, opera di Maria Luisa Sgarlato, collocata sul prospetto principale e che raffigura, con l’Etna sullo sfondo, i simboli della Porta dell’Etna, tra cui l’antico Monastero di S. Nicola La Rena e la ginestra. I lavori di consolidamento statico, il rifacimento dei prospetti e della facciata, sono stati curati dall’architetto Salvatore Pappalardo.