L'Annuario
"Il 2005 l'anno del museo naturalistico-ambientale" |
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pagine a cure di
Alfio Patti |
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(in collaborazione
con l'ufficio P.R. editoriale) |
Diversi sono gli obiettivi che questa amministrazione
si è prefissata di raggiungere durante la legislatura. Voglio soffermarmi
su alcuni che stanno per essere raggiunti proprio in questi giorni.
LAmministrazione, però, intende dare ai cittadini
lopportunità di usufruire di un bonus dato che
abbiamo già realizzato un Centro comunale di raccolta differenziata
(Isola ecologica) dove i cittadini, consegnando i rifiuti, dopo averli
differenziati, potranno usufruire, a fine anno, di uno sconto sulla tariffa.
Le chiavi del Centro di raccolta, ubicato in via Bellini nei pressi del
campo sportivo, sono già state consegnate alla Mosema che lo gestirà.
Divulgheremo, inoltre, la cultura della differenziata anche nelle nostre
scuole; con i cittadini lo facciamo già da tempo per mezzo dellOrgano
ufficiale di Informazione del Comune.
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Passeggiando per San Gregorio di Catania | ||||||||||||||||||||||||
Nella parte centrale a monte della cittadina sangregorese ha sede il centro storico composto da abitazioni unifamiliari con orto-giardino. Il tessuto urbano, sin dallinizio del suo insediamento, ha seguito il percorso della principale via di comunicazione fra Catania e Acireale (attuale via Umberto) e successivamente quello della strada di collegamento con San Giovanni La Punta, generando allincrocio delle due via una piazza: Regina Margherita, sede della vita pubblica della collettività. In piazza G. Marconi, invece, vi è la sede del Palazzo Comunale. Poco distante, sulla via Umberto, vi è la Chiesa Madre (nella foto), dal prospetto seicentesco, intitolata a Santa Maria degli Ammalati. La sua costruzione, iniziata nel 1620, si è conclusa nel 1630. Il terremoto del 1693 la distrusse. La sua ricostruzione durò ben 16 anni, fino al 1711. Lunga 30 metri e larga 20, si divide in tre navate con pregevoli affreschi del pittore Conti Consoli. Sul terzo pilastro a destra vi è un elegante pulpito (1895), al centro un bellissimo altare ricco di decorazioni. Nella Chiesa Madre, vicino alla statua di Santa Maria degli Ammalati, troviamo la statua del Santo Patrono: San Gregorio Magno. Seguendo la via principale si attraversa piazza Regina Margherita, da dove prende il via la strada per Acicastello.
Si arriva quindi in Piazza della Repubblica, cuore pulsante dei giovani che vi si riuniscono, dove fa da padrone lelegante edificio in stile Liberty: Villa Gaglio (nella foto). Ancora qualche centinaio di metri di via Umberto e ci troviamo in piazza Immacolata, lantico borgo di lu chianu.
Qui troviamo un gioiello unico nel suo genere, la chiesetta medievale dedicata a San Filippo dAgira (nella foto). Fatta edificare dal nobile don Alvaro Paternò nel 1500, la chiesa sorge su un impianto planimetrico semplice, formato da una unica navata con abside. Forte leffetto che determina luso dicromatico della pietra. Lo scuro della pietra lavica si contrappone al chiaro della pietra calcarea travertinica. La dicromia la troviamo negli spigoli, nel campaniletto, portale e rosoncino. La chiesa è munita di campanile a cella, di portale archiacuto, di conci lavici perfettamente sagomati. Caratteristiche, queste, tardo-gotiche del Quattrocento siciliano. A nord-est della chiesetta, nello stesso Chianu di San Grigoli, sorge la Chiesa dellImmacolata (nella foto). Un maestoso edificio settecentesco, iniziato a costruire nel 1750, ma completato intorno al 1800. È lunica chiesa del paese che guarda sud-est, cioè Gerusalemme. Questo aspetto era tipico delle chiese del medioevo e non del XVIII secolo. Secondo il testamento di don Alvaro Paternò, nello stesso punto sorgeva la chiesa dedicata a San Gregorio Magno, distrutta probabilmente dal terremoto del 1693. È lunica chiesa, inoltre, a possedere uno stupendo sagrato a mosaico. Per la festa del Santo patrono, infatti, la statua di San Gregorio viene ospitata per una notte nella sua antica dimora, cioè dalla chiesa Madre viene condotta allImmacolata. Altro piccolo gioiello della cittadina di San Gregorio è la Villa comunale il cui ingresso principale è in piazza Anastasio. La villa, piccola ma ben curata, concretizza lappellativo di terrazza sulla città, perché di fatto dalla Villa ci si affaccia su Catania e su tutto il suo golfo fino ad intravedere le fiaccole delle industrie chimiche di Priolo.
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Il Santo patrono | ||||||||||||||||||||||||
1.400 anniversrio della morte di Gregorio Magno, (604-2004), un momento di riflessione in più per la comunità sangregorese | ||||||||||||||||||||||||
Millequattrocento anni sono passati dalla morte di papa Gregorio Magno
(12 marzo 604 - 12 marzo 2004). Questanno lAmministrazione
comunale di San Gregorio di Catania ha voluto dare una maggiore rilevanza
alla festa del proprio santo Patrono e non solo aumentandone il fasto
con una più ricca Cavalcata storica e Giostra cavalleresca al
Piano Immacolata; con la mostra dellartigianato Delizie
di Sicilia in piazza Regina Margherita e lo spettacolo di martedì
dopo Pasqua in piazza Guglielmo Marconi, aumentando, così, di
un giorno la Festa, ma sensibilizzando i cittadini a riflettere su questa
importante figura della storia del mondo cattolico. Lo ha fatto con
conferenze, incontri, conclusisi con la visita dellarcivescovo
di Catania, monsignor Salvatore Gristina. Come è noto, Gregorio
Magno, che fu Papa dal 590 al 604, edificò il suo pontificato,
così come la sua vita, sulla giustizia e sul continuo equilibrio
tra diritti e doveri. Fu il primo a parlare di custodia cautelare -
come ha sottolineato il prof. Biagio Saitta, ordinario di Storia Medievale
nella Facoltà di Lettere dellUniversità di Catania
durante una conferenza -. Gregorio ne sviluppò il concetto durante
il suo pontificato e la sua idea di giustizia trova oggi grande attualità.
Per questo, senza dubbio, Gregorio continua ad essere, come Santo e
come uomo, un contemporaneo. Questanno, dunque, i fedeli sangregoresi hanno
potuto soffermarsi sulla figura di questuomo Santo e constatare,
anche, come i tempi siano cambiati soprattutto nei costumi, laici e
religiosi.Un tempo - scrive Antonino Iacono nella sua storia su
San Gregorio - i prelati officiavano in chiesa; alti e grandiosi stendardi
si agitavano sopra la folla che si assiepava in chiesa tutta la giornata.
Preghiere, canti e declamazioni al Santo venivano eseguiti in lingua
latina. Voci di cantori ed organo facevano rintronare tutta la chiesa.
Ma se, da un lato, i costumi sono cambiati, così come è cambiato il modo di manifestare la fede, dallaltro nei sangregoresi è cresciuto il bisogno di culto e lesigenza di ritrovare quellidentità religiosa che legava al Santo (che butta tre con la mano destra) tutta la comunità cittadina. Per questo, il 2004 ha rappresentato unoccasione in più per riflettere sui perché si perpetuano le tradizioni e i culti e come sia importante ricordare quanti si sono spesi per una giusta causa, per una missione, per lasciare ai posteri esempi e parole: così come ha fatto Gregorio. |