ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Le provincie - Acireale

"Turistico, Artigianale & Commerciale" il nostro modello di sviluppo

a cura di Antonio Garozzo
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)

È trascorso poco più di un anno dal suo insediamento ma l’entusiasmo non è venuto meno, neppure di fronte alle innumerevoli problematiche che quotidianamente si ritrova ad affrontare. L’avvocato Nino Garozzo (nella foto), eletto sindaco il 29 giugno del 2004, componente nazionale dell’ANCI, una breve esperienza da deputato regionale (ha lasciato la carica per rispettare l’impegno preso con gli elettori, che era quello di restare nella “sua” Acireale) non ha dubbi nè tentennamenti quando gli chiediamo se, di fronte ai tanti problemi che richiedono soluzioni, si sia mai pentito di questa scelta: “Sapevo dei tanti problemi, dei limiti e delle difficoltà che avremmo incontrato - ci dice - ma con la città sono stato sempre chiaro e leale. La carica di sindaco è faticosa ma al tempo stesso esaltante; certo, non priva di dispiaceri anche quando si ha la certezza di essere nel giusto e di aver fatto il proprio dovere”. “Chi è sindaco - aggiunge Garozzo - ha il dovere di pensare prima alla città, tutto il resto è subordinato. Certo, sarebbe stato ugualmente esaltante proseguire il mandato di parlamentare regionale ma per chi ama la propria città, esserne il sindaco rappresenta l’onore più alto e mai eguagliabile da nessun’altra carica”.
- La città mostra segnali di risveglio e i dati turistici, in positivo, sembrano confermare questa crescita.
“Sono soddisfacenti le reazioni al modello di sviluppo che intendiamo perseguire attraverso il miglioramento della qualità della vita, all’esaltazione dei nostri monumenti anche attraverso la richiesta di iscrizione al patrimonio dell’Unesco, (la domanda è già stata inoltrata, ndr), ad una maggiore attenzione ai beni ambientali, con un itinerario ambientale che si soffermi in particolare sulla Timpa e sulle Chiazzette, alla riqualificazione del tessuto urbano al centro e nelle frazioni. Solo così potremo arrivare preparati ad un appuntamento irrinunciabile e forse decisivo per lo sviluppo, se adegueremo la città e la renderemo all’altezza dei nuovi interessi turistici che si muovono anche attraverso la realizzazione di nuove strutture ricettive e al rilancio termale che forse muove davvero i primi passi (il richiamo è alla recente nomina del CdA delle “Terme di Acireale SpA” ndr).
- Con la richiesta di iscrizione al patrimonio Unesco prende corpo un progetto che tende concretamente a trasformare Acireale in una sorta di “culla barocca”…
“Abbiamo cominciato istituendo un comitato che ha già messo a punto delle relazioni scientifiche ed effettuato degli studi ad altissimo livello che dimostrano come Acireale può rivendicare l’appartenenza al barocco, entrando a far parte del distretto della Val di Noto, distretto nel quale fanno parte diverse città della Sicilia sud-orientale che - è stato sottolineato - rappresentano l’apice dell’arte barocca in Europa. Abbiamo già inoltrato la domanda di iscrizione e ci faremo trovare pronti. Il riconoscimento accresce le presenze turistiche che comunque, nonostante tutto, in città si sono mantenute costanti e anzi, secondo i dati del 2005, sono lievemente cresciuti. E nel campo delle offerte non bisogna dimenticare l’itinerario turistico-culturale che coinvolge le nostre chiese del centro, il teatro dell’Opera dei pupi, la biblioteca Zelantea”.
- E tra i richiami il Carnevale resta un punto fermo...
“Certamente. È un appuntamento che si rinnova di anno in anno richiamando centinaia di migliaia di presenze e dalla scorsa edizione, con il gemellaggio con il Carnevale di Viareggio, la manifestazione ha avuto un lancio promozionale ancor più consistente. Abbiamo, tra l’altro, dimostrato che i nostri artigiani della cartapesta non hanno nulla da invidiare a nessuno”.
- Acireale proiettata verso il futuro. Quale futuro?
“Il nostro modello di sviluppo sarà turistico-artigianale-commerciale, ma per arrivare davvero ad una economia che sostituisca la precedente ormai in gran parte dismessa (quella agricola, ndr), occorre che i cittadini comprendano, ma con convinzione profonda, che dobbiamo costruire una città vivibile non solo a misura delle nostre esigenze ma soprattutto che risponda alle esigenze dei visitatori”.