ventitreesima edizione

2) L'Annuario

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L'occhio rivolto ai giovani

   
pagine a cure di Mary Sottile
(in collaborazione con l'ufficio P.R. editoriale)
Il sindaco, Francesco Petralia

Sviluppo economico e lavori pubblici, senza dimenticare la solidarietà sociale, lo sport e la scuola. A più di un anno dalle elezioni a Santa Maria di Licodia, per l’amministrazione cittadina, guidata da Francesco Petralia (nella foto), è tempo di primi bilanci.
- Sindaco Petralia, come valuta l’attività della sua amministrazione?
“In maniera positiva. Molto si è fatto, ma molto c’è ancora da fare. Abbiamo investito in settori determinanti, come lo sviluppo economico (con l’adesione al progetto di “Etnapolis”, il grande ipermercato in fase di realizzazione in contrada “Valcorrente”, in territorio di Belpasso, divenendo soci, dopo aver acquistato una quota delle azioni) ed i lavori pubblici, dando il via ad importanti opere. Solo per citarne alcune, abbiamo provveduto al rifacimento della strada che porta alle “Vigne”, alla realizzazione di una parte della rete metanifera (il completamento, intoppi permettendo, arriverà nel 2005), alla redazione del progetto per la realizzazione della zona artigianale. Inoltre, abbiamo dato mandato ad una società, di proporci un progetto di finanza (in base alla legge 109 dell’11 febbraio del 1994 e successive modifiche) per il completamento del nuovo cimitero e la sistemazione di quello vecchio; per passare allo spostamento, in accordo con i commercianti ambulanti, del mercato settimanale. Nel settore tasse, abbiamo ridotto l’Ici per la seconda casa. Per i giovani e gli anziani abbiamo organizzato colonie estive e soggiorni fuori dalla Sicilia, ottenendo, entrambe le iniziative, grande successo. Ancora, abbiamo dato impulso e vigore ad iniziative culturali e feste tradizionali (su tutte la festa del patrono, S.Giuseppe). Naturalmente non abbiamo trascurato altri ambiti, mi riferisco alla scuola, allo sport, ai servizi sociali”.

La Chiesa Madre

- Quali, in questi ultimi settori, gli interventi più importanti?
Partendo dallo sport, per cui abbiamo contratto un mutuo con il Medio Credito Sportivo, in parte a fondo perduto, il resto lo restituiremo ad un tasso bassissimo (solo il 3%) per il completamento ed il recupero degli impianti cittadini. Inoltre, è in corso di redazione un progetto per la realizzazione di una nuova struttura, dove troveranno posto: una piscina, un campo di calcio, due da tennis, un campo di calcetto, uno per pallacanestro e pallavolo, una pista d’atletica, ed ancora, una palestra coperta con campo da pallacanestro e pallavolo ed una pista di pattinaggio su ghiaccio. E poi, la scuola. Per questo, importante, settore abbiamo in programma la realizzazione di una struttura elementare e la riapertura, il prossimo anno, dell’asilo nido (chiuso da tre anni). Quest’anno, intanto, abbiamo assicurato a tutti gli studenti un normale orario scolastico, eliminando, definitivamente, i doppi turni che hanno comportato disagi sia agli studenti che al corpo docenti. Quest’obiettivo è stato raggiunto grazie all’esecuzione di lavori di consolidamento per un’ala del plesso centrale della scuola “Don Bosco”, fino allo scorso anno chiusa, e con l’apertura di un plesso, preso in affitto, dove sono ospitate quattro classi elementari. Sempre per il plesso centrale ho dato disposizioni ai tecnici di predisporre un approfondito monitoraggio del terzo piano della struttura scolastica, attualmente chiuso, per capire che tipi d’intervento sono necessari per recuperarlo. Agli studenti è, inoltre, garantito l’abbonamento gratuito per il trasporto.

Uno scorcio del centro storico

- Un argomento a parte lo meritano, poi, gli interventi nel sociale?
Certo. Su tutti l’assistenza domiciliare agli anziani ed ai disabili. Inoltre, dopo aver acquisito l’opera pia, abbiamo destinato ai “diversabili” ed agli anziani, una parte dell’edificio, creando due centri diurni, dove grazie al contributo delle associazioni di volontariato cittadine e degli operatori sociali del comune, vengono realizzate diverse attività.


Festa di San Giuseppe

Religione e folclore, fede e cultura, tradizione ed attualità. Questi gli ingredienti principali della festa di S. Giuseppe, Patrono di Santa Maria di Licodia, evento atteso ogni anno ed intensamente vissuto da centinaia di fedeli in arrivo da diversi centri del catanese. Cuore pulsante dei festeggiamenti la Chiesa Madre, dov’è custodita una pregiata statua in legno del Santo, in piazza Umberto I. La cittadina si prepara all’appuntamento stilando un programma fitto d’incontri che animano per diversi giorni il centro etneo. Tra questi i momenti sportivi, con il quadrangolare di calcetto “Trofeo S. Giuseppe” ed il quadrangolare maschile di pallacanestro, approvato dalla Federazione Italiana Pallacanestro e dal CONI, alla 33ª edizione nel 2004, dove a contendersi l’ambita coppa del primo classificato le squadre di basket più forti della provincia di Catania. E, poi, il momento di preghiera che culmina nel giorno della festa, dedicata al patrono, l’ultima domenica d’agosto.

L'eredità delle case gentilizie
Particolare di una decorazione di Palazzo Anile
Sono la testimonianza viva e reale della bravura degli artisti del passato. Stuccatori e decoratori che, con le loro opere, hanno contraddistinto un’epoca, lasciando un patrimonio storico-architettonico unico. Santa Maria di Licodia, conserva, ancora, qualcuna di queste vere opere d’arte. Stiamo parlando delle case gentilizie; antichi palazzi, dimore nobiliari, quasi scomparse nel territorio etneo. Per fortuna Santa Maria di Licodia le ha preservate, custodendole gelosamente. Diversi sono gli esempi nel paese, tornati a risplendere grazie ad interventi di recupero e restauro. Uno di questi è Palazzo Ardizzone, tornato a nuova vita, nel 2001, per ospitare il museo cittadino ed attualmente destinato a sede del palazzo comunale. Al suo interno si possono ammirare fregi di particolare pregio, con decorazioni a stucco di soggetti del liberty etneo. Le opere sono tutte di Giuseppe Anile, autore, licodiese vissuto tra la tarda metà dell’ottocento e la metà del novecento. La sua firma, oltre che a Palazzo Ardizzone, appare in altre case gentilizie del paese e Chiese, della fascia etnea. Tra i suoi capolavori non può non citarsi il palazzo a lui intitolato. La struttura, degli inizi del 1900, è un interessante esempio d’architettura urbana che si armonizza, nelle forme, con il tardo liberty etneo. Al suo interno si coniugano diversi stili; dal liberty etneo, al neoclassico. Ancora, altro esempio di palazzo gentilizio, la casa Emanuele, oggi Tomasello, con stucchi e decorazioni in stile Umbertino-liberty, sempre opera di Giuseppe Anile. E poi, casa Sanfilippo, anche qui con ampi saloni decorati. In molte di queste dimore resistono, inoltre, le pavimentazioni dei primi del 1900 che riprendono, nei colori e nelle forme geometriche, l’età imperiale. Particolari architettonici, con portali di case gentilizie, balconi e cortili sono, poi, presenti in via Garibaldi, in via Messina, in piazza Bruno e nel quartiere S. Agata.
Madonna del Divin Figliolo
La statua, pur non essendo un’opera di pregevole fattura, è tuttora nel cuore di tutti i licodiesi e appartiene ormai alla leggenda. Questa narra che in un giorno d’estate placido e sereno, un pastore riprese il suo quotidiano lavoro portando con se le pecore a pascolare nella contrada detta “Licodia”. Ad un tratto il cielo si coprì di nuvoloni e scese un grande buio. Al pastore, in vista dell’imminente temporale non restò che rifugiarsi sotto un enorme albero di rovere che, con la sua folta chioma, costituì un riparo temporaneo, l’unico, anche se precario, per sé e per il suo gregge. Si scatenò un uragano di inaudita violenza. Vento, tuoni, fulmini, grandine e rovesci di pioggia terrorizzarono il povero pastore, il quale vistosi perduto, invocò la protezione della Madonna, promettendo, per devozione, di abbattere quel grosso albero di rovere, di scolpire dal suo tronco l’immagine della Vergine e di erigere in quel luogo una chiesetta. Il pastore, salvatosi, mantenne la promessa sciogliendo il voto.
Premio Torre D'Argento
È ormai un appuntamento cult per la cittadina licodiese e per l’intera provincia. Stiamo parlando del premio culturale “Torre d’Argento”, che ha già tagliato il traguardo della quindicesima edizione. Dallo sport, al giornalismo, dall’economia, alla cultura, per finire con il piccolo schermo: questi i settori scelti dall’associazione “La Radice club”, organizzatrice dell’evento.
Come da tradizione, a salire sul palco sono personalità illustri, del panorama nazionale e regionale. L’ultima edizione, allestita al giardino Belvedere, ha portato nel centro licodiese Giusy Malato, capitano del setterosa di pallanuoto, squadra vincitrice della medaglia d’oro alle olimpiadi d’Atene; Aldo Biscardi, giornalista sportivo d’indiscussa fama nazionale; Antonino Pulvirenti, imprenditore siciliano nonché presidente del Catania-Calcio; per finire con l’attrice Elisabetta Gardini.
FIERA DELL'ETNA

Artigianato di qualità e prodotti tipici locali. Questa la vetrina promozionale della “Fiera dell’Etna”, dove protagonista, sono le attività commerciali. L’iniziativa, organizzata dall’Amministrazione comunale è, ormai diventato l’evento di settembre per l’economia locale. Uno sforzo non indifferente quello compiuto dalla giunta Petralia per offrire con le poche risorse in bilancio una manifestazione di qualità. Giorni intensi, quelli dell’edizione targata 2004, dove protagonista, insieme alle attività commerciali della zona, sono stati gli spettacoli di cabaret e musica, ospitati nella centralissima piazza Umberto I. Un’occasione, dunque, di rilancio che da qualche anno è diventata attrazione per un gran numero di appassionati della buona tavola, grazie alla presentazione e la degustazione dei prodotti tipici siciliani. Nascono così “i percorsi del gusto”, per far riscoprire i sapori dei prodotti nostrani, base della dieta mediterranea.

Cenni storici

I resti dell’acquedotto romano, la fontana del cherubino, gli scavi di Civita, per giungere alla torre arabo-normanna (simbolo della cittadina licodiese), ubicata, quest’ultima, nella centralissima piazza Umberto I. È solo una parte dell’affascinate itinerario storico-culturale, attraverso Santa Maria di Licodia, paese di antichissime origini della fascia etnea. I luoghi sono tutti da scoprire. A cominciare proprio dalla torre arabo-normanna. Il monumento, a pianta quadrata, è un tutt’uno con la Chiesa madre, erede, in parte, dell’antica abbazia benedettina (il resto del monastero è oggi destinato a palazzo municipale). E proprio la Chiesa Madre è il cuore pulsante della città. Il luogo sacro “racconta”, già attraverso le sue porte bronzee, i momenti più salienti della comunità licodiese; momenti che hanno segnato la storia nella crescita del paese. Quattro le date riportate, due per ognuna delle due porte della facciata principale. Si comincia con il 1143, anno della nascita del centro licodiese; per passare al 1205, che segna l’elevazione del centro a comunità (entrambe le date sono incise sulla porta di sinistra, un tempo ingresso della Chiesa Abbaziale, oggi entrata per la navata piccola); ancora, il 1344, anno della donazione e della fondazione del secondo sito abbaziale di Licodia nuova (sorto contiguamente al primo), e il 1841, anno dell’elevazione a comune per il paese (queste ultime date sono incise sulla porta principale, la porta del sole). La Chiesa Madre, inoltre, come un prezioso scrigno, al suo interno custodisce, diverse opere d’arte d’antiche origini (un Crocifisso ligneo policromo, di scuola siciliana, risalente al tardo medioevo; i dipinti della Annunciazione (risalente al 1500); di San Giovannino (datato 1600) e di S. Antonio Abate (del 1700), all’ottocentesco fercolo ligneo di San Giuseppe, oltre a vari argenti come reliquari e calici da far risalire al periodo storico compreso tra il 1736 ed il 1824.