ventitreesima edizione

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Dove va il franchising?
 
di Mariella Caruso

Milano - Volete fare la spesa anche di notte solo con una card? Accomodatevi. “Apollo K” è il primo supermercato automatizzato nel quale è possibile fare la spesa anche di notte solo con una card. “Apollo K” non è che soltanto una delle nuove proposte di Expo Trade, la 19esima edizione del Salone del Franchising che ha radunato a fine ottobre alla Fiera di Milano 300 espositori da dodici paesi. Voglia di sedurre il consumatore. È questo il concetto delle nuove idee che spingono il franchising, protagonista indiscusso del salone internazionale. Così tra le novità salite sugli scudi c’è stato il nuovo metodo di pagamento presentato da Ibm che si basa sul riconoscimento dell’impronta digitale. Ma ad attirare l’attenzione anche alcune trasformazioni “futuribili” che hanno trovato spazio, non negli stand, ma sugli schermi della mostra che propongono un parrucchiere meccanico made in Japan che lava e asciuga i capelli senza intervento umano o il carrello del supermercato dotato di cyclette che permette di dimagrire mentre si fa shopping.
In sostanza un franchising dinamico e vivace con un fatturato che nel 2004 raggiungerà in Italia i 16.583 miliardi di euro con una crescita del 7,6% rispetto al 2003. Aumentano del 5% anche le insegne a testimonianza che l’Italia il settore si sta consolidando soprattutto nei settori merceologici degli articoli della casa e degli alberghi e ristorazioni che vanno su del 14%. Crescono anche i franchisee che registrano una variazione positiva del 3,1% rispetto allo scorso anno.
Dove va il franchising? Come dimostrano l’idea di Ibm o quella del supermercato automatizzato l’orientamento del business va verso format innovativi ad alta tecnologia. Nuove forme d’acquisto dall’ormai non più così esotico nome di wireless-shopping: un intreccio tra web, telefonia digitale ed interattività che, presentati durante uno dei convegni più affollati del Salone, di sicuro faranno la parte del leone nella prossima edizione di Expo Trade. In attesa della virata tecnologica nell’edizione appena andata in archivio le proposte concrete sono state di stampo più tradizionalista: con soli 1.000 euro si diventa consulenti di viaggio, con 10.000 si acquistano distributori automatici per preservativi, con la modica cifra di 20.000 si scommette sul ritardo dell’invecchiamento aprendo un centro di Medicina antiage e per 30.000 euro si può decidere di commerciare in mobili naturali e prodotti a base d’aloe. Anche il network delle Ferrovie dello Stato si è aperto al franchising per riqualificare l’immagine delle principali stazioni italiane.
Uno spazio importante del Salone è stato dedicato al franchising internazionale, ovvero come guadagnare portando il made in Italy in giro per il mondo. A guadagnare la ribalta, naturalmente i prodotti gastronomici con in cima alla lista la tradizionale pizza seguita a breve distanza da vino, caffè e piadina romagnola. Dopo essere fugacemente apparsa nei più trend luoghi di villeggiatura delle italiche riviere in Nuova Zelanda, per esempio, arriverà la Konopizza, la prima pizza da passeggio che si mangia come un gelato.
Gli Stati Uniti, invece, puntano sulla piadina per aggiornare lo street food magari non con stracchino e rucola ma con burro di noccioline spalmato sui prodotti della Piadineria Bottega Artigianale che sbarcheranno anche nei Paesi dell’Est. Ci sono anche i wine bar e le caffetterie.

SMAU MILANO-CATANIA
Business, consumer ed e-government. Tre itinerari attraverso il mondo di Smau, primo salone italiano e secondo al mondo nel settore dell’Ict e dell’elettronica di Consumo, che ha aperto le sue porte alla Fiera di Milano per la 41ª volta dal 21 al 25 ottobre scorsi. Cinque giorni consacrati alla società digitale e tecnologica con una grande mostra tematica sul digitale terrestre che è una delle frontiere da raggiungere e valicare entro il 31 dicembre 2006, fatidica data nella quale - almeno per legge - la tivù analogica dovrebbe scomparire per lasciare lo scettro alla nuova tecnologia.
L’edizione 2004 di Smau è stata caratterizzata da un forte impegno nel sociale con i progetti Ethical Village e Smau 2004 a Impatto Zero, quest’ultimo sviluppato in collaborazione con LifeGate per valutare, ridurre e compensare, con iniziative certificate di riqualificazione ambientale, le emissioni di anidride carbonica causa principale dell’effetto serra e degli sconvolgimenti del clima che ne derivano.
Naturalmente Smau è stata anche la vetrina per le novità tecnologiche di largo consumo che fanno dell’integrazione digitale il leit-motiv: dai telefonini che sono anche macchine fotografiche e registratori e riproduttori di file mp3 ai palmari con cui gestire email, messaggi di testo, Internet e chiamate telefoniche. Per le macchine fotografiche digitali, che hanno fatto dimenticare le pellicole, la novità è la qualità con la nuova soglia dei 9 milioni di pixel per le semi-compatte mentre arrivano reflex a prezzi interessanti.
Anche il wearable, il mondo dell’hi tech da indossare, quei super-gadget elettronici che stanno cambiando il modo di considerare il mondo dei video, dell’audio e dei dati. Pochi grammi in high style per portare in giro dati, per registrare e riprodurre file audio in estrema leggerezza e con un pizzico di narcisimo.
Nella sezione business Smau grande attenzione alle piccole e medie imprese ancora oggi restie ad investire nell’innovazione mentre lo spazio espositivo dedicato all’e-governmentÈ stato un luogo d’incontro per enti, istituzioni e forze dell’ordine che negli ultimi anni hanno dimostrato un grande impegno nell’adozione di nuove tecnologie che garantiscono una comunicazione più efficiente e trasparente con il cittadino.
Le tre strade virtuali nelle quali Smau fa muovere le novità dell’Ict hanno animato anchela terza edizione di Smau Sicilia, “coda” isolana del salone principale, che si È conclusa lo scorso 21 novembre alle Ciminiere di Catania. I quattro giorni del Salone euromediterraneo dell’information & communication technology, sono stati organizzati da Smau e Provincia regionale di Catania in collaborazione con la Regione siciliana, il comune di Catania e l’Università degli studi di Catania. Da quest’anno, poi, Smau Sicilia si È proposto come testa di ponte per l’area euromediterranea registrando la presenza espositiva di Tunisia, Marocco, Egitto e Spagna con i rappresentanti dei mercati orientali entrati in contatto diretto con la realtà tecnologica dell’«Etna Valley».
Sicilia da far gola

Torino - È stata una “Sicilia… alla ribalta” quella scoperta al Salone del Gusto di Torino dalle migliaia e migliaia di visitatori passati tra gli stand che celebravano odori, colori e sapori di un’Isola che colpisce e affascina chi vi approda. Gli chef delle osterie Slow Food, i cuochi, i gelatieri e i pasticcieri siciliani hanno deliziato i palati preparando, giorno dopo giorno, menù degustazioni con i prodotti tipici e i ventinove presìdi tutelati da Slow Food che, rigorosamente, in ordine alfabetico sono: l’aglio rosso di Nubia, l’asino ragusano, la bottarga di Favignana, il caciocavallo palermitano, il cappero di Salina, la capra girgentana, la cipolla di Giarratana, la cuddrireddra di Delia, la fava larga di Leonforte, il fagiolo badda di Polizzi, la fragolina di Ribera, la lenticchia di Ustica, il limone interdonato, il maiorchino, il mandarino tardivo di Ciaculli, le mandorle di Noto, la manna delle Madonie, la masculina da magghia, i meloni d’inverno, l’oliva minuta, il pane nero di Castelvetrano, le pesche tardive di Leonforte, il pistacchio di Bronte, la provola dei Nebrodi, la provole delle Madonie, il ragusano, il sale marino artigianale di Trapani, il suino nero dei Nebrodi e la vastedda del Belice.
Tra i ventinove presìdi uno dei più giovani è la “cuddrineddra di Delia”, una sorta di biscotto-frittella fatto rigorosamente a mano di cui stavano per perdersi le tradizioni tramandate oralmente da generazione in generazione. A riportarle in auge ci ha pensato una famiglia di Delia di cui è “capofila” Stefano Strazzeri, che con la cognata Filomena Alaimo, è titolare dell’unica ditta al mondo produttrice della “cuddrineddra”, un misto di saggezza popolana e ingredienti di prim’ordine: farina di grano duro selezionata, cannella, scorza d’arancia, uova per l’impasto poi rigorosamente fritto in strutto. Ad attendere con ansia la “cuddrineddra di Delia” ci sono, oltreoceano gli associati del Delia Social Club che riunisce la folta comunità di deliani canadese.
In attesa di fare il salto nella grande distribuzione c’è anche il pane nero di Castelvetrano con Tommaso Rizzo, il responsabile del presidìo, in attesa dell’autorizzazione per la commercializzazione del buonissimo pane nero in alcune catene con cui è stato già siglato un accordo. “Il paradosso - si rammarica però Rizzo - sta nel fatto che tutto è pronto e le autorizzazioni non arrivano”. Un modo come un altro per smorzare entusiasmi e possibilità di crescita economica per le piccole comunità che hanno avuto, a Torino, possibilità di farsi conoscere anche attraverso i “laboratori del gusto”, una delle istituzioni del Salone.
Sono stati quindici quelli che hanno avuto come protagonisti l’eccellenza della produzione siciliana. I vini hanno accompagnato le degustazioni del riso, la tradizione della confetteria genovese, del parmigiano reggiano e sono stati unici primi attori dei laboratori dedicati a Nero d’Avola e “Vino e spirito d’uva” organizzato dall’Istituto regionale del vino e della vite.
Poi ancora le biodiversità delle migliori specialità dolciarie della Sicilia proposte da Corrado Assenza del Caffè Sicilia di Noto, i gelati preparati con la frutta dei presìdi, i salami e le salsicce realizzate con il suino nero dei Nebrodi, i formaggi siciliani con la Vastedda del Belice in primo piano e così via dicendo in un crescendo di sapori che, in piccolo, si trasferirà a Ragusa tra Natale e Capodanno quando il capoluogo ibleo ospiterà Barocco SlowFood, una manifestazione per la degustazione dei prodotti tipici locale nella splendida cornice del Barocco.