L'Annuario
L'occhio rivolto ai giovani |
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pagine a cure di
Mary Sottile |
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(in collaborazione
con l'ufficio P.R. editoriale) |
Sviluppo economico e lavori pubblici, senza dimenticare
la solidarietà sociale, lo sport e la scuola. A più di un
anno dalle elezioni a Santa Maria di Licodia, per lamministrazione
cittadina, guidata da Francesco Petralia (nella foto), è tempo
di primi bilanci.
- Quali, in questi ultimi settori, gli interventi più
importanti?
- Un argomento a parte lo meritano, poi, gli interventi
nel sociale? |
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Festa di San Giuseppe | ||||||||||||||||||
Religione e folclore, fede e cultura, tradizione ed attualità. Questi gli ingredienti principali della festa di S. Giuseppe, Patrono di Santa Maria di Licodia, evento atteso ogni anno ed intensamente vissuto da centinaia di fedeli in arrivo da diversi centri del catanese. Cuore pulsante dei festeggiamenti la Chiesa Madre, dovè custodita una pregiata statua in legno del Santo, in piazza Umberto I. La cittadina si prepara allappuntamento stilando un programma fitto dincontri che animano per diversi giorni il centro etneo. Tra questi i momenti sportivi, con il quadrangolare di calcetto Trofeo S. Giuseppe ed il quadrangolare maschile di pallacanestro, approvato dalla Federazione Italiana Pallacanestro e dal CONI, alla 33ª edizione nel 2004, dove a contendersi lambita coppa del primo classificato le squadre di basket più forti della provincia di Catania. E, poi, il momento di preghiera che culmina nel giorno della festa, dedicata al patrono, lultima domenica dagosto. |
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L'eredità delle case gentilizie | ||||||||||||||||||
Sono la testimonianza viva e reale della bravura degli
artisti del passato. Stuccatori e decoratori che, con le loro opere, hanno
contraddistinto unepoca, lasciando un patrimonio storico-architettonico
unico. Santa Maria di Licodia, conserva, ancora, qualcuna di queste vere
opere darte. Stiamo parlando delle case gentilizie; antichi palazzi,
dimore nobiliari, quasi scomparse nel territorio etneo. Per fortuna Santa
Maria di Licodia le ha preservate, custodendole gelosamente. Diversi sono
gli esempi nel paese, tornati a risplendere grazie ad interventi di recupero
e restauro. Uno di questi è Palazzo Ardizzone, tornato a nuova
vita, nel 2001, per ospitare il museo cittadino ed attualmente destinato
a sede del palazzo comunale. Al suo interno si possono ammirare fregi
di particolare pregio, con decorazioni a stucco di soggetti del liberty
etneo. Le opere sono tutte di Giuseppe Anile, autore, licodiese vissuto
tra la tarda metà dellottocento e la metà del novecento.
La sua firma, oltre che a Palazzo Ardizzone, appare in altre case gentilizie
del paese e Chiese, della fascia etnea. Tra i suoi capolavori non può
non citarsi il palazzo a lui intitolato. La struttura, degli inizi del
1900, è un interessante esempio darchitettura urbana che
si armonizza, nelle forme, con il tardo liberty etneo. Al suo interno
si coniugano diversi stili; dal liberty etneo, al neoclassico. Ancora,
altro esempio di palazzo gentilizio, la casa Emanuele, oggi Tomasello,
con stucchi e decorazioni in stile Umbertino-liberty, sempre opera di
Giuseppe Anile. E poi, casa Sanfilippo, anche qui con ampi saloni decorati.
In molte di queste dimore resistono, inoltre, le pavimentazioni dei primi
del 1900 che riprendono, nei colori e nelle forme geometriche, letà
imperiale. Particolari architettonici, con portali di case gentilizie,
balconi e cortili sono, poi, presenti in via Garibaldi, in via Messina,
in piazza Bruno e nel quartiere S. Agata.
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Madonna del Divin Figliolo | ||||||||||||||||||
La statua, pur non essendo unopera di pregevole
fattura, è tuttora nel cuore di tutti i licodiesi e appartiene
ormai alla leggenda. Questa narra che in un giorno destate placido
e sereno, un pastore riprese il suo quotidiano lavoro portando con se
le pecore a pascolare nella contrada detta Licodia. Ad un
tratto il cielo si coprì di nuvoloni e scese un grande buio.
Al pastore, in vista dellimminente temporale non restò
che rifugiarsi sotto un enorme albero di rovere che, con la sua folta
chioma, costituì un riparo temporaneo, lunico, anche se
precario, per sé e per il suo gregge. Si scatenò un uragano
di inaudita violenza. Vento, tuoni, fulmini, grandine e rovesci di pioggia
terrorizzarono il povero pastore, il quale vistosi perduto, invocò
la protezione della Madonna, promettendo, per devozione, di abbattere
quel grosso albero di rovere, di scolpire dal suo tronco limmagine
della Vergine e di erigere in quel luogo una chiesetta. Il pastore,
salvatosi, mantenne la promessa sciogliendo il voto.
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Premio Torre D'Argento | ||||||||||||||||||
È ormai un appuntamento cult per la cittadina
licodiese e per lintera provincia. Stiamo parlando del premio
culturale Torre dArgento, che ha già tagliato
il traguardo della quindicesima edizione. Dallo sport, al giornalismo,
dalleconomia, alla cultura, per finire con il piccolo schermo:
questi i settori scelti dallassociazione La Radice club,
organizzatrice dellevento.
Come da tradizione, a salire sul palco sono personalità illustri, del panorama nazionale e regionale. Lultima edizione, allestita al giardino Belvedere, ha portato nel centro licodiese Giusy Malato, capitano del setterosa di pallanuoto, squadra vincitrice della medaglia doro alle olimpiadi dAtene; Aldo Biscardi, giornalista sportivo dindiscussa fama nazionale; Antonino Pulvirenti, imprenditore siciliano nonché presidente del Catania-Calcio; per finire con lattrice Elisabetta Gardini. |
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FIERA DELL'ETNA | ||||||||||||||||||
Artigianato di qualità e prodotti tipici locali. Questa la vetrina promozionale della Fiera dellEtna, dove protagonista, sono le attività commerciali. Liniziativa, organizzata dallAmministrazione comunale è, ormai diventato levento di settembre per leconomia locale. Uno sforzo non indifferente quello compiuto dalla giunta Petralia per offrire con le poche risorse in bilancio una manifestazione di qualità. Giorni intensi, quelli delledizione targata 2004, dove protagonista, insieme alle attività commerciali della zona, sono stati gli spettacoli di cabaret e musica, ospitati nella centralissima piazza Umberto I. Unoccasione, dunque, di rilancio che da qualche anno è diventata attrazione per un gran numero di appassionati della buona tavola, grazie alla presentazione e la degustazione dei prodotti tipici siciliani. Nascono così i percorsi del gusto, per far riscoprire i sapori dei prodotti nostrani, base della dieta mediterranea. |
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Cenni storici | ||||||||||||||||||
I resti dellacquedotto romano, la fontana del cherubino, gli scavi di Civita, per giungere alla torre arabo-normanna (simbolo della cittadina licodiese), ubicata, questultima, nella centralissima piazza Umberto I. È solo una parte dellaffascinate itinerario storico-culturale, attraverso Santa Maria di Licodia, paese di antichissime origini della fascia etnea. I luoghi sono tutti da scoprire. A cominciare proprio dalla torre arabo-normanna. Il monumento, a pianta quadrata, è un tuttuno con la Chiesa madre, erede, in parte, dellantica abbazia benedettina (il resto del monastero è oggi destinato a palazzo municipale). E proprio la Chiesa Madre è il cuore pulsante della città. Il luogo sacro racconta, già attraverso le sue porte bronzee, i momenti più salienti della comunità licodiese; momenti che hanno segnato la storia nella crescita del paese. Quattro le date riportate, due per ognuna delle due porte della facciata principale. Si comincia con il 1143, anno della nascita del centro licodiese; per passare al 1205, che segna lelevazione del centro a comunità (entrambe le date sono incise sulla porta di sinistra, un tempo ingresso della Chiesa Abbaziale, oggi entrata per la navata piccola); ancora, il 1344, anno della donazione e della fondazione del secondo sito abbaziale di Licodia nuova (sorto contiguamente al primo), e il 1841, anno dellelevazione a comune per il paese (queste ultime date sono incise sulla porta principale, la porta del sole). La Chiesa Madre, inoltre, come un prezioso scrigno, al suo interno custodisce, diverse opere darte dantiche origini (un Crocifisso ligneo policromo, di scuola siciliana, risalente al tardo medioevo; i dipinti della Annunciazione (risalente al 1500); di San Giovannino (datato 1600) e di S. Antonio Abate (del 1700), allottocentesco fercolo ligneo di San Giuseppe, oltre a vari argenti come reliquari e calici da far risalire al periodo storico compreso tra il 1736 ed il 1824. |