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Il sindaco, Salvatore Agnello
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Scordia è una città dinamica dal punto
di vista economico che riesce a fronteggiare, almeno fino ad ora, una
crisi diffusa in tutti i settori; la città, infatti, vanta punti
di eccellenza nellartigianato e nel commercio dei prodotti ortofrutticoli
e agrumicoli, che permettono alla comunità cittadina una tenuta
stabile.
Così esordisce il sindaco Salvatore Agnello (nella foto), vincitore
dellultima tornata amministrativa che ha visto il centro-sinistra
riprendere la guida del Comune, nonostante che, per lapparentamento
al secondo turno elettorale di tutte le liste che si collocano nel centro-destra,
non ha potuto usufruire del premio di maggioranza.
Salvatore Agnello, 44 anni, sposato, è padre di due bambine. Laureato
in Sociologia allUniversità di Napoli, dal 1983 al 1985 militò
in Democrazia Proletaria e, negli anni successivi, è stato presidente
dellassociazione culturale Nadir che ha esercitato uno stimolo culturale
notevole nel paese nonché, per la proficua attività del
compianto poeta e scrittore Salvo Basso, anche una notevole attività
editoriale. Poi limpegno con il comitato Prodi e il suo ingresso
nella Giunta Milluzzo, come assessore allo Sviluppo economico, assieme
allamico Salvo Basso che fu assessore alla Cultura.
Il sindaco Agnello ha costituito una Giunta formata da rappresentanti
di tutte le forze politiche della coalizione di centro-sinistra. Oltre
Nino Pisasale, (assessore alle politiche per la promozione dello sviluppo
economico, bilancio, patrimonio e personale) indipendente dai partiti,
sono stati nominati, infatti, Domenico Simone (cultura, scuola, politiche
giovanili, nuova municipalità) e Pino Azzarello (vice sindaco,
assessore allurbanistica e ai lavori pubblici) entrambi del Prc,
Rocco Burtone (sport, gestione e manutenzione impianti sportivi e protezione
civile) dei Ds, Aurelio Corbino (ecologia e verde pubblico) della Margherita,
e Pino DAvola (solidarietà e rapporti con le associazioni
di volontariato) del Pdci. Il sindaco si è riservato, oltre alle
deleghe di sua stretta competenza nella veste di ufficiale di governo,
i seguenti settori: polizia municipale, rapporti con il comprensorio,
i distretti, i consorzi e le società partecipate dal Comune (Kalat-ambiente,
Consorzio di sviluppo industriale Asi, e Agenzia di sviluppo integrato).
Il Consiglio comunale ha eletto suo presidente il dott. Rocco Mario Manuele
dellUdc ed è formato da una maggioranza di tutte le forze
politiche che si rifanno al centro-destra.
È la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli
e agrumicoli che soprattutto domina, comè nella tradizione,
leconomia di Scordia, nonostante la grave crisi che travaglia il
settore. Di arance da tempo vive la gente di Scordia. È dagli anni
Cinquanta che si è cercato di coniugare tradizione e innovazione.
Il balzo in avanti si è avuto negli anni Ottanta, quando sono nate
le grandi aziende agrumicole che oggi sono più di trenta. In esse
si lavorano soprattutto le arance a polpa rossa che pongono il prodotto
scordiense tra il più ricercato sui banconi della grande distribuzione.
Dobbiamo occuparci seriamente del comparto agrumicolo, anzi rimetterlo
al primo posto -afferma il sindaco Agnello. Il Coordinamento dei sindaci
dei Comuni agrumetati deve cooptare al suo interno tutti gli operatori
della filiera, perché facciano sentire la loro voce, anche a livello
regionale e nazionale. In tutti i Comuni agrumetati, una crisi come quella
che si sta registrando in questi mesi, che incide notevolmente nella vita
quotidiana delle famiglie la cui economia si basa sullagricoltura,
non può lasciare insensibili le amministrazioni comunali.
Non solo di agricoltura si sostanzia leconomia di Scordia; vi è
lartigianato che garantisce una discreta occupazione. Nella nuova
zona industriale vi è un pullulare di aziende artigianali: vi sono
fabbri, marmisti, mobilieri, falegnami, vetrai, tutti cresciuti nelle
botteghe dei loro padri o alla scuola di bravi maestri. Sono questi artigiani,
che hanno raccolto la sfida dellinnovazione con nuovi macchinari
e nuovi materiali. Essi danno lavoro a qualche centinaio di operai e costituiscono
un capitolo essenziale nel processo di sviluppo economico e sociale di
Scordia.
La città, inoltre, - dice il sindaco - tende
ad inserirsi nel circuito turistico-culturale del Calatino. In ciò
potrebbe essere di valido aiuto la vicinanza con Militello e Caltagirone,
dichiarati dallUnesco patrimonio dellumanità. Per promuovere
questa attività, però, bisogna riprendere in mano il bandolo
della matassa della politica del recupero dei beni culturali ed architettonici.
Investire, in termini di riqualificazione, così come stiamo facendo
con il palazzo Modica, lex edificio della posta, il vecchio municipio,
dove, al più presto, ritornerà la Biblioteca comunale. Tutti
questi beni architettonici ricadano in piazza Umberto I, dove, tra breve,
dovrebbe essere riaperta al culto la chiesa madre di S. Rocco. Poi lavvio
dei lavori di restauro della chiesa del Purgatorio e, tra non molto, anche
della chiesa del Convento. Tutte operazioni architettoniche che dovrebbero
avvantaggiare i flussi turistici verso il nostro paese.
Scordia, infatti, col suo centro storico che va dal complesso del Convento
dei Padri Riformati, al piano di S. Rocco e poi, attraverso il corso Vittorio
Emanuele punteggiato da diversi palazzi gentilizi, fino alla Colonna e
alla settecentesca chiesa di S. Maria Maggiore, possiede un impianto urbanistico
di un rigoroso barocco, poco ridondante, ma pregevole. Si conservano,
inoltre, nelle varie chiese opere pittoriche e scultoree tali da richiamare
nella città delle arance più dolci del mondo linteresse
dei turisti.
Alla salvaguardia dei beni culturali - afferma Agnello - cè
da aggiungere la difesa dellambiente. Stiamo approntando nel nuovo
Piano regolatore il recupero di vaste zone del nostro territorio, come
il parco della Cava, zona di grande valore storico-paesaggistico se si
pensa che in esso fu costruito dal principe Branciforti il primo acquedotto
cittadino e qui ancora oggi si conserva la fontana dove i nostri antenati
attingevano lacqua. Occorre riqualificare anche il parco della Pignatazza
e quello di viale Aldo Moro, se vogliamo dare al nostro paese un aspetto
decente, tale da presentare ai turisti un territorio che abbia i connotati
dellordine, della pulizia e dellinteresse ambientalista.
In questo cammino verso la creazione di una città più vivibile
e aperta ai flussi turistici sinserisce la promozione della cultura
della legalità: Dobbiamo fare in modo che si debellino quelle
sacche di criminalità organizzata che, purtroppo, talvolta, turbano
la vita cittadina - conclude Agnello -. Il protocollo di legalità
con la Prefettura di Catania impegna lAmministrazione in maniera
chiara e netta su questo versante; da qui una stretta collaborazione con
lassociazione antiracket Nicola DAntrassi, le
forze dellordine e le scuole, affinché leducazione
alla legalità diventi materia di formazione dei nostri giovani
studenti.
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Il Palazzo Modica ( piazza Umberto)
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Il Palazzo De Cristofaro e via Trabia
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Un ampio campo di allium, pianta arborea delle liliacee, provenienti
dallAsia centrale. Così apparve ai Greci calcidesi che,
da Leontinoi, si spostavano allinterno dellIsola verso la
piana del Margi, quella piccola collinetta, ultima propaggine degli
Iblei, quasi una terrazza sullagro leontino, con abitazioni rupestri
e resti di antiche civiltà delletà del bronzo. Secondo
unantica tradizione, in parte leggendaria, quei piccoli fusti
di circa 70 centimetri dai quali emanava una forza salutare meravigliarono
i coloni greci che chiamarono quel luogo Scordion, terra dellaglio.
Il toponimo Scordia appare, per la prima volta, in epoca normanna, tra
il 1131 e il 1151, in alcuni atti di donazione allordine monastico-militare
dei Templari, i quali, in partibus terrae Scordiae, radunavano i pellegrini,
provenienti da Messina, curavano le loro infermità, li assistevano
finanziariamente e, alla fine dellinverno, li accompagnavano al
Murgo di Agnone, per essere, via mare, condotti in Palestina.
Nel 1255 Scordia divenne Casale guelfo, assegnato da papa Alessandro
IV a Nicolò di Sanducia, della nobile famiglia lentinese dei
Fimetta. A quei tempi, il piccolo centro abitato, dominato dallampia
dimora signorile, si stendeva su un piccolo fazzoletto di terra, aggrappato
agli orli della Cava, una valle rocciosa calcarea che, nella stagione
invernale, si trasformava in impetuoso torrente.
Il Casale fu appannaggio, in seguito, di varie famiglie nobili: i Rosso
di Messina, gli Spatafora, gli Imbardaxi, i Campulo. Infine passò
ad Antonio Branciforti, marito di Giuseppina Campulo, il quale ottenuta
da Filippo IV, re di Spagna, la licentia populandi, edificò lodierno
centro urbano, con il titolo di primo principe di Scordia, creando tutte
le strutture necessarie al vivere civile.
Il centro urbano non fu disposto entro una cerchia muraria e sotto la
tutela di un castello, come avveniva nel medioevo, ma attorno al palazzo
principesco, alla chiesa madre e alle due grandi piazze antistanti il
Convento dei PP. Riformati e la chiesa di San Rocco.
I Branciforti governarono il paese fino al secolo XIX e alla nascita
dei nuovi comuni. Durante il loro governo, il paese si arricchì
di numerose opere darte. Nel 1644, nella parte più alta
fu costruita la chiesa di S. Antonio di Padova, con lannesso convento
dei PP. Riformati. Vi si conservano dipinti di Paolo Vasta, un Crocifisso,
attribuito a fra Umile da Petraia e una statua del Cristo alla
Colonna del 1739, opera di artigiani locali. Nellannesso chiostro
si possono ammirare affreschi (che andrebbero, però, restaurati),
raffiguranti i fioretti di S. Francesco e le gesta dei frati
più noti dellOrdine. Nella sagrestia della vicina chiesa
del Purgatorio, costruita nel 1648, si conserva una pregevole incisione
a bulino, dal tema Il trionfo della fede, copia di un disegno originale
del Tiziano.
Ma già nel 1628, sempre per volontà del principe, era
iniziata la costruzione della chiesa di S. Rocco, destinato a divenire
il patrono del paese. La chiesa patronale fu riedificata, dopo il terremoto
del 1693, su linee di P. Michele da Ferla. Essa, attualmente in restauro,
occupa la piazza centrale del paese. Vi si conservano varie opere pittoriche
del senese Marcello Vieri, una eccellente Madonna con S. Giovannino,
Santa Elisabetta e il Bambino Gesù, copia della tavola di Giovanni
Francesco Penni, discepolo del Raffaello, e il simulacro di S. Rocco
che si porta in processione nelle feste patronali del 16 luglio e 23
agosto di ogni anno. Altra statua calcarea di S. Rocco, troneggia al
centro della piazza antistante la chiesa, opera del palermitano Nicolò
Bagnasco, costruita nel 1813, per chiedere lallontanamento da
Scordia della peste, che allora flagellava Malta. Dalla piazza di S.
Rocco, attraverso il corso centrale, fiancheggiato da vetusti palazzi
nobiliari, si raggiunge la chiesa di S. Maria Maggiore, costruita nel
1780 (vi si conserva un pregevole simulacro della Madonna in trono con
il Bambino) e la Colonna, alta 16 metri e coronata dalla statua della
Vergine con il Bambino. La chiesa di :San Giuseppe, costruita nel 1825,
in un elegante stile neo-classico, costituisce il coronamento dellassetto
urbanistico del centro storico.
Una vera e propria rivoluzione economica si ebbe alla fine del XVIII
secolo con limpianto dei primi giardini di arance. Oggi Scordia
è uno dei principali centri agrumicoli della Sicilia, sia per
la qualità del prodotto che per la sua commercializzazione; leconomia
di Scordia non si fonda solo sullagrumicoltura: ci sono gli artigiani
(fabbri, falegnami, marmisti) che vanno trasferendosi nella nuova zona
industriale. Ci sono, inoltre, industrie di trasformazione e manifatturiere
che occupano centinaia di lavoratori.
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