L'Annuario
Non solo industrie
Fin dalla fine degli anni ’40 del secolo scorso Melilli è conosciuto per le tante industrie chimiche e petrolchimiche che negli anni si sono insediate nel suo territorio occupando oltre 30 km di costa.
Un insediamento non programmato, che ha creato gravi problemi ambientali e di vivibilità per i cittadini del triangolo Augusta-Melilli-Priolo.
Oggi, però, la grave crisi che attraversa la chimica in Italia si è rilevata come un boomerang per l’occupazione giovanile, che non riesce più ad essere assorbita.
Per cui nel corso di questi ultimi anni, l’Amministrazione Sorbello ha avviato un processo di nuovi insediamenti eco compatibili, quali industrie non inquinanti e magastore, che hanno assorbito parecchia occupazione giovanile, ma soprattutto hanno reso l’ambiente meno inquinate.
Melilli, però, non è solo industrie: il suo territorio custodisce tesori inestimabili, che l’Amministrazione sta cercando di promuovere e di inserire nei grandi circuiti turistici nazionali e internazionali.
Il territorio di Melilli dal punto di vista naturalistico presenta ben 50 cavità carsiche, due delle quali sono riserve naturalistiche integrali, istituite dalla Regione siciliana ed affidate alla gestione del Cutgana (Centro Universitario per la Tutela e la Gestione degli Ambienti Naturali e degli Agro ecosistemi).
Grotta Palombara, una cavità fossile, alla quale si accede attraverso una voragine apertasi sul terreno.
Grotta Villasmundo-Alfio, unico esempio in Sicilia di sistema carsico ancora attivo e attraversato da corsi d’acqua sotterranei.
Oltre alle due Riserve naturali è da sottolineare la Grotta di Mastro Pietro, che si trova alla periferia meridionale di Melilli. Nei secoli scorsi “A rutta di Mastru Petru” fu utilizzata dal Comune come cava, di cui ancora oggi si possono vedere i monconi di stalagmiti a suo tempo asportati.
Con le stalagmiti di questa grotta tra il 1819 e il 1824 fu costruito l’altare del Sacramento della Chiesa Madre.
Importante e suggestiva per i visitatori è la Cava della Barriera, che si sviluppa per la profondità di quasi 270 metri e per una altezza di 20 metri.
È una cava di pietra “pirrera” utilizzata per molti secoli, soprattutto dopo il catastrofico terremoto del 9/11 gennaio 1693, il cui materiale fu utilizzato per ricostruire il paese e le chiese.
All’interno della cava si può ammirare la gigantesca mole dello scavo della roccia fatto dall’uomo con attrezzi primitivi.
Oltre a queste cavità naturali, il territorio di Melilli è ricco di siti antropico-culturali di notevole interesse archeologico per la fruizione di quanti amano conoscere l’evoluzione della civiltà sicula.
In un ideale percorso antropico-naturalistico, oltre ai tanti siti disseminati nel territorio, sono da visitare il pianoro di Petraro sul fiume Mulinello, dove si può ammirare un villaggio neolitico circondato da una fortificazione, di cui restano ben visibili le tracce.
Immediatamente al di sotto del villaggio neolitico si trova una parete rocciosa, che cade a strapiombo sul Mulinello: Timpa Ddieri, già nota ai viaggiatori del ‘700 come Hotel.
Il villaggio, a cui si accede da uno stretto cunicolo, che si apre a metà parete, è costituito da una serie di grotte scavate nella roccia a filari sovrapposti, raggiungibili con una serie di scalette.
La valle del fiume Marcellino, dove si trovano una serie di tombe allineate preceduti da un ampio vestibolo, scavate nel corso dell’VIII sec. a.C. per accogliere sepolture multiple.
All’interno è stato rinvenuto vasellame indigeno, ma anche materiale di importazione, che ha dimostrato l’esistenza di rapporti commerciali costanti fra i Greci e le popolazioni indigene già prima della fondazione della colonia.
Da visitare, infine, è il Museo di Storia Naturale (nella foto), di recente allestimento nei locali del Palazzo Municipale.
È sorto per iniziativa dell’Amministrazione Sorbello e del Cutgana dell’Università di Catania.
Si tratta di un “Laboratorio naturalistico ambientale che raccoglie informazioni e materiali riguardanti il territorio di Melilli e gli ambienti naturali e culturali-antropici.
Si compone di diverse sezioni di studio, ognuna delle quali costituisce un determinato aspetto connesso al territorio.
Il Museo è dotato di sala proiezione multimediale, di totem informativi e di un centro documentazione.
È aperto ad alunni di ogni ordine e grado, nonché universitari, ai docenti e a quanti vogliono conoscere e approfondire le risorse naturalistiche che offre il territorio dei monti Iblei.