L'Annuario
La marcia
dell'elefante rossazzuro |
Profeta in patria: lambizione di tutti, la realtà
di pochi eletti. Nino Pulvirenti, giovane imprenditore catanese di successo
e grande tifoso del Catania, ha voluto provarci, rilevando la società
dellElefante dalla famiglia Gaucci, per divenire, lo scorso 26 maggio,
il sedicesimo presidente della gloriosa storia del sodalizio rossazzurro.
Abituato a far volare le persone, Pulvirenti vuole dimostrarsi
capace di far decollare la città, nel calcio, sino allalta
quota della serie A, che a Catania manca ormai da 20 anni.
Tre anni per crescere, ad ogni livello, dalla struttura
societaria quasi totalmente rivoluzionata nellassetto e negli uomini,
al rapporto con le istituzioni, la tifoseria ed il mondo dellinformazione,
le tre componenti identificate al fianco delle due cardinali
squadra e società. Una filosofia, quella delle 5 componenti,
che fa assomigliare il Catania al Jeeg Robot dacciaio dei cartoni
animati, secondo una logica illustrata con dovizia di particolari già
in occasione dellormai storica prima conferenza stampa dellera
Pulvirenti, in una splendida giornata di sole a Taormina. Concetto basilare,
lobiettivo comune: gli interessi di tutti convergono sul successo
finale, sebbene ognuno eserciti la propria specificità professionale
in forme diverse e rispondendo ad esigenze e necessità a volte
anche confliggenti. Ad esempio, non può e non deve rinunciare ad
una funzione critica, nel senso genuino del termine, quello di discernimento,
linformazione. Lattenzione dei mass media sul nuovo Catania
si è esponenzialmente moltiplicata: il giornale La Sicilia
segue con la consueta puntualità e precisione, da opinion
leader, le vicende della squadra, che trovano anche ampio spazio
sulle pagine di quotidiani e periodici specializzati nelle edizioni locali
e nazionali. Non si contano le trasmissioni televisive settimanali riservate
in tutto o in parte al mondo rossazzurro, con funzione di servizio ed
approfondimento quelle quotidiane, particolarmente preziose per un aggiornamento
costante.
La società, retta dal plenipotenziario Pietro
Lo Monaco, responsabile tecnico ed amministrativo (assomma le funzioni
di direttore sportivo e generale), vuol provvedere a migliorare i rapporti
e renderli maggiormente proficui. Uno stile molto deciso caratterizza
scelte ed azioni di una dirigenza che, alla voce difficoltà
ha provveduto a ripianare un disavanzo di bilancio relativo allultima
annata della gestione Gaucci superiore ai sette milioni e mezzo di euro,
rifondando contemporaneamente lintera struttura tecnica. Dei 23
giocatori in organico, soltanto due, Fabio Firmani e Marco Padalino, erano
infatti in forza al Catania nella scorsa stagione. Aspetto, questo, che
spiega in parte con un fisiologico difetto di amalgama lavvio un
po stentato dei rossazzurri, che ha sorpreso per primi i prestigiosi
colleghi che avevano ipotizzato, forse con eccesso di ottimismo, una cavalcata
trionfale per il nuovo Catania. Invece, dopo 11 giornate, è arrivato
lesonero dellallenatore Costantini: ancor più che nei
risultati, i difetti della squadra erano nellidentità incerta
e nellespressione di gioco mai entusiasmante, sufficiente solo a
sprazzi. Una situazione emersa non solo a seguito di scelte del tecnico
ma anche e soprattutto per effetto di insufficienze di rendimento in campo
che hanno sottolineato un paio di lacune strutturali della squadra. |
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SERIE A - Palermo e Messina
Matricole terribili?
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Dovevano essere due comparse tenute a battesimo del
campionato di serie A. Invece hanno cominciato a spron battuto, facendo
prendere spauracchi alle grandi. Palermo e Messina hanno iniziato così
lavventura nella massima serie. Certo, qualche altalenante risultato
ci sta, trattandosi di matricole, anche se le pretese di gloria è
meglio per adesso lasciarle perdere. Il tempo di ambientarsi -
direbbero i rosanero Ficarra & Picone - se ci piace restiamo, altrimenti
ce ne torniamo da dove siamo venuti!. Ma pianificando il futuro
la Sicilia, in realtà, dopo questa stagione di rodaggio potrà
veramente ambire a grandi livelli. Il Palermo ha alle spalle una società
disposta e in grado di programmare.
Il Messina è quello dei miracoli, visto ciò che combina. Mutti e il suo eroico manipolo hanno infiammato i tifosi giallorossi sparsi in tutta Italia e hanno conquistato prime pagine dei giornali e posti donore nei salotti televisivi, non solo sportivi. Un altro caso Chievo? No, sbilanciarsi non è opportuno, anche perché, bastano tre risultati negativi consecutivi, per ridimensionare i sogni di gloria e riaccendere la spia rossa che risegnala lobiettivo principale: una tranquilla salvezza.
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Amatori al Top |
Storie di ordinaria passione sportiva, storie di straordinaria tenacia marca Liotru: quella dellAmatori Catania, dal 1963 ad oggi realtà di rilievo nel rugby nazionale proprio per la partecipazione popolare che ne accompagna il cammino, è una di quelle parabole che inorgogliscono i catanesi, che intravedono nel fenomeno unespressione tipica dei loro tratti caratteriali, a partire proprio dalla capacità invidiabile di sacrificarsi con gioia per la crescita di valore di un bene comune e per lallargamento dei propri orizzonti. Invece, lAmatori si sta disimpegnando in maniera egregia e coinvolgente: il gigante Calvisano le ha buscate dalla terribile matricola etnea, alla quale ha dovuto concedere un punto persino il galattico Treviso. U pisci feti da testa, avverte la saggezza popolare dialettale, ma in questo caso, il pesce Amatori, profuma: lanalisi non può che partire dal vertice societario capace di cambiare il corso delle cose, ripescando (per rimanere in tema) dalloblìo la gloria del tempo che fu per provare a rinverdirla salvando il salvabile, cioè linteresse della gente e la dignità della tradizione. Un triumvirato, quello dirigenziale, di rara efficacia: il presidente Santi Granata ed i consiglieri Carmelo Ravidà e Luciano Catotti sono il motore del rugby catanese, caratterizzato dal legame inscindibile con la città dellElefante. Il cammino dellAmatori è rischiarato da una luce -spiega Catotti, spalle larghe, sguardo franco - che risponde al nome dellonorevole Benito Paolone: ecco, se esistesse nellorganigramma la voce anima, a quella corrisponderebbe, con la sua carica di vitalità, le sue iniziative lucide e proficue, animate da un sano sentimento sportivo. Il suo intervento in Parlamento per la destinazione di risorse economiche allo sport dilettantistico è un fattore vitale. A noi tocca infatti, oggi, fronteggiare il falso professionismo che stava minando la resistenza di un vecchio e sano modo di fare sport proprio cercando di far convivere la galassia dilettantistica e quella professionistica. Per gli amatori, oggi, è quasi impossibile trovare risorse. Ecco allora che, per tenere viva la fiammella dellattività di base, la nostra vera vocazione, dobbiamo portarla in evidenza distinguendoci al meglio possibile, a costo di qualsiasi sforzo, in campo nazionale. La luce deve rimanere accesa.
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