ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Sanità

Disegnamo oggi la Sanità di domani

a cura dell'Ufficio P.R. editoriale

Che sanità vogliamo per la nostra Sicilia. Certamente un sistema attento e pronto a rispondere alle esigenze del cittadino, ma anche solidale, che tenga conto delle fasce più deboli, ma non sprechi le risorse economiche, sempre più risicate per ogni settore della pubblica attività e non soltanto in Sicilia ed in Italia. Superare l’empasse creata dagli allarmi, talvolta ingiustificati, dovuti ai tanti presunti casi di malasanità, è la parola d’ordine di questi mesi.
Sancito con calma accademica e certezza scientifica che i reali casi di problematicità del sistema sono tre e non più di tanti ed acquisito come dato che, nella loro drammaticità, questi eventi rientrano in una casistica possibile, l’Assessorato alla Sanità si è comunque impegnato in un’analisi a tutto campo del sistema senza tralasciare sanzioni laddove è stato necessario ma senza criminalizzare medici, personale sanitario e così via. Travalicare questa fase, dunque, come si diceva, è la parola d’ordine. Ed a prescindere dall’emozionalità del momento la sanità siciliana è certamente in forte crescita. Un’altra tessera del grande mosaico che disegnerà il sistema sanitario di domani, è andata al suo posto nello scorso mese di novembre con la posa della prima pietra per la costruzione del nuovo ospedale di Ragusa.
L’attimo in cui viene posta una prima pietra è sempre un’emozione, un risultato raggiunto, un momento in cui l’impegno profuso da tanti trova giustificazione. Ma, al tempo stesso, rappresenta un inizio, uno sprone a fare sempre di più e sempre meglio. Come tutti gli inizi porta con sè l’entusiasmo della nuova opera.
Fra meno di tre anni Ragusa avrà un Ospedale Nuovo. Una struttura che si aggiungerà ad altre opere che ammodernano, migliorano, fanno crescere la sanità siciliana. Questa cerimonia seguiva di appena due mesi la riapertura del cantiere per il Nuovo Ospedale di Lentini, in provincia di Siracusa, un ospedale che non sarà mai più un’incompiuta nonostante in tanti, in troppi lo avessero temuto.
L’impegno concreto di tanti, premia sempre. Questi due eventi sono, però, soltanto due pezzi di un sistema ben più ampio e complesso. Il programma di crescita va avanti. Grazie ai fondi ex art 20 impegnati con solerzia, attenzione e capacità, la Sicilia oggi è la Regione d’Italia che osservatori terzi valutano essere la prima in nuova edilizia ospedaliera. Sono ben 223 gli interventi previsti con il piano regionale che deriva dall’accordo di programma stilato con il Ministero nell’aprile del 2002 e rimodulato nello scorso mese di gennaio. Interventi che riguardano nuovi ospedali, ristrutturazioni e adeguamenti di altri, nuovi poliambulatori e tanto altro. Di questi al 1º settembre ne risultano già avviati 183 per un valore economico di circa 740 milioni di euro, pari al 63,60% delle risorse complessive che ammontano ad 1 miliardo e 162 milioni di euro di finanziamenti. La maggior parte di queste risorse sono destinate proprio alle aziende ospedaliere (51,32%), seguite dalle aziende territoriali che vantano finanziamenti pari al 39%, e dai Policlinici Universitari che possono contare su interventi per l’8,77%.
Oltre Ragusa ed oltre all’Ospedale di Lentini, cui si è fatto cenno, ci sono opere come il nuovo Ospedale di Librino a Catania con Centro di Eccellenza Ortopedico, per il quale sono state reperite le ulteriori risorse necessarie. 101 milioni e 512 mila euro l’importo complessivo. La dotazione economica dei progetti viene così incrementata di circa 35 milioni di euro. L’Ospedale Pediatrico Di Cristina a Palermo per il quale sono state definitivamente reperite le somme per l’intera ristrutturazione (e per il quale è gia pronto il progetto per indire la gara) per un importo pari a 22 milioni e 746 mila euro con un incremento del finanziamento di 15 milioni di euro; il Nuovo Ospedale di Siracusa non previsto nella prima stesura dell’Accordo e per il quale è già iniziata la procedura di project finance e tanto altro. Possiamo, dunque, constatare come sia in corso un complessivo ammodernamento delle infrastrutture ospedaliere siciliane che garantisce, prevalentemente, standard moderni e funzionali pienamente rispettosi della dignità dei cittadini siciliani. Anche il Nuovo Ospedale di Ragusa, una volta ultimato, sarà una struttura moderna ed efficiente e garantirà l’innalzamento del livello di assistenza sanitaria nel comprensorio innestandosi in un sistema sanitario in costante crescita, che sconta i suoi ritardi ma si impegna a recuperare, e denuncia una crescita costante finalizzata ad un ulteriore innalzamento dei livelli complessivi di assistenza. Ma per dar vita alla sanità di domani non bastano le infrastrutture e non solo su quelle si sta puntando.

Cresce anche il servizio di emergenza-urgenza, ovvero il 118 siciliano. Nonostante il modello isolano sia considerato il migliore in Italia ed uno dei migliori in Europa, la commissione per la revisione del sistema voluta dall’assessore regionale alla sanità Giovanni Pistorio e presieduta dall’Ispettore generale Saverio Ciriminna, ha terminato la prima fase dei propri lavori proponendo un potenziamento che è già stato messo in pratica. Salgono, così, a 221 in totale le ambulanze messe a disposizione delle emergenze sanitarie nell’isola attraverso una convenzione fra la Regione siciliana e la Croce Rossa che, a sua volta, si avvale per espletare il servizio, di una S.p.A. quasi interamente di proprietà della stessa Croce Rossa, la S.I.S.E. L’incremento delle ambulanze è stato determinato da una convenzione suppletiva firmata nei primi giorni d’ottobre fra l’Assessore Pistorio ed il presidente della Croce Rossa Guglielmo Stagno D’Alcontres. La convenzione aggiuntiva prevede che il numero di ambulanze salga di altre 64. In questo modo l’intero sistema viene rimodulato. A regime le ambulanze a disposizione saranno 221. Si tratta di 28 unità mobili di rianimazione, 130 ambulanze di tipo A ovvero con il medico a bordo, e 63 ambulanze che nella prima fase saranno soltanto mezzi di trasporto con autisti-soccorritori e personale infermieristico ma che si prevede di medicalizzare nel breve termine, non appena si effettuerà la prevista rimodulazione della guardie mediche. L’accordo nazionale prevede, infatti, che il numero delle Guardie mediche debba scendere e che in Sicilia si debbano avere in servizio al massimo 1.800 medici di continuità assistenziale. Il progetto dell’assessorato prevede di utilizzare i medici che saranno in esubero, mettendoli sulle ambulanze dopo un opportuno corso di formazione. Laddove le guardie mediche dovranno essere soppresse o ridimensionate, si metteranno postazioni aggiuntive del 118, medicalizzate in modo da non farne soffrire il servizio reso al cittadino. Tornando alla situazione attuale, diventano 2.553 gli autisti soccorritori per i quali è in corso il processo di stabilizzazione. Si tratta del personale che è stato formato con i corsi specialistici destinati proprio ad autisti soccorritori, effettuati dal Ciapi. Si aggiungono ai 99 dipendenti della SISE. Per fare spazio a tutti e rispondere anche alle esigenze occupazionali si è utilizzato anche un piccolo stratagemma, ovvero quello di ridurre da 36 a 30 le ore di servizio settimanali per ciascuno. Una scelta che garantisce la possibilità di impiegare non più 10 ma 12 autisti soccorritori per ogni ambulanza, allo scopo di coprire i turni necessari per mantenere il servizio 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Intanto procedono i corsi già avviati dalle Ausl per far salire i medici sulle ambulanze già esistenti prima di questa convenzione aggiuntiva. 72 quelli assunti dalla Ausl 6 dopo la formazione ed entrati in servizio il 15 ottobre. Nessuna modifica, invece, per il servizio di elisoccorso, già considerato primo in Italia da una indagine del Corriere della Sera Salute, che ne ha valutato le capacità di intervento, le possibilità di volo notturno, le ore di impiego ed i servizi effettuati nel corso del 2004.


Cinque le basi di stanza degli elicotteri: Palermo, Catania, Messina e Lampedusa dispongono anche di possibilità di volo notturno, piattaforme autorizzate e mezzi idonei e dunque operano 24 ore su 24, mentre la base di Caltanissetta è operativa per 12 ore al giorno. Nelle prime 4 il servizio dispone di due piloti, 1 tecnico di volo, un anestesista - rianimatore ed un infermiere, nell’ultima base dispone delle stesso personale ma con la riduzione di un pilota. Infine, per l’anno 2004, le ore totali di volo su tutte le cinque basi sono state 2.843 con una media mensile di circa 210, che subisce una lieve flessione nei mesi di novembre e dicembre e s’incrementa nel mese di agosto fino ad arrivare a circa 340 ore. Ed il personale medico e paramedico. Si sta pensando anche a loro iniziando dalle stabilizzazioni di chi operava già con il sistema sanitario ma in regime di part time. Si tratta, complessivamente, di 676 medici che lavorano già per le Asl in regime di convenzione, appartenenti alla fascia della Medicina dei Servizi. Il costo della loro stabilizzazione per il servizio sanitario regionale, una volta a regime, sarà di circa 24 milioni di euro l’anno per pagare le differenze fra le cifre che percepiscono attualmente e quelle che percepiranno a contratto definito. Ma la cosa decisamente più importante saranno i settori del loro impiego. I medici dei servizi lavorano, attualmente, in 4 diverse branche. Quasi svuotatasi, ormai, quella della pediatria, la loro opera è fondamentale, invece, in medicina fiscale, medicina del lavoro ed igiene pubblica. Con l’incremento delle loro ore lavorative, si potranno portare a regime i controlli igienici sui luoghi di lavoro, rispondere a tutte le richieste di visite fiscali provenienti dalle aziende pubbliche e private. Una crescita complessiva di risposta alla richiesta di certezza di salute nei luoghi della nostra vita quotidiana e, dunque, un forte impulso alla prevenzione primaria stessa, abbattendo alcune delle principali cause di malattie professionali.
Per fronteggiare, poi, le carenze di anestesisti e rianimatori si sono aumentate le borse di studio in modo da formarne di più nelle Università siciliane. Un sistema, dunque, in assoluta crescita che secondo l’Assessore regionale alla sanità Giovanni Pistorio, però, dovrà affrontare una grande riforma nel corso della prossima legislatura, una riforma verso la quale si sono mossi in questi mesi, i primi passi, per la quale si sono poste le basi: “Prevedendo, nei contratti dei manager, l’individuazione di obiettivi specifici per le singole aziende ed una assegnazione contrattata di risorse che impegni i direttori generali in realistici programmi di risanamento nella direzione dell’equilibrio complessivo del sistema - dice l’Assessore Pistorio -.
La sfida di domani è procedere a ridisegnare il sistema delle aziende, tornando a mettere insieme ospedale e territorio che si integrino, poi, anche con le strutture universitarie. Questo modello, per essere efficace, dovrà prevedere dimensioni territoriali certamente più limitate ma individuate per aree omogenee. In pratica gli ospedali torneranno a dialogare con le aziende territoriali, si eviterà, così, la duplicazione dell’offerta e si potrà programmare razionalmente.


Fuori da questa rete dovranno rimanere autonome solo pochissime aziende ospedaliere di alta specialità ed eccellenza, e le aziende stesse aziende policlinico a cui è affidata, a fianco dell’assistenza sanitaria pura, la formazione di medici e paramedici e la ricerca. Le basi che oggi stiamo gettando, anche in termini di cultura oltre che di organizzazione, metteranno la sanità di domani in grado di gestirsi in modo più razionale ed organico fornendo servizi migliori e costando alla comunità il giusto”.                                                              •