ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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Turismo, il boom dell'Ottobrata

   
pagine a cure di Caterina Caltagirone
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)
Il sindaco, Filadelfo Patanè

È lo sviluppo dell’attività turistica sull’Etna il nodo centrale del programma amministrativo del neo sindaco di Zafferana Etnea, Filadelfo Patanè (nella foto), un concetto che passa attraverso l’esistente e tutto ciò che si può realizzare nel totale rispetto dell’ambiente.
“Rilancio del vulcano, ottimizzazione di ciò che c’è - esordisce il primo cittadino- quindi no allo scempio, no alle aggressioni al territorio, ma sì ad attività che siano in armonia con la conservazione della natura e del territorio. In quest’ottica desideriamo uscire da una logica che ha visto l’ente Parco dell’Etna “integralista” su certe posizioni, per cercare una mediazione perché si possa coniugare da un lato il rispetto dell’esistente, ma dall’altro le attività economiche collegate all’Etna e in primo luogo il turismo”.
Corollario del rilancio sono l’appena conclusa Ottobrata, il premio letterario Brancati, il Polifemo d’argento e l’estate zafferanese che ogni anno registrano la presenza di migliaia di visitatori.
“L’Etna è la nostra più grande risorsa - continua il sindaco Patanè - anche perché, il Comune ha il territorio più vasto che interessa il vulcano, poiché da quota 400 metri sul mare arriviamo proprio sulla sua sommità a quota 3.300 metri. Val Calanna e piano del Vescovo sono i siti che abbiamo attenzionato per creare dei punti base per l’escursionismo verso la cima del vulcano, ma anche l’Etna Sud e Nord attraverso la sentieristica. In questo modo possiamo offrire l’opportunità ai visitatori di vivere in contatto con la natura. In località Piano dell’Acqua in Val Calanna, progettiamo di realizzare un museo all’aperto delle genti e delle attività dell’Etna. Si tratta di un’iniziativa varata dalla precedente amministrazione che contiamo di portare avanti. Questa, infatti, interesserà la parte più antica del paese nata nei pressi del monastero di San Giacomo attorno al quale si estenderà il museo.

Una veduta panoramica

L’altro sito individuato è il polmone verde di Zafferana, Cassone dove si trovano frutteti e castagneti e che costituisce la via d’accesso per uno dei luoghi più belli, il monte Zoccolaro, dal quale si può ammirare la struttura completa del massiccio del vulcano e della valle del Bove. In località Piano del Vescovo invece, d’intesa con l’ente proprietario, la Curia e l’ente Parco, dovrebbe sorgere un villaggio turistico che sarà la base per l’escursionismo verso le quote più alte”.L’altro fattore importante per la rinascita, è una politica coinvolgente che accolga, le proposte della popolazione zafferanese: “ Tutto nasce dalla riflessione sul fatto che la regola comune alle amministrazioni è di confezionare un programma alla vigilia delle elezioni, da proporre ai cittadini, sul quale scommettersi e ottenere consensi. Noi abbiamo pensato invece di stabilire, insieme con le associazioni, le categorie economiche, i cittadini, dove andare nei prossimi anni. Quindi, non un programma preconfezionato, ma un progetto che recepisce le proposte e le eventuali correzioni di rotta che provengono dal popolo, vale a dire da chi, questo paese, lo vive più degli amministratori. Ecco perché abbiamo pensato di istituire degli organismi collegiali confunzioni ben definite che ci accompagneranno lungo il nostro cammino”.

Un momento dell'Ottobrata zafferanese

Il cittadino come elemento che ottimizza l’operato della pubblica amministrazione perché ne coglie e sfrutta al meglio le opportunità offerte: “Se mettiamo al centro dell’operato del governo il turismo e il cittadino come ottimizzatore ecco che possiamo ipotizzare il teorema delle opportunità coinvolgendo nella costruzione dello stesso la città con gli organismi collegiali. Abbiamo già previsto - afferma ancora il sindaco Patanè - la costituzione di un comitato intersettoriale permanente che avrà una funzione programmatica e di controllo: attraverso l’intervento dei rappresentanti delle varie categorie dovrà indicare la strada migliore per incrementare il turismo sull’Etna. La nostra amministrazione vuole diventare punto di riferimento per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro sul territorio. Ecco perché abbiamo pensato di istituire un Osservatorio del Lavoro che avrà il compito di segnalare le opportunità di occupazione. In realtà Zafferana è ricca di iniziative, non dimentichiamo, infatti, che il 25 per cento della produzione nazionale di miele ha luogo nel nostro territorio. Abbiamo una buona capacità di ricezione dei turisti che prevede circa mille posti letto, esistono una serie di iniziative a latere tra cui i bed and breakfast, abbiamo una grossa industria casearia insomma, c’è tutto un mondo produttivo che può rappresentare una buona occasione di lavoro per i giovani. Ma l’Osservatorio che noi abbiamo pensato ha funzioni che vanno al di là del nostro territorio tanto che uno dei nostri obiettivi è la Comunità Economica Europea che potrà fornire occupazione e fondi da investire per lo sviluppo locale”.

Passeggiando con Brancati
La Chiesa Madre

Zafferana Etnea è riversata sulla costa ionica e la Timpa di Acireale, a 574 sul livello del mare. La città attualmente raccoglie quasi 8.100 abitanti.Il borgo sorge intorno al XII secolo nelle strette vicinanze del monastero dei Frati Benedettini del quale oggi sfortunatamente non rimane nulla.
Zafferana ha saputo risorgere con orgoglio da alcuni cataclismi naturali, a partire dal terremoto del 1693 e a quello del 1818. Il nucleo abitativo attuale ha come fulcro la principale Piazza Umberto I arricchita dalla presenza del ricco Giardino Pubblico e della Chiesa Madre. Consacrata alla Madonna della Provvidenza, la Chiesa fu ricostruita nel 1817 dopo che il terremoto dello stesso anno ne aveva danneggiato la struttura.
L’esterno venne realizzato in classico stile barocco siciliano e molto suggestivo risulta il contrasto tra la facciata in pietra bianca e la nera scalinata curvilinea in pietra lavica. Degni di particolare attenzione sono anche i campanili di uguali forme e decori che costeggiano l’edificio da entrambi i lati. Di notevole interesse artistico è una pregiata statua posta sul portone centrale raffigurante la Madonna. Per quanto riguarda l’interno, esso conserva ancora oggi la maggior parte degli arredi originali. Tra questi, degna di menzione risulta essere una elegante pala d’altare riconducibile al pittore siciliano Giuseppe Sciuti (1834-1911), raffigurante San Giuseppe col Bambino.
Noto per la produzione di uno squisitissimo miele, il paese deve il suo nome al termine arabo Zafaran che significa giallo, colore delle ginestre selvatiche che sono il fiore tipico della zona e colore dello zafferano diffusissimo nei boschi circostanti. Il nome “Zafarana” viene citato in un documento soltanto nel 1694. Divenne comune autonomo nel 1816. La città è famosa soprattutto per il suo ambiente circostante. Esso comprende la famosa quanto affascinante Valle del Bove costituita dall’antico cratere Rocca degli Zappini, dalla Serra Giannicola Grande - la spaccatura dei crateri avvenuta nel 1908 - ed il Sentiero Natura di Monte Zoccolaro che inizia con un bosco di castagni.


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Il Municipio di Zafferena Etnea

Non è difficile comprendere che alcune delle più belle pagine di Vitaliano Brancati, apprezzato autore italiano di primo Novecento, trovarono ispirazione a Zafferana Etnea. Basta dare uno sguardo ai boschi infuocati dalle tinte rosse dell’autunno, al mare colmo di scintille d’argento che si stende poco più in là, alla cima possente dell’Etna per capirlo. E se è vero che Zafferana è un apprezzato centro di villeggiatura estiva e per le vacanze invernali, lo è altrettanto durante l’Ottobrata, la Festa d’Autunno che da alcuni anni si svolge tradizionalmente in paese tutte le domeniche di ottobre. Centinaia di migliaia di visitatori hanno fatto dell’Ottobrata uno dei principali appuntamenti sul vulcano. Svariate ed interessanti sono pure le altre attività turistico-culturali che si svolgono a Zafferana, tra questi, il Premio Brancati, dedicato al celebre scrittore che qui amava soggiornare, così come in passato Verga, Capuana, De Roberto. Istituito nel 1967, con l’intento di onorarne la memoria, grazie alla collaborazione con le maggiori figure della nostra cultura, quali Alberto Moravia, Dacia Maraini, Pasolini, Ezra Pound, Leonardo Sciascia, riuscì in quegli anni incandescenti a suscitare momenti di grande tensione intellettuale e differenziarsi da altri convegni letterari vecchi e nuovi, creando un momento culturale che ha reso Zafferana famosa in Italia e al di là dei nostri confini.
Anno dopo anno il Premio Brancati ha ospitato i più illustri nomi della letteratura contemporanea, da Vincenzo Consolo a Lucio Piccolo, dalla Morante a Jorge Amado mantenendo costanti i suoi alti livelli. E poi, il “Polifemo d’Argento”, rassegna estiva delle personalità siciliane che si sono distinte nei più svariati campi delle attività sociali e culturali, scientifiche ed imprenditoriali, altro esempio di premio longevo che da oltre trent’anni si replica con successo.


Uno scorcio della Villa

Zafferana Etnea vanta una produzione agricola basata sulla coltivazione di uva da mosto, frutta, funghi, miele. Nelle vigne si producono vini di qualità pregiata, molti dei quali con le caratteristiche del marchio DOC.
È sufficiente una passeggiata per le strade del centro per rintracciare questi vini genuini, presso privati che praticano la vendita al minuto. Mele, pere, ciliegie, pesche, castagne, vengono messe in vendita direttamente dai produttori che le espongono davanti alle soglie di casa. Qualità e gusto sono assicurati dalla terra dell’Etna e dalla coltivazione biologica degli agricoltori della zona. Da maggio a novembre è possibile acquistare in loco funghi pregiati delle valli. Fiorentissima è poi a Zafferana l’apicultura, che ha reso questo paese uno dei maggiori produttori in campo nazionale. Il visitatore può acquistare questo miele presso punti vendita specializzati o direttamente presso i produttori privati, scegliendo fra le varie qualità, quali: zagara, arancio, millefiori, eucalyptus, castagno, fico d’india, ed altri prodotti derivati, come la pappa reale, il polline, ecc.
Tipica la pasticceria che annovera fra le sue specialità più note gli sciatori al cioccolato e le paste di mandorla. Ricca la gastronomia con piatti speciali a base di funghi. Ricetta antica e famosa quella del coniglio alla cacciatora cucinato con capperi ed olive. Interessante anche l’artigianato con le lavorazioni della pietra lavica, frutto di quelle eruzioni che hanno minacciato più volte il paese: ora è diventata materia prima nelle mani di maestri scalpellini, eccezionali nell’arte del plasmare e modellare. Realizzano basole per le strade e marciapiedi, lastre per le piazze e muri di cinta, sedili, panche, fontane e fioriere, elemento decorativo e ornamento ricercato.